La legge di bilancio 2022

Febbraio 2022

Nell’articolo La legge di bilancio 2022 l’autore, Paolo Balduzzi, presenta in maniera puntuale ed esaustiva i provvedimenti più importanti contenuti nella legge di bilancio del 2022, fortemente condizionata dalla crisi economica e sanitaria causata dal Covid-19 e dalla spinta messa in atto per la ripresa.

Dopo aver inquadrato la legge nel più ampio contesto delle regole europee cui aderisce il nostro Paese, l’autore ne passa in rassegna i contenuti principali, soffermandosi in particolare su sulle misure a sostegno di lavoro, previdenza e reddito, senza dimenticare aspetti più specifici come l’impatto sul mondo dell’istruzione e della ricerca.

Al termine dell’articolo è presente un’attività per la classe, un debate per riflettere sulla Legge di bilancio 2022.

Per approfondire

Le frontiere della computazione II – I computer quantistici

Cara lettrice, caro lettore,
nell’articolo di gennaio abbiamo parlato di uno dei limiti delle macchine di Turing: attualmente, ci sono problemi la cui risoluzione richiede un numero di operazioni che cresce in modo più che polinomiale rispetto alla lunghezza dell’input. Alcuni di questi problemi, però, si possono risolvere rapidamente utilizzando tecniche di computazione alternative alle macchine di Turing. In questo articolo parleremo di una di esse: il quantum computing.

Un salto di paradigma

Le macchine di Turing e tutti i modelli di calcolo equivalenti si basano su una concezione dei bit legata alla fisica classica: a prescindere da come siano fisicamente realizzati all’interno di un computer, i bit possono assumere solo due valori: 0 o 1. La fisica classica non è però l’unico paradigma che conosciamo: per descrivere dei fenomeni che avvengono a livello atomico e subatomico, la fisica quantistica fornisce dei modelli più accurati.
La descrizione quantistica dello spin di una particella, per esempio, è un’alternativa al bit classico. Infatti lo spin può assumere i due valori su (indicato anche con $|1\rangle$) e giù (indicato anche con $|0\rangle$), ma anche tutte le combinazioni $a|1\rangle + b|0\rangle$ al variare dei numeri reali $a$ e $b$ che verificano $a^2+b^2=1$. Questa proprietà è nota come principio di sovrapposizione. I valori $a^2$ e $b^2$ indicano la percentuale di ciascuno stato. Quindi, per esempio, una particella che si trova nello stato $\frac{1}{\sqrt3}|1\rangle + \sqrt{\frac{2}{3}}|0\rangle$ si trova per $\frac{1}{3}$ nello stato su e per $\frac{2}{3}$ nello stato giù.

I bit quantistici

Un qubit, ovvero un bit quantistico, è l’unità elementare di informazione codificata dallo spin di una particella. Di conseguenza, un qubit si può trovare in uno degli stati puri $|0\rangle$ o $|1\rangle$ o in uno stato del tipo $a|1\rangle + b|0\rangle$. Utilizzando i qubit al posto dei bit è possibile progettare algoritmi che permettono una certa misura di calcolo non deterministico, cioè che permette di eseguire più operazioni in contemporanea.

I bit quantistici e le misure

Alla fine di una computazione quantistica, per vedere quale risutato è codificato in un qubit dobbiamo effettuare una misurazione. Però il risultato di una misura è un bit classico che non può presentare una sovrapposizione di stati. Di conseguenza, nel momento in cui misureremo il valore di un qubit, esso assumerà solo uno dei due valori $|1\rangle$ o $|0\rangle$. Questo però non è un ostacolo per lo sviluppo degli algoritmi quantistici. Anzi, permette di sfruttare altre proprietà della fisica quantistica, come l’entanglement.

L’entanglement

L’entanglement quantistico è un altro fenomeno presente a livello microscopico ma non in quello macroscopico. Secondo questo principio, esistono sistemi il cui stato non è descrivibile singolarmente, ma solo come sovrapposizione di più stati. Un esempio di stato entangled a due qubit è $\frac{|11\rangle + |00\rangle}{\sqrt2}$.
Una delle conseguenze dell’entanglement è che, osservando una delle componenti di questo sistema, per esempio quella $|11\rangle$, l’intero stato viene determinato. In altre parole, allo stesso tempo in cui una componente è misurata, viene determinato anche il valore di tutte le altre.

Supremazia quantistica

I bit quantistici e l’entanglement permettono di svolgere compiti impossibili per i computer classici, come il trasporto istantaneo di informazioni a grandi distanze (il cosiddetto teletrasporto quantistico). Inoltre consentono di sviluppare algoritmi alternativi a quelli classici per la risoluzione di problemi che con i computer tradizionali richiedono tempi di calcolo immensi. Un esempio è l’algoritmo di fattorizzazione Shor, pubblicato nel 1994, che permette la risoluzione di un problema classicamente difficile in un tempo polinomiale su un computer quantistico. Un algoritmo simile è stato implementato nell’ottobre 2020 dal team di AI Quantum: il computer quantistico realizzato dal team di Google ha eseguito in soli 200 secondi un calcolo che, eseguito su un supercomputer tradizionale, avrebbe richiesto circa diecimila anni.

Applicazioni e limiti dei computer quantistici

Nonostante i recenti successi dei computer quantistici, non dobbiamo aspettarci di poterli acquistare presto come dei comuni personal computer. I computer quantistici, infatti, devono realizzare al loro interno condizioni fisiche molto particolari necessarie per creare i qubit. Inoltre, i calcoli sui computer quantistici non sono più veloci di quelli sui tradizionali chip classici. Di conseguenza, per tutti i problemi già risolubili velocemente, cioè con algoritmi polinomiali, i computer tradizionali rimangono imbattuti. Invece, si ipotizza che i computer quantistici verranno utilizzati solo su richiesta per applicazioni molto specifiche, per esempio quelle legate alla sicurezza informatica.
Nonostante i computer quantistici siano ancora in fase di sviluppo, possiamo già simulare l’esecuzione di algoritmi su un computer quantistico per esempio utilizzando il linguaggio Q#, un’estensione di C# per il quantum computing.

Riferimenti

Un lapbook per la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Il bullo, la vittima e gli spettatori: come spezzare il circolo vizioso.

 

Di bullismo si parla spesso, concentrando l’attenzione soprattutto sul protagonista dell’azione negativa: il bullo. Si parla molto anche della vittima e di come questa deve reagire agli atti di bullismo. Si parla molto meno, invece, degli spettatori degli atti di bullismo: quei compagni che nel silenzio e nell’omertà diventano a loro volta complici del bullo, il quale si sente supportato e legittimato nelle sue azioni.

Occorre quindi educare fin da piccoli le bambine e i bambini a una corretta lettura di una scena di bullismo. Come se si trattasse di un testo di narrativa dobbiamo insegnare loro a farne l’analisi, individuando i protagonisti, i coprotagonisti e gli antagonisti, le azioni positive e negative, le sequenze della storia, il climax, l’intervento dell’aiutante, la risoluzione del conflitto e la morale della storia. Chi è l’eroe della storia? Chi è l’aiutante magico? La risposta a queste domande è: “Tutte le persone che si battono per aiutare la vittima”.

A supporto di quanto precedentemente spiegato abbiamo scelto la storia “Il bullo citrullo” di Alberto Pellai, una storia ispirata all’omonima canzone dello Zecchino d’Oro di cui Pellai è coautore del testo.

Questa storia e narrata appunto da uno spettatore: un bambino della classe che osserva quanto succede tra il bullo e la vittima. Questo bambino prova un’emozione forte: la rabbia per le ingiustizie (abbiamo molto apprezzato l’uso positivo di questa emozione spesso dipinta esclusivamente come negativa). Sarà questa rabbia e la voglia di fare qualcosa a mettere in moto la risposta positiva del bambino che si coalizzerà con gli altri compagni di classe perché l’unione fa la forza! Partendo da questa storia, nell’attività di questo mese, proponiamo la creazione di un lapbook per raccogliere le informazioni nate dalla riflessione sui tipi di bullismo, il profilo degli attori della scena di bullismo e le possibili azioni che possono essere messe in atto nel caso si sia vittima o spettatori di un atto di bullismo.

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura e interpretazione della storia;
  • seconda parte: presentazione del lapbook;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il lapbook.

Video

MATERIALI AGGIUNTIVI

LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.

God Save The Queen

On the 6th of February 1952 King George VI died and Elizabeth became the new Queen.  The headline of this newspaper mentions the ancient phrase that seems contraddictory but shows how monarchy never interrupts. Firstly used in France, the phrase highlights the fact that the throne is never empty. Elizabeth was in Africa, on a trip to Kenya with Prince Philip when she received the message of her father’s death. Jim Corbett, a British hunter who was with the Royal couple wrote the sentence that has become one of the most popular of that day “For the first time in the history of the world, a young girl climbed into a tree one day a Princess and after having what she described as her most thrilling experience she climbed down from the tree next day a Queen.”. 

Queen Elizabeth had the first broadcast Coronation Cerimony in history on the 2nd June 1953. 

The Coronation brought the nation together, as 10.4 million people watched in the homes of friends and neighbours, and 1.5 million watched in public places like pubs and cinemas. The BBC coverage of the event included cameras installed inside Westminster Abbey for the first time, to show the Coronation Service. The Queen gave her permission for this departure, against official advice – revealing the monarchy’s willingness to move with the times. Television commentary in the Abbey was provided by Richard Dimbleby, with 7 other commentators including Bernard Braden and Brian Johnston providing coverage along the processional route.

The BBC’s Coronation coverage was broadcast around the world. In the United States 85 million people watched recordings of the highlights, while in Germany all 11 hours of coverage were transmitted. Reaction to the broadcasts was overwhelmingly positive. With competition from ITV only 3 years away, the BBC established an early lead as the trusted and reliable broadcaster of national events.

TEACHING IDEAS:

In her 70 years of reign Queen Elizabeth has experienced a variety of historical events.

TEACHING IDEAS:

And now, being the first Queen to clebrate the 70th anniversary, a huge amount of events have been organized for her including a specific prayer published by the Church of England to be used thoughout the year.

Almighty God, the fountain of all goodness,
bless our Sovereign Lady, Queen Elizabeth,
and all who are in authority under her;
that they may order all things
      in wisdom and equity, righteousness and peace,
to the honour and glory of your name
and the good of your Church and people;
through Jesus Christ your Son our Lord,
who is alive and reigns with you,
in the unity of the Holy Spirit,
one God, now and for ever.
Amen.

TEACHING IDEAS:

One more year and she will be the longest reigning monarch not only of the UK but in the history of our world. “God save the Queen”. 

Il bullismo si combatte con la consapevolezza emotiva

I dati ci dicono che il bullismo e la sua derivazione digitale, il cosiddetto cyberbullismo, sono fenomeni in costante crescita e per questo si stanno sperimentando sia azioni di formazione degli insegnanti (la piattaforma ELISA) sia strumenti di intervento educativo (per esempio il progetto “Generazioni connesse”).

Quello che spesso  non emerge, però, è che per intervenire sul bullismo bisognerebbe non partire dal bullismo. 

Per gli insegnanti della scuola primaria, in particolare, fare prevenzione sul bullismo vuol dire prima di tutto partire dal presupposto che è possibile insegnare al bambino e alla bambina come affrontare in modo costruttivo le difficoltà incontrate ogni giorno. Si tratta di affrontare, in sostanza, il tema dell’educazione affettiva, ovvero quel processo di apprendimento che porta all’autoregolazione delle proprie emozioni e che è la matrice dell’acquisizione della sicurezza di base.

Non si tratta di “modellare” un comportamento, né tantomeno spersonalizzare le emozioni secondo un modello adulto. Si tratta, piuttosto, di far riconoscere ai bambini e alle bambine il fatto che “intelletto ed emozioni non sono aspetti del funzionamento umano completamente separati, ma il pensiero può influenzare le reazioni emotive” (Mario Di Pietro, L’educazione razionale-emotiva, Erickson 1992).

Alla base di questa idea ci sono gli studi dell’americano Albert Ellis, l’ideatore di una teoria denominata Terapia Razionale Emotiva. Teoria  che parte dall’assunto che le nostre emozioni derivino non tanto da ciò che ci accade, ma dal modo in cui interpretiamo e valutiamo ciò che ci accade. Il pensiero e l’autovalutazione personale, quindi, danno senso a quanto ci succede attorno e quindi determinano una risposta più o meno adeguata.

Un bambino o una bambina che non si sente ascoltato/a in modo adeguato dai compagni e dalle compagne, per esempio, potrebbe costruire una teoria disfunzionale intorno al comportamento del gruppo e quindi pensare che “gli altri ce l’hanno con lui, o con lei” e che la situazione è talmente insopportabile da scatenare una reazione furiosa.

Come se ne esce? Parlare semplicemente di bullismo probabilmente non risolve il problema perché colloca i comportamenti disfunzionali in una sorta di “zona di devianza” che colpirebbe solo alcuni soggetti e non altri. E’ invece possibile affrontare in classe l’argomento dell’educazione affettiva con buoni risultati proponendo attività collegate al riconoscimento delle emozioni, al riconoscimento della loro intensità e anche alla gestione delle situazioni più frustranti in una sorta di Educazione Razionale Emotiva.

I bambini e le bambine più consapevoli delle proprie emozioni crescono in modo più sicuro e sono consapevoli di quanto avviene intorno.

È proprio la sicurezza, e non la paura del pericolo nascosto dietro i compagni e le compagne di classe, il fattore di maggior protezione per i bambini e le bambine.

Arlecchino, una lezione sul valore della collaborazione

  • Destinatari > L’attività può essere presentata a tutti gli alunni della scuola primaria. Sarà cura dell’insegnante stabilire in che misura sarà opportuno guidare la riflessione dei propri alunni e quanta autonomia accordare loro nella lettura della storia.
  • Discipline coinvolte > Italiano, arte ed educazione civica

In occasione del Carnevale, oltre a tanto colore, potremmo portare in classe qualche spunto di riflessione. Lo stimolo per intessere un dialogo attorno al tema della “collaborazione”, ce lo può offrire la vicenda di Arlecchino, un bambino così povero da non potersi permettere nemmeno un costume per travestirsi in occasione del Carnevale. In suo soccorso, però, intervengono i compagni di classe, che gli donano un pezzo di stoffa ciascuno. La mamma cuce per una notte intera unendo tra loro gli scampoli colorati e – al suo risveglio – Arlecchino trova un vestito coloratissimo e super originale.

Di seguito vi lascio la storia da scaricare, con le relative domande di comprensione.

Dopo la lettura e il commento del brano, è interessante focalizzare l’attenzione dei nostri bambini e delle nostre bambine sul fatto che, senza l’iniziativa e il contributo del gruppo dei suoi amichetti, Arlecchino non avrebbe mai potuto avere un vestito per la festa di Carnevale indetta a scuola.

Si raccolgono le considerazioni dei bambini, successivamente potrebbe essere interessante sperimentare la bellezza e l’importanza del collaborare, colorando insieme l’abito di questo meraviglioso personaggio.

Ognuno si dedica ad un pezzetto e lo colora personalizzandolo: solo grazie all’impegno di tutti Arlecchino diventerà un capolavoro!

File da stampare e ingrandire, affinché i bambini possano colorarne un pezzo. ciascuno.

L’autrice 

Gloria Ragni

Insegnante di scuola primaria, promotrice del fare per apprendere e sostenitrice dell’utilizzo integrato del digitale nella didattica.  Ha un blog didattico https://maestraglo.altervista.org e condivide su Instagram le sue avventure da maestra (la trovate come @maestraglo). 

Perché studiamo la storia dell’arte

È una domanda che sorge spontanea non solo in ogni studente che apra per la prima volta un manuale di storia dell’arte, ma in ogni persona che si trovi davanti a un libro che intenda raccontare i caratteri e le vicende delle diverse culture artistiche che hanno accompagnato la storia dell’umanità. 

L’espressione artistica, ciò che genericamente chiamiamo “Arte”, è il risultato di un insieme di fattori, ricordi, esperienze individuali, sentimenti collettivi, credenze mitologiche o religiose, aspettative, idee, intuizioni, che dalla mente, in cui prende una prima forma, attraverso una serie di mediazioni linguistiche, espressive, stilistiche si trasferisce, impiegando i materiali più diversi e le più diverse tecniche, in un oggetto che rappresenta la forma visibile dell’idea iniziale. 

Un disegno, un dipinto, una fotografia, un’architettura, un graffito, una scultura, un vaso, un gioiello, un tappeto, insomma un’immagine, una volta terminata l’attività creativa dell’artista, entra a far parte del nostro quotidiano e trasmette da individuo a individuo, da società a società, quell’insieme di valori, di invenzioni e di idee che sono, appunto, le civiltà. Poiché queste immagini, queste forme, hanno un aspetto, una struttura, una modalità che parlano anche alla nostra sensibilità estetica esse spesso diventano nel sentire comune “Arte”, così come sono percepiti anche una poesia, un testo letterario, un film, un’opera teatrale, una canzone, un concerto, un video, una danza.

La storia dell’arte si occupa di manufatti, dall’architettura agli oggetti, che hanno caratterizzato e accompagnato le diverse civiltà, ma non si tratta solamente di testimonianze che vengono incasellate in uno schema cronologico poiché, se è vero che il percorso storico è fondamentale per comprendere le diverse dinamiche creative e gli interscambi culturali, è pur vero che le espressioni artistiche sono un bacino infinito di idee, di formule e di modelli, e gli artisti, ovvero gli individui che per talento, capacità, invenzione creano sempre nuove formulazioni visive, continuano, attraverso il tempo, a guardare al passato per creare il futuro, talvolta lo accolgono, modificandolo, talvolta lo imitano, talvolta lo rifiutano, proponendo alternative, ma il mondo delle immagini e delle forme è sempre vitale, presente, utile per comprendere i nostri percorsi e soprattutto la realtà contemporanea.

I manufatti delle civiltà umane, dalle architetture alle opere d’arte, hanno significati e ragioni propri, così come hanno proprie ragioni storiche, ed è per questo che si studia la storia dell’arte, ma ogni epoca, ogni civiltà guarda al patrimonio del passato con i propri occhi e con la propria cultura. In altre parole ogni opera d’arte è, contemporaneamente, una testimonianza storico-culturale inserita nel tempo e nella storia e un oggetto che si rinnova con significati e valori diversi ogni volta che lo si guarda. 

Viviamo circondati da immagini, dai video ai film, dalla pubblicità al web, impariamo, dunque, a guardarle con interesse, a capirne l’origine, il senso, la funzione, capire da dove vengono le forme, i modelli e quali possono essere i significati che vi possiamo scoprire: fare questo percorso significa avere le chiavi per decifrare linguaggi sconosciuti, aprire orizzonti nuovi, comprendere i modi in cui l’essere umano nel corso della storia ha cercato di rispondere ai sentimenti e alle paure primordiali, come ha cercato di raccontarsi e di trovare un modo per eternare, al di là della vita individuale, la propria visione del mondo.

Per approfondire

Il Prof. Valerio Terraroli, autore della nuova Storia dell’arte di Sansoni per la scuola, Con gli occhi dell’arte, ha tenuto su questo tema una lezione, che puoi rivedere qui.

La matematica nel cuore

Come appassionare i bambini alla matematica? Con attività laboratoriali, divertenti e coinvolgenti e perché no, che prendano spunto da una situazione quotidiana, da un racconto o da una particolare ricorrenza. Ed ecco che il cuore può essere, ad esempio, il protagonista di attività di matematica a tema San Valentino, festa del papà o della mamma!

La seguente proposta didattica riguarda un puzzle geometrico a forma di cuore da assemblare, composto da sei quadrati e otto triangoli congruenti. I bambini dovranno ricomporre il cuore incollando i diversi pezzi sulla sagoma di riferimento (fig. 1). La difficoltà consiste nell’individuare la giusta collocazione di ogni pezzo. Seppure alcune figure siano identiche (ad esempio i sei quadrati), ognuna di essa può essere posizionata in un solo punto e orientata in un unico modo. I bambini dovranno infatti scoprire la posizione dei diversi pezzi aiutandosi con i numeri o le espressioni scritte su ogni lato: addizioni/sottrazioni (fig. 2) oppure moltiplicazioni (fig. 3). Due figure possono essere accostate se sul lato che hanno in comune sono riportate due operazioni che hanno come risultato lo stesso numero (es. 6×4 e 3×8). 

Svolgendo quest’attività i bambini avranno la possibilità di ripassare le tabelline o esercitarsi con il calcolo mentale (addizioni e sottrazioni entro il 20) in modo ludico e divertente (vedi schede allegate).

L’attività può essere inoltre adattata in base all’obiettivo che si vuole perseguire inserendo ad esempio divisioni, frazioni equivalenti, ecc.: a tale scopo può essere utilizzata la scheda vuota allegata (fig. 4). Per realizzare una nuova versione, attività che possono svolgere anche i bambini, è importante tener conto di alcuni aspetti. È necessario scegliere diciannove numeri distinti (ovvero quanti sono i lati in comune tra le figure) per rendere univoco l’accostamento tra i pezzi. Per ciascun numero (es. 12) si scelgono poi due rappresentazioni (3×4 e 24:2) da scrivere sui lati che combaciano.
Una volta ritagliati i pezzi, inizia la divertente sfida: comporre il cuore con l’aiuto della mente e delle mani!

PER APPROFONDIRE

Scarica le schede

SIMONA FIORENTINO

Insegnante di scuola primaria, specializzata nella didattica inclusiva, con una grande passione per la matematica. Condivide idee e attività ludiche di matematica sulla pagina Facebook/Instagram @ludomatica.

What you remember saves you

The United Nations General Assembly designated January 27—the anniversary of the liberation of Auschwitz-Birkenau—as International Holocaust Remembrance Day.
This article provides material and ideas to work on this topic.

 

La transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile del suolo

Introduzione

Il suolo, lo strato più esterno della crosta terrestre, è un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si originano dall’alterazione chimico-fisica delle rocce e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Il suolo, quindi, può essere inteso come lo strato superiore della crosta terrestre costituito da componenti minerali, humus, acqua, aria e organismi viventi. Il suolo ospita un quarto della biodiversità dell’intero Pianeta. Il suolo è un sistema ecologico evolutosi in risposta a stimoli e cambiamenti. È una risorsa preziosa, fragile, limitata e non rinnovabile, in quanto per originare un centimetro di suolo fertile sono necessari dai 100 ai 1000 anni.

 Il suolo costituisce la più grande riserva di carbonio organico esistente e, conseguentemente, svolge un ruolo centrale nel ciclo globale di carbonio e nella lotta ai cambiamenti climaticiTuttavia la distribuzione del carbonio a livello globale non è omogenea. Il carbonio nelle zone temperate e fredde del Pianeta come, ad esempio, l’Europa è immagazzinato in maggior quantità nel suolo piuttosto che nelle piante. Nelle zone tropicali, invece, avviene l’esatto opposto. In Europa, quindi, è fondamentale la tutela del carbonio organico presente nel suolo. Inoltre, i livelli di carbonio nel suolo variano tra gli Stati membri dell’Unione Europea ed in base all’utilizzo del terreno. 

I servizi ecosistemici forniti dal suolo sono la produzione alimentare e di biomasse; la purificazione delle acque; la regolazione del microclima, dei cicli biogeochimici, del deflusso superficiale e dell’infiltrazione dell’acqua; il controllo dell’erosione; la ricarica delle falde; la cattura e lo stoccaggio del carbonio e la conservazione della biodiversità. Il suolo rappresenta, quindi, un tassello fondamentale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo come, ad esempio, la neutralità climatica, il ripristino della biodiversità, l’inquinamento zero, i sistemi alimentari sani e sostenibili e un ambiente resiliente. È, quindi, parte integrante delle politiche, dei regolamenti e delle strategie dell’Unione Europea. 

Lo stato di salute dei suoli

Il degrado dei suoli è progredito notevolmente in tutto il mondo. Infatti studi recenti dimostrano che circa il 33% dei suoli mondiali sono moderatamente o fortemente degradati. Si stima una perdita annuale mondiale di 75 miliardi di tonnellate di suolo fertile determinata da fenomeni erosivi, dall’inquinamento, dalla frammentazione dell’habitat, dalle pratiche agronomiche non sostenibili, dal cambio di destinazione d’uso del suolo (ad es. deforestazione o conversione da pascolo a suolo coltivato) e dall’impermeabilizzazione dello stesso. 

L’impermeabilizzazione rappresenta la principale causa di degrado del suolo e, inoltre, contribuisce alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio, soprattutto rurale; alla perdita della biodiversità e della fertilità dei terreni agricoli e delle aree naturali e seminaturali; e, infine, ad incrementare il rischio di incendi. Dal punto di vista naturalistico, la scomparsa di superfici naturali e seminaturali penalizza la capacità di stoccaggio del carbonio, la qualità degli habitat e la biodiversità. Dal punto di vista culturale, determina un depauperamento del paesaggio e dei servizi ricreativi. Dal punto di vista economico, la riduzione delle superfici agricole impatta direttamente sulle produzioni alimentari.

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici“, redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha evidenziato come il consumo di suolo, in questi anni, non sia più connesso, principalmente, all’edilizia residenziale o produttiva ma ai settori della logistica, in maniera determinante dallo scorso anno, e della costruzione di impianti di energia rinnovabileIl raggiungimento degli obiettivi di capacità produttiva da fonti rinnovabili previsti nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima determinerà un trend in aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 km2 di nuove installazioni di pannelli fotovoltaici a terra su suolo agricolo. 

In tale contesto, si evidenzia la sottovalutazione della funzione alimentare associata al settore primario e, conseguentemente, il coinvolgimento massiccio dell’agricoltura nella produzione di risorse energetiche attraverso la destinazione del terreno agrario ad usi diversi. Le installazioni di pannelli fotovoltaici a terra o innovativi (i.e. agrofotovoltaico) rappresenterebbero comunque anch’esse una forma di consumo di suolo in quanto la natura diffusa e la relativamente bassa densità superficiale dell’energia solare che alimenta i pannelli fotovoltaici determinerebbe l’occupazione da parte degli stessi impianti di aree estese di territorio agricolo.

Tra le pratiche agricole non sostenibili si annoverano quelle inerenti la conversione di superfici erbose, foreste e vegetazione naturale in terreni arabili; l’aratura profonda dei suoli; la lavorazione intensiva del suolo e l’utilizzo di fertilizzanti. Le pratiche agronomiche non virtuose, quindi, conducono alla degradazione e possono ampliare gli effetti dei cambiamenti climatici in quanto determinano la perdita di carbonio al suolo che ritorna in atmosfera sotto forma di anidride carbonica o metano.

Gli impatti dei cambiamenti climatici e le gestioni non sostenibili delle foreste hanno causato l’erosione del suolo e una riduzione di carbonio derivante dalla biomassa forestale e dalla matrice ambientale. La gestione intensiva del suolo e il suo cambiamento d’uso hanno ridotto la biodiversità del suolo come, ad esempio, la ricchezza delle specie di lombrichi, acari e microrganismi. Un suolo privo di lombrichi perde circa il 90% di efficacia nel trattenere l’acqua. 

Le sfide che dovrà affrontare il settore agricolo

La sfida del secolo che dovrà affrontare l’agricoltore sarà: garantire la produzione agroalimentare e ridurre l’impatto ambientale connesso. La sostenibilità dell’alimentazione, dal punto di vista ambientale, è connessa all’utilizzo efficiente delle risorse ed alla conservazione della biodiversità. Infatti i sistemi agricoli ed il cibo sono responsabili di 1/3 delle emissioni di anidride carbonica, con un peso crescente nei Paesi in via di sviluppo. 

Le sfide sopra menzionate potranno essere risolte promuovendo l’adozione di pratiche agricole conservative ed innovative (i.e. agricoltura di precisione). Con il termine agricoltura conservativa si intendono diverse tecniche agricole tendenti a conservare la fertilità del suolo coltivato. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) sono tre i princìpi chiave che gli agricoltori possono adottare per approcciarsi all’agricoltura conservativa. Il primo principio chiave è quello di ridurre al minimo l’azione meccanica sul suolo, c.d. “no-tillage” o “sod seeding”. È una precauzione necessaria per conservare i livelli organici del terreno e la sua produttività, ridurre l’erosione e prevenire la dispersione di acqua. 

Il secondo principio dell’agricoltura conservativa si basa sulla gestione dello strato superficiale al fine di creare uno strato organico permanente che favorisca la componente biologia interna alla struttura del suolo. Tutto ciò favorirà la dispersione del pacciame residuo sulla superficie del terreno producendo un alto livello di materia organica che fungerà da fertilizzante. Sul lungo periodo, le pratiche di agricoltura conservativa consentono la formazione di un nuovo strato di compost che protegge efficacemente il suolo dall’erosione. Lo strato di compost comportandosi, come un filtro verso il terreno, riduce l’azione del vento e dell’acqua e contribuisce a mantenere costante la temperatura e i livelli di umidità del suolo.

L’ultimo principio riguarda la rotazione delle colture fra più di due specie. Tale pratica può essere utilizzata come metodo di controllo della buona salute del terreno. Questo procedimento, infatti, non consente ai parassiti e alle erbacce di finire in rotazione assieme a una coltura specifica. La rotazione delle colture agisce da insetticida e diserbante naturale. La rotazione può anche aiutare a costruire una solida infrastruttura del suolo con l’estensione di zone di radicamento che consentono una migliore infiltrazione dell’acqua.

Conclusioni

Per garantire la tutela del suolo in agricoltura occorre incentivare la diffusione delle pratiche conservative ed incrementare la capacità di sequestro di carbonio da parte dei suoli agricoli, delle praterie, delle torbiere e delle foreste. Occorre, inoltre, evitare compattamenti del suolo; gestire i residui culturali; impiantare o preservare le siepi, le macchie e le fasce tampone arbustive; promuovere la non lavorazione del suolo; attuare schemi di rotazione lunghi; gestire e recuperare i terreni marginali con l’introduzione di nuove colture; ridurre i fenomeni di erosione e degrado connessi a un cattivo utilizzo della risorsa suolo.

Infine è necessario incentivare il supporto, la formazione e la sensibilizzazione in ambito scolastico e professionale delle pratiche di gestione sostenibile del suolo. 

Link per approfondire