Il gelsomino notturno
Pubblicata per la prima volta nel 1901, in occasione delle nozze di Gabriele Briganti, un amico del poeta, Il gelsomino notturno fu in seguito inserita nella raccolta Canti di Castelvecchio.
All’intimitā della prima notte di matrimonio, Pascoli contrappone, con una serie di immagini tratte dal mondo della natura, il rimpianto per la solitudine e l’assenza di amore che caratterizzano la sua vita.

Metro: sei quartine di novenari. Rima alternata ABAB
E s’aprono i fiori notturni,
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo ai viburni
le farfalle crepuscolari.

Da un pezzo si tacquero i gridi:
lā sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume lā nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.

Un’ape tardiva sussurra
trovando giā prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala;
brilla al primo piano: s’č spento…

Č l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l’urna molle e segreta,
non so che felicitā nuova.