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Coltivare lettori

La potenza della lettura ad alta voce

di  Maria Condotta

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Leggere a voce alta fin dai primi mesi di vita

Una ricerca scientifica presso la Ohio State University ha calcolato il bagaglio lessicale dei bambini che entrano a scuola in relazione alla quantità di libri che sono stati letti loro dalla nascita fino ai 5 anni. Sembra infatti vi sia una correlazione tra la proprietà lessicale e la quantità di parole conosciute dai bambini ai quali sono stati letti molti libri.

Stiamo parlando di una differenza impressionante: i bambini piccoli a cui i genitori leggono cinque libri al giorno entrano alla scuola dell’infanzia dopo aver sentito circa 1,4 milioni di parole in più rispetto ai bambini ai quali non sono mai stati letti libri. Questa ricerca fa nascere una riflessione: quanto fondamentale può essere la lettura ad alta voce, fin dai primi mesi, ma soprattutto lungo tutto l’arco scolastico?

Leggere a voce alta a scuola

La letteratura per l’infanzia ha il potere di arricchire il mondo interiore dei nostri bambini e delle nostre bambine, ma allo stesso tempo pone domande, fa nascere curiosità, costruisce significati nuovi e diversi, apre orizzonti di senso e fa crescere il desiderio di leggere ancora. Fin dai primi giorni di scuola l’insegnante con la lettura ad alta voce può seminare il piacere della bellezza, attraverso la lettura di storie sempre diverse ma soprattutto di qualità. L’orizzonte da tenere a mente è sicuramente ampio e non raggiungibile in tempi brevi, perché ci vuole tempo, per formare “lettori per sempre, abituati a ricavare una reading zone lungo l’intero arco della vita, buongustai della lettura e delle storie” (S. Pognante).

Comprendere e interpretare

Quando parliamo di formare lettori intendiamo bambini e bambine abituati ad andare in profondità delle storie, dove il piacere della lettura passi anche attraverso i collegamenti e le connessioni con la propria vita e con i significati molteplici delle narrazioni. Infatti se abituiamo i nostri alunni e le nostre alunne a riconoscere e interpretare i segnali forniti dal testo, saranno in grado di comporre significati e potranno confrontarsi con la pluralità di orizzonti che le storie aprono.

Buone pratiche di lettura a scuola 

  1. Lettura come abitudine e non solo come riempi-tempo: è fondamentale dedicare un tempo specifico per la lettura, sia individuale, che di gruppo. Non basta infatti leggere in classe gli ultimi dieci minuti prima della campanella, ma la lettura necessita di un tempo dilatato e dedicato. Una buona abitudine è quella di riservare almeno 15 minuti al giorno di lettura autonoma con i più piccoli, aumentando sempre di più il tempo. Inoltre, nel laboratorio di lettura, è previsto anche un tempo dedicato per la lettura collettiva ad alta voce.
  2. Anche l’insegnante legge: durante i momenti di lettura dedicati, anche l’insegnante con il proprio libro legge, dà l’esempio e dialoga di lettura con i propri alunni e le proprie alunne.
  3. Spazio dedicato: all’interno della classe possiamo dedicare uno spazio specifico per la lettura, un angolo con cuscini o tappeti, dove il momento della lettura sia anche comodo e personale. Nella mia classe, ad esempio, i bambini e le bambine si tolgono le scarpe e si mettono comodi quando è ora di leggere.
  4. Quantità di libri a disposizione: i libri devono essere a portata di mano, dovremmo avere in classe una piccola biblioteca e uno spazio dove bambini e bambine possano prendere facilmente i libri e gli albi letti insieme e sfogliarli, leggerli e approfondirli, da soli o insieme.

Parlare di libri

L’esplorazione di un libro fatta in modalità collettiva non ha sicuramente lo scopo di verificare la comprensione del testo o il suo gradimento, ma tende a mettere il lettore al centro, che come un detective individua gli indizi per costruire significati e categorie. Dobbiamo fare attenzione alla modalità con cui parliamo di libri con bambine e bambini, in quanto vi sono domande che inibiscono la conversazione, perché richiedono categorizzazioni e richieste specifiche, che non abituano i lettori ad andare a fondo.

Le domande non funzionali sono ad esempio: di cosa parla il libro? Chi sono i personaggi? Ti è piaciuto? Che cosa ci insegna la storia?  Dall’altra parte alcune domande funzionali invece sono: Cosa ne pensate? Avete notato qualcosa di interessante? Come lo sapete? Come si capisce che..? Puoi farci vedere dove hai visto..? Il nostro obiettivo è quello di fare in modo che i significati e le categorie, insieme all’interpretazione, siano costruiti sul campo, attraverso l’analisi collettiva e approfondita del testo.

Giocare con i libri

  • La copertina. Prima dell’inizio della lettura, in circle time, con bambini e bambine si può osservare la copertina e andare a caccia degli indizi che le immagini forniscono, chiedendo di esplicitare aspettative o ipotesi sulla storia. In questo modo si inizia a lavorare sulle inferenze, stimolando all’osservazione attenta ai dettagli e alla rielaborazione dei suggerimenti per accedere ai significati della storia.  Al termine della lettura si verificano insieme le ipotesi iniziali. All’inizio è anche possibile nascondere il titolo per stimolare le ipotesi anche su questo, e alla fine chiedere a bambini e bambine quale titolo potrebbe andar bene per la storia letta, svelando l’originale solo alla fine. 
  • Stop alla storia. L’insegnante nel mezzo della lettura, magari in un momento significativo della narrazione, può fermarsi improvvisamente chiedendo alla classe di fare ipotesi sulla continuazione, anche in base ai dettagli raccolti nella prima parte della storia. Qui si aprirà una conversazione di approfondimento, dove potremo stimolare a raccontare ipotesi esplicitando anche il pensiero che li ha portati a tali conclusioni. Lavoreremo ancora una volta sulle inferenze e aiuteremo gli alunni e le alunne a costruire significati in un processo attivo di costruzione e scoperta.
  • L’intervista. A lettura conclusa possiamo chiedere a bambini e bambine di preparare un’intervista per un personaggio della storia. Per poter costruire domande mirate e precise si dovrà fare un’analisi attenta dei dettagli relativi alle azioni, ai pensieri, ai luoghi. In questo modo aiuteremo alunni e alunne ad andare a fondo della storia, immedesimandosi nelle vicende narrate.
  • Rilettura. Molto spesso gli alunni chiedono la rilettura di alcuni testi, o possiamo noi docenti prevederla a priori. Potremo allora sfruttare l’occasione per omettere alcune parole, chiedendo ai bambini e alle bambine di ricostruire i pezzi mancanti. Un’altra attività potrebbe essere quella di lavorare sui sinonimi e parole nuove, chiedendo di raccogliere le parole nuove per arricchire il vocabolario di classe o trovarne delle nuove da utilizzare nella storia per sostituire le originali. 

Il tempo dedicato alla lettura è prezioso: se ai bambini si fa sperimentare la bellezza, se si fa loro toccare con mano la meraviglia e lo stupore, saranno poi attenti a riconoscerla nel mondo, sapranno cogliere la bellezza delle piccole e grandi cose, della natura dell’arte o dell’intelletto. (Capetti, 2018)

Per approfondire

  • Capetti, A. (2018). A scuola con gli albi. Insegnare con la bellezza delle parole e delle immagini. Franco Angeli.
  • Picherle, S. B. (2015). Formare lettori, promuovere la lettura. Riflessioni e itinerari narrativi tra territorio e scuola. Topipittori.
  • Riz, J. P., & Pognante, S. (2022). Educare alla lettura con il WRW – Writing and Reading Workshop. Edizioni Centro Studi Erickson.