I Longobardi furono gli ultimi, tra tutti i Germani, a entrare in contatto con il mondo romano e la cultura latina. Erano quindi più rozzi quando giunsero in Italia, e il processo di integrazione con la società locale richiese più tempo. La loro lunga permanenza nella penisola fece comunque sì che i Longobardi si integrassero nel tessuto sociale del territorio, pur mantenendo alcune proprie specificità.
Le necropoli longobarde ritrovate in territorio italiano, tra cui le principali a Cividale del Friuli (Ud), a Nocera Umbra (Pg), a Castel Trosino (AP) e a Trezzo sull’Adda (Mi), costituiscono una valida testimonianza di questo processo.
Le principali necropoli longobarde in Italia risultano costituite da centinaia di sepolture disposte su file parallele. Generalmente venivano ubicate in pianura, separate dagli abitati e in corrispondenza di strade o di antichi insediamenti romani. Con la progressiva adesione al cristianesimo si diffuse anche l’uso di seppellire all’interno o in prossimità di chiese, spesso fondate dagli stessi Longobardi come cappelle funerarie.
Se in precedenza i Longobardi usavano cremare i propri morti e seppellire l’urna che conteneva le ceneri del defunto insieme alle sue armi, una volta in Italia adottarono invece il modello di sepoltura romana a forma di casa con il tetto a spioventi.
Tra gli usi che i Longobardi mantennero in Italia, quello di conficcare nel terreno una pertica (cioè un bastone) sormontata da una colomba, per ricordare chi era morto lontano dalla patria; tale usanza è confermata da diversi toponimi ancora presenti nel nostro paese, quali Santo Stefano in Pertica presso Cividale del Friuli o Santa Maria alle Pertiche presso Pavia.
Nella società longobarda la sepoltura delle armi insieme al defunto era una pratica di grande importanza, che si rifaceva a una antica tradizione. Oltre alle armi, venivano posti all’interno delle sepolture anche manufatti preziosi, come anelli e altri oggetti.
Spesso nelle sepolture dei cavalieri, a fianco dei defunti e in associazione ai ricchi corredi, venivano deposti i cavalli, espressione dell’appartenenza di costoro all’alta aristocrazia.
Dagli oggetti rinvenuti nelle sepolture femminili si può ricostruire con una certa attendibilità quale poteva essere l’abbigliamento delle donne longobarde. Tipicamente esse portavano un abito lungo fermato in vita da una semplice cintura; la parte superiore era invece chiusa sotto la gola da due piccoli fermagli a forma di S., decorati con materiali più o meno preziosi a seconda del grado sociale della donna.