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Valutazione: come, quando e perché

di Antonella Alfano, Vincenzo Boccardi, Ernesta De Masi e Giulia Forni

Secondaria di 1° grado - Scienze

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Qual è l’obiettivo della valutazione? Le risposte a questa domanda sono essenzialmente tre:

  • scoprire che cosa gli studenti già sanno; 
  • aiutare gli studenti durante l’apprendimento;
  • capire che cosa hanno imparato in un determinato momento.

Queste tre risposte corrispondono rispettivamente ai tre momenti della valutazione diagnostica, formativa e sommativa. 

In questo articolo, attraverso esempi tratti dal libro di testo “Tra le dita – scienze da esplorare” per la scuola secondaria di primo grado, analizzeremo come e quando è opportuno inserire questi diversi aspetti della valutazione. 

Valutare per capire cosa sanno gli studenti

Partiamo dalla valutazione diagnostica. È noto che per un apprendimento efficace e duraturo, l’interesse e la curiosità che l’insegnante è capace di creare intorno a un argomento sono essenziali; ma può essere altrettanto importante riuscire a stabilire un clima giocoso che consenta alla classe di esprimersi liberamente, senza aver paura di sbagliare. 

È per questo che nel testo ogni lezione inizia con la sezione Prima di iniziare nella quale viene presentata una situazione inconsueta o divertente o ambigua. L’obiettivo di questa introduzione non è solo quella di catturare l’attenzione, ma anche quello di individuare una domanda che fa da avvio per la lezione.  In Figura 1, per esempio, è presentata una situazione particolare, la pesca delle perle in apnea, che racconta questa tradizione giapponese non priva di rischi introducendo efficacemente lo studio della respirazione.

Figura 1 – Prima di iniziare

L’inizio delle lezioni è poi sempre associato a un Kahoot! che consente agli studenti di sfidarsi con domande a risposta multipla già predisposte. Esso è lanciato dall’insegnante che così può farsi un’idea sulle loro preconoscenze e sulle misconoscenze che ancora persistono sull’argomento che si sta per trattare (Figura 2). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 2 – Gli studenti si sfidano nel Kahoot! iniziale

La valutazione diagnostica è, in definitiva, una sorta di ricognizione del sapere ingenuo, degli errori frequenti e delle conoscenze che derivano anche dalle esperienze di vita quotidiana di ragazze e ragazzi. Essa consente all’insegnante di conoscere il punto di partenza della classe. In questa fase il docente sa di non dover fornire risposte, né attribuire un giudizio di valore agli studenti. Al termine della lezione, quando essi avranno acquisito tutti i concetti necessari per rispondere autonomamente alle domande poste all’inizio del percorso, le domande iniziali vengono riproposte in un esercizio di completamento (Figura 3): a tal punto gli studenti saranno in grado essi stessi di valutare i loro progressi confrontando le loro risposte iniziali e finali.

Figura 3 – Gli studenti alla fine della lezione valutano quanto hanno appreso

Valutare per aiutare gli studenti durante l’apprendimento

La valutazione formativa consente all’insegnante di ricevere un feedback in itinere sull’apprendimento della classe, al fine di regolare l’insegnamento e adattarlo alle esigenze. Se, per esempio, alcuni alunni mostrano difficoltà nell’acquisire un concetto, l’insegnante può fare una digressione proponendo un’attività che consenta un approccio diverso al concetto stesso, senza correre così il rischio di annoiare gli altri. Ma contemporaneamente la valutazione formativa consente allo studente di essere consapevole di ciò che ha imparato e di ciò su cui deve ancora migliorare. 

Un tipo di modalità formativa consiste nel porre domande contestualizzate, riferite all’argomento trattato: nel libro Tra le dita sono disseminati lungo il testo numerosi test, del tipo Vero/Falso, a completamento o a risposta multipla, sotto forma di quick test e quick memo riferiti a uno o più paragrafi (Figura 4). 

Figura 4 – Esempi di strumenti per la valutazione formativa

Anche la lettura di immagini e schemi, se guidata da opportune domande che aiutano nella comprensione e invitano a un’osservazione più accurata e approfondita, può diventare un momento di valutazione formativa nonché di autovalutazione. Un esempio è rappresentato nella Figura 5, Studia con le immagini, che illustra gli scambi gassosi tra alveoli e capillari sanguigni, dove i ragazzi sono guidati a interpretare quanto raffigurato per poter rispondere a una serie di domande.

Figura 5 – Studia con le immagini: gli studenti sono guidati a interpretare un’immagine

Un ultimo strumento presente nel testo alla fine di ogni lezione sono le checklist, raggiungibili da un QRcode, che consentono agli studenti sia di guidare l’esposizione orale sia di autovalutare la propria preparazione sui contenuti chiave del percorso appena completato (Figura 6). 

Figura 6 – La checklist presente alla fine della lezione sui batteri e i virus

Valutare per capire cosa hanno imparato gli studenti

La valutazione sommativa ha lo scopo di registrare ciò che è stato appreso ed è svolta in alcuni momenti chiave dell’anno scolastico, come alla fine di una lezione, alla fine di un argomento o di un quadrimestre; per questo motivo essa è anche chiamata “valutazione dell’apprendimento”.  Tale valutazione si riferisce al raggiungimento di ampi obiettivi espressi in termini generali, piuttosto che agli obiettivi di particolari attività, e consiste nel monitorare l’apprendimento attraverso la somministrazione di prove. Essa presuppone inoltre che i risultati di tutti gli studenti siano giudicati in base agli stessi criteri o schemi di valutazione. Il miglior quadro delle prestazioni degli studenti si ottiene dalla combinazione di diverse tipologie di test. 

In questa fase un particolare rilievo assume la valutazione delle competenze con la quale gli studenti devono dimostrare di aver imparato a usare le conoscenze in diversi contesti, per risolvere problemi o per prendere decisioni. Per attuarla non basta chiedere Che cos’è un paramecio? oppure A quale temperatura l’acqua bolle?”, quesiti che indubbiamente possono essere corretti rapidamente conteggiando gli errori, ma bisogna proporre agli studenti situazioni complesse, che mettano in campo diverse conoscenze e abilità e che abbiano attinenza con la vita quotidiana. Come mostrano gli esempi di Figura 7, le prove di competenza, oltre che un momento di valutazione, possano costituire anche un’occasione di ulteriore approfondimento degli argomenti trattati. 

Per essere precisa e affidabile, una valutazione di conoscenze, competenze e attitudini deve infine essere completata con l’osservazione regolare del comportamento di allieve e allievi e del loro lavoro individuale e di gruppo.

Figura 7 – Esempi di prove per la valutazione delle competenze

Infine vogliamo sottolineare quanto i vari momenti di valutazione siano importanti anche come forma di autovalutazione del lavoro del docente. Spesso errori frequenti presenti negli elaborati della maggior parte della classe o difficoltà degli alunni a comprendere alcuni argomenti possono dire all’insegnante che probabilmente il proprio lavoro su alcuni temi non è stato così incisivo come ci si aspettava e che è necessario ritornare sull’argomento scegliendo anche approcci differenti.

Per approfondire

Scopri l’opera

  • Tra le dita – Scienze da esplorare” di A. Alfano, V. Boccardi, E. De Masi, G. Forni – Fabbri Editore – Rizzoli Education, 2022 – Testo di scienze per la scuola secondaria di primo grado