

Secondo il rapporto Oxfam del 2017, l’1% più ricco della popolazione mondiale possiede una ricchezza pari a quella del restante 99%. Sebbene da un lato sia diminuito il divario tra il PIL dei Paesi ricchi e quello dei Paesi in via di sviluppo, dall’altro si è invece acuita la disuguaglianza interna ai Paesi dove i lavoratori beneficiano sempre meno dei proventi maturati dalla crescita nazionale. La disuguaglianza nella distribuzione del patrimonio e del reddito economico genera grandi disparità di accesso alla sanità, all’educazione e a molti altri servizi da cui resta esclusa una considerevole parte della popolazione. La crescita economica, se non inclusiva e sostenibile a livello sociale e ambientale, non è di per sé sufficiente a ridurre la povertà.
L’obiettivo 10 dell’Agenda 2030 mira a ridurre le disuguaglianze tra gli Stati e al loro interno attraverso la promozione dell’inclusione sociale, economica e politica di tutti i cittadini, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia e religione. L’uguaglianza tra Paesi è auspicabile inoltre grazie alla promozione di politiche globali di protezione sociale e a una migliore pianificazione e gestione dei flussi migratori. La sfida più grande posta da tale obiettivo è di aumentare, entro il 2030, del 40% il reddito della popolazione che versa in condizioni economicamente più svantaggiate.
Sulla scia del trend globale, l’Italia ha registrato negli ultimi anni un aumento della disuguaglianza di reddito tra la popolazione più ricca e quella più povera, incrementando inoltre il divario interregionale. La recessione e la debole ripresa economica hanno colpito soprattutto le fasce più deboli del tessuto sociale. Per arginare il fenomeno sono state prese a livello nazionale alcune misure di contrasto alla povertà: sostegni economici statali destinati alle fasce più deboli, accompagnati da servizi personalizzati per l’inclusione sociale e lavorativa.
I traguardi dell’obiettivo 10 mettono al centro la gestione efficace delle migrazioni umane: “Facilitare la migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l’attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite”. Si stima che le persone che vivono in un Paese diverso da quello in cui sono nate siano oltre 250 milioni (erano 150 milioni nel 1990). Quello migratorio è un flusso globale in crescita costante che mette alla prova la capacità dei Paesi di integrare culture diverse e che può generare, qualora non siano approntate strategie efficaci, emarginazione e tensioni sociali.
• Quali sono nel mondo i Paesi che accolgono il maggior numero di migranti e perché?
• Quali sono le cause principali della migrazione verso i Paesi più sviluppati?
Lavorando in gruppo con i tuoi compagni di classe, immaginate di essere la redazione di una televisione o di una radio e di dover scrivere un servizio giornalistico su quanto accaduto recentemente in Italia a proposito dei flussi migratori.
1. Il servizio si deve aprire con una breve sintesi dei principali avvenimenti che riguardano i flussi migratori nel nostro Paese, con un focus particolare sugli ultimi cinque anni.
2. A seguire, una parte del servizio deve invece focalizzarsi sulla problematizzazione del fenomeno. Per costruire questo pezzo, potete farvi guidare dalle domande che seguono. Come nasce il fenomeno migratorio? Da quali problemi è determinato? Come affrontare le migrazioni in Italia? Perché arrivano molti bambini migranti, spesso soli? Quali possono essere le soluzioni ragionevoli e durature per gestire questo fenomeno?
3. Procedete nella vostra inchiesta raccogliendo delle testimonianze. Potete intervistare rappresentanti di organizzazioni politiche o sindacali o di organizzazioni non governative (ONG) che hanno affrontato il fenomeno migratorio.
4. Alla fine delle interviste e della raccolta di informazioni, preparate il servizio giornalistico del vostro gruppo di lavoro e confrontatelo con quello degli altri gruppi.