Secondaria di primo grado

Una decisione informata ai tempi della pandemia

di Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (ANP)

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I ragazzi e, con loro, le famiglie che si apprestano a scegliere la scuola superiore sono stati messi a dura prova dalla pandemia. E l’epidemia influirà sicuramente sulle loro scelte: alla scuola non si chiede più solo di formare e di insegnare ma di essere maggiormente presente in tutti i momenti cruciali della vita dei giovani. Il ruolo della scuola nell’immaginario collettivo sembra aver finalmente conquistato la giusta importanza che gli compete. 

I ragazzi e, soprattutto, i genitori ora sanno che qualcosa può accadere e vogliono sapere come l’istituto che sceglieranno saprà farvi fronte. La scelta influenzerà la vita quotidiana di tutta la famiglia: a differenza della primaria e della secondaria di primo grado, la scuola ora non si sceglie più in base alla vicinanza all’abitazione. È la prima volta “da grande”; un momento simbolico di crescita e indipendenza. 

Il primo bivio che ragazzi e famiglie incontrano è la suddivisione tra licei e istituti tecnici e professionali: i primi sono ritenuti un viatico per l’università, i secondi sono riservati agli altri, a coloro che cercano uno sbocco lavorativo più immediato. In realtà la divisione non è così netta. L’offerta formativa, in questi anni, si è ampliata per venire incontro al cambiamento della società e del mondo del lavoro. I licei spaziano dai più classici classico, scientifico, artistico e linguistico, fino al coreutico e musicale, passando per lo scientifico con opzione scienze applicate e per il liceo delle scienze umane opzione economico-sociale. 

Gli istituti tecnici, suddivisi in due settori e vari indirizzi, dotano gli studenti di una preparazione dal carattere scientifico e tecnologico, adeguata sia per accedere al mondo del lavoro che per frequentare l’università, in modo particolare per le facoltà di carattere economico e scientifico. D’altro canto, i tanti indirizzi degli istituti professionali che, spesso, sono inseriti nel territorio in cui si trovano e cercano di rispondere alla domanda del locale mercato del lavoro, sono strutturati per una rapida immissione nello stesso. 

Il consiglio preliminare è di ascoltare i ragazzi, aiutarli a prendere consapevolezza dei loro desideri e interessi e a individuare i propri talenti e le proprie passioni. E poi frequentare gli open day, informarsi, chiedere, fare domande sulle materie, sugli orari, sui corsi pomeridiani, sull’accessibilità, sui trasporti, sull’organizzazione e su tutto quello che l’istituto offre. 

Non è un salto nel buio: ci sono dirigenti e docenti molto impegnati che si mettono a disposizione per accogliere al meglio i ragazzi. Quanto la scuola abbia a cuore la propria missione lo ha ampiamente dimostrato negli ultimi tre anni. I dirigenti scolastici, con i loro staff, hanno lavorato senza sosta, con la serietà e il senso di responsabilità che li caratterizza, per non far venir meno il servizio, a volte anche sopperendo alle carenze organizzative e di risorse umane di altre istituzioni. 

E con questa consapevolezza mi rivolgo proprio ai ragazzi: in questa guida troverete molti dirigenti che raccontano con passione il loro lavoro e la loro scuola; leggeteli con attenzione e poi andateli a trovare.

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