
Si può dire che la storia del Novecento si sia conclusa davvero dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989 e il crollo, nel 1991, dell’Unione Sovietica? Si può affermare che dopo di allora sia avvenuta una cesura profonda e radicale rispetto al passato? C’è chi ha parlato di una sorta di “fine della Storia”, che avrebbe visto il successo di un’unica superpotenza planetaria, la crescente espansione della democrazia e una marcia trionfale del capitalismo.
In realtà, le cose non sono andate a questo modo: tre diversi fenomeni, emersi in modo prorompente nell’ultimo quindicennio del ventesimo secolo, sono destinati a smentire una previsione diffusa ma altrettanto superficiale sull’epilogo del Novecento e l’avvento di una nuova era su scala mondiale.
Valerio Castronovo, ordinario di Storia contemporanea all’Università di Torino, è presidente dell’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” e collabora al supplemento culturale de Il Sole 24 Ore. Tra i suoi saggi più recenti, L’autunno della sinistra in Europa (Laterza 2017) e L’anomalia italiana. Un profilo storico dagli anni ottanta ai nostri giorni (Marsilio 2018). È autore per La Nuova Italia del nuovo manuale di storia per il triennio Dal tempo alla storia (2019).