
L’acropoli aveva un ruolo essenziale, sociale e simbolico, nella vita delle città greche: l’Acropoli di Atene è quella che meglio esemplifica il ruolo non solo urbanistico e culturale ma spirituale e civile di questo spazio.
Cuore dell’Acropoli, il Partenone, con il suo proporzionato equilibrio di linee verticali e orizzontali, di pieni e di vuoti armoniosamente correlati, ben esemplifica il valore che il tempio, la casa della divinità, aveva nella cultura della polis e la cura che veniva dedicata alla sua edificazione.
Il tempio greco, infatti, era frutto di un accurato lavoro di progettazione impostato su raffinatissimi accorgimenti tecnici finalizzati a evitare le distorsioni visive, che potevano nascere dal rapporto con la luce, le ombre, l’ambiente.
Tra la metà del VI secolo e la metà del V secolo a.C. nelle colonie della Magna Grecia si costruirono imponenti templi che presentavano originali varianti rispetto ai modelli della madrepatria, pur restandone sostanzialmente fedeli. L’Heraion di Poseidonia (oggi Paestum) è una delle testimonianze più imponenti e meglio conservate.
L’acropoli di Atene, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, ha cambiato, nel corso dei secoli, elementi interni e concezione d’uso: in età micenea era infatti sede del potere monarchico. Solo dopo molti secoli l’area si trasformò in luogo di culto, atta a indicare l’identità culturale della polis. Tante le parti che la componevano, come i Propilei, l’ingresso monumentale, o l’Eretteo, completato nel 406 a.C., dapprima palazzo del re mitico Eretteo I poi adibito a tempio, o ancora il tempietto di Atena Nike, realizzato da Callicrate, ornato di fregi e bassorilievi rappresentanti la Gigantomachia e l’Amazzonomachia, insieme a altre vicende di guerra tra Greci e Persiani, forse la celeberrima battaglia di Maratona. Scarica i materiali e gli approfondimenti sui Grandi Luoghi.
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È importante sapere che Il tempio greco non era pensato come rigida e astratta composizione di linee verticali e orizzontali, bensì come un organismo che interagiva con l’ambiente circostante: luci e ombre generavano distorsioni visive che venivano corrette per rendere perfetta la visuale del tempio.
Come ad esempio l’èntasis, il rigonfiamento della colonna a circa un terzo del fusto, pensato per ovviare all’effetto ottico di mancata robustezza della membratura, o il dilemma che ha fatto impazzire per secoli gli architetti greci, il cosiddetto conflitto angolare. Esempi di questo fenomeno sono scaricabili nei materiali proposti, ricchi di immagini esplicative e di didascalie.