La musica futurista

 

L’opera di rinnovamento della cultura italiana promossa dal Futurismo e partita dalla letteratura e dall’arte figurativa coinvolse ben presto anche la musica.
Il primo a proporre una rivoluzione in questo ambito seguendo le linee del Futurismo fu Balilla Pratella che nel 1910 pubblicò il Manifesto dei musicisti futuristi e l’anno successivo il Manifesto tecnico della musica futurista.
Il principale esponente della musica futurista fu però Luigi Russolo. Nel manifesto L’arte dei rumori propose di abbattere il muro che separa suoni e rumori e di accogliere nel mondo musicale i rumori prodotti dalla vita moderna nelle città e dalle macchine, massima espressione della creatività, della tecnologia e dell’industria dell’epoca.
A questo scopo Russolo inventò nel 1914 gli intonarumori, strumenti in grado di produrre e modificare i rumori. Con gli intonarumori, Russolo costituì un’orchestra di ben 27 elementi, denominati secondo il suono-rumore che emettevano (ululatori, rombatori, crepitatori, gorgogliatori ecc.), con la quale si esibì in numerosi concerti che suscitarono l’ilarità e lo scetticismo del pubblico ma anche l’ammirazione dei musicisti d’avanguardia di tutta Europa.