
Rivista Secondaria di secondo grado Biologia Scienze della Terra
di Fabio De Pascale
Secondaria di 2° grado - Biologia, Scienze della Terra
Le specie selvatiche sono state più volte nelle pagine dei giornali durante quest’ultimo anno a causa della pandemia da COVID-19. Sebbene non sia ancora accertato il ruolo del mercato di animali di Wuhan nell’origine della pandemia, sembra ormai sicuro che SARS-CoV-2 sia arrivato a noi in seguito a uno spillover. Ma le ricadute del commercio di specie selvatiche ricoprono molti altri aspetti. Infatti non vengono commerciate solo in Cina come cibo o rimedi tradizionali ma hanno floridi commerci in tutto il mondo inclusi i paesi occidentali. Questo perché le specie selvatiche vengono vendute come animali da compagnia e piante ornamentali ma riforniscono anche i mercati di lusso di avorio e pellicce.
Questi commerci però possono mettere in pericolo la biodiversità sia degli ambienti in cui le specie selvatiche vengono prelavati sia, in alcuni casi, di quelli in cui vengono vendute. Se da un lato alcuni di questi commerci sono legali, molti altri non lo sono e hanno alla base il bracconaggio o lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui il prelievo di specie selvatiche dagli ambienti naturali avviene in modo equo per le popolazioni umane e sostenibile per l’ecosistema. Purtroppo, accanto a queste pratiche virtuose esistono attività molto meno sostenibili sia a livello ambientale che sociale ma più vantaggiose economicamente per chi le pratica.
Esiste, tuttavia, un altro aspetto del commercio di specie selvatiche che può essere pericoloso per l’ambiente. Molte delle specie selvatiche importate per essere sfruttate commercialmente a un certo punto finiscono per “sfuggire di mano”. Se l’ambiente in cui queste specie si ritrovano libere è favorevole alla loro riproduzione ecco che queste diventano specie invasive. Due esempi noti di questo sono la nutria e la tartaruga palustre.
La nutria è un roditore selvatico originario del Sud America, importato in Europa e in altri paesi per essere allevato e per la sua pelliccia. Alcuni individui fuggiti o liberati dagli allevamenti hanno poi colonizzato i nostri corsi fluviali dove causano ora notevoli danni economici e ambientali. Destino simile è toccato alla tartaruga palustre. Originaria dell’America fu importata per popolare gli acquari delle nostre case ma è poi finita per colonizzare stagni e laghetti mettendo in serio pericolo le specie locali.