In seguito alla sconfitta della Germania di Hitler nella Seconda guerra mondiale, Berlino viene divisa in 4 settori controllati e amministrati dalle nazioni vincitrici: Unione Sovietica, Stati Uniti d'America, Regno Unito e Francia.
I settori francese, inglese e statunitense diventano di fatto un’unica realtà (Berlino Ovest) contrapposta al settore russo (Berlino Est) che sin dall’inizio è il più esteso. Tuttavia la circolazione fra le due parti della città è ancora libera.
Con l'inizio della Guerra Fredda si chiude il confine tra Germania Est (Repubblica Democratica Tedesca) e Germania Ovest (Repubblica Federale Tedesca). Inevitabilmente Berlino diviene la porta per passare dal blocco comunista a quello occidentale.
Per bloccare il flusso migratorio da est a ovest (circa 2,5 milioni di tedeschi tra il 1949 e il 1961) in agosto si innalza un muro divisorio tra Berlino Est e Berlino Ovest. Una volta completato, il muro di fatto trasforma Berlino Ovest in un'isola di ''Occidente’' all’interno della Germania comunista.
Anche se, ufficialmente, la costruzione del muro da parte della Germania Est rappresenta un tentativo di difesa contro un eventuale attacco da parte di forze militari occidentali, in realtà diviene subito il simbolo della limitazione alle libertà individuali attuata nel blocco comunista. Particolare significato ha da questo punto di vista la chiusura della Porta di Brandeburgo.
Nel 1962 la costruzione di un secondo muro parallelo al primo rende ancora più difficile ogni fuga. Lo spazio fra il primo e il secondo muro prende il nome di ''striscia della morte'', perché proprio con la morte finivano molti dei disperati tentativi di superare quelle barriere e passare a Berlino Ovest.
Nel 1965 inizia la costruzione della ''terza generazione'' del muro e nel 1975 della ''quarta generazione'' del muro.
All'8 marzo risale l’ultimo decesso dovuto al tentativo di superare il muro: il giovane Winfried Friedenberg tenta la fuga su una mongolfiera costruita da lui stesso. Il 1989, comunque, è l’anno in cui vacillano fatalmente i confini del blocco comunista. Si comincia il 23 agosto, quando l’Ungheria apre le sue frontiere verso l’Austria, determinando così un imponente flusso di profughi verso il mondo occidentale. Decisive si rivelano le dimissioni del leader della Repubblica Democratica Tedesca Erik Honecker: il suo successore Egon Krenz, infatti, vara una politica più concessiva in materia di espatri che, in breve, gli sfugge totalmente di mano. Così il 9 novembre vengono aperti i posti di blocco e, a furor di popolo, viene abbattuto il Muro.
Il 1° luglio 1990 viene firmata l'intesa per l’unificazione monetaria ed economica delle due Germanie. Il 3 ottobre viene formalizzata anche l’unione politica.
Nel 1991 il parlamento stabilisce che Berlino tornerà ad essere la capitale della Germania riunificata.
Nel 1999 la sede del Reichstag berlinese torna ad ospitare le sedute del Parlamento tedesco.