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I centri di apprendimento: attivare e potenziare la didattica in classe

di  Giuseppina Gentili

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L’ambiente di apprendimento nei documenti ministeriali

L’attenzione alla progettazione di ambienti di apprendimento come elemento strutturale per  promuovere e garantire, a tutti e a ciascuno,  esperienze positive e di successo formativo a scuola, non è né una novità né solo una tendenza degli ultimi anni. Già nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012, viene dedicato un intero paragrafo alla questione, ribadendo in modo esplicito, come lo spazio, sia da intendersi una variabile determinante, per promuovere un apprendimento significativo ed efficace; concetto questo, ribadito ulteriormente nel documento ministeriale successivo: Indicazioni nazionali e nuovi scenari pubblicato nel 2018.

In esso si pone particolare attenzione alla correlazione tra ambiente e progettazione didattica sottolineando come “le caratteristiche dell’ambiente di apprendimento descritte nelle Indicazioni del 2012 rappresentano una condizione imprescindibile per lo sviluppo delle competenze degli allievi e pertanto si caratterizzano come una “prescrittività” implicita”. Ciò significa, che nella fase progettuale di ogni percorso-intervento educativo didattico, occorre porre la massima attenzione alla gestione flessibile, intenzionale e consapevole degli spazi e ambienti disponibili (non solo l’aula) in relazione a quanto già suggerito nei documenti citati. Si tratta di prevedere già all’inizio della fase progettuale spazi, arredi, strumenti in grado di supportare le diverse attività che gli alunni svolgono nei loro percorsi di scoperta, ricerca, confronto, collaborazione e discussione. (Tosi, 2019) 

Ri-progettare gli spazi dell’intervento didattico

I suggerimenti metodologici presenti nei sopra citati documenti ministeriali, consapevolmente finalizzati alla progettazione e realizzazione di ambienti di apprendimento significativi, invitano i docenti a ri-pensare e ri-disegnare gli spazi della didattica quotidiana, garantendo così ad ogni alunno e alunna la massima espressione delle proprie potenzialità. Queste attenzioni metodologico-educative sono orientate e finalizzate a:

  • Scoprire e valorizzare i punti di forza, le esperienze, le conoscenze e le diversità di ciascuno studente in modo da non farle diventare disuguaglianze.
  • Favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca di nuove conoscenze.
  • Incoraggiare e permettere l’apprendimento collaborativo.
  • Promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere.
  • Realizzare esperienze didattiche laboratoriali, per favorire l’operatività e allo stesso tempo la riflessione, il confronto e l’argomentazione. su quello che si fa, attivando autonomia, consapevolezza e responsabilità.

Benchè, il valore e l’importanza di progettare un ambiente apprenditivo efficace, siano ben definiti e argomentati con suggerimenti metodologici nelle Indicazioni nazionali, non è sempre facile, per i docenti passare dalla indicazione generale alla concretizzazione operativa nei propri contesti scolastici. Si tratta di mettere in campo strumenti progettuali e contestualizzare modelli già sperimentati come efficaci, per allestire nuovi ambienti e (nel caso non fosse possibile) per valorizzare gli spazi già presenti, ripensarli e adeguarli per sfruttarne al meglio le potenzialità. Tra le tante, una possibile proposta, in linea con questa idea, risultata già efficace in molti contesti anche internazionali, è l’organizzazione dei centri di apprendimento.

I centri di apprendimento e la teoria delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner

I centri di apprendimento, modalità organizzativa di ambienti e interventi didattici è uno degli aspetti distintivi dell’implementazione della Teoria delle Intelligenze multiple nei contesti scolastici.  La teoria delle Intelligenze Multiple elaborata e presentata da Howard Gardner nel 1984, parte dal presupposto che in ogni individuo, non esiste una unica e sovraordinata intelligenza, ma una molteplicità di abilità che consentono di acquisire, organizzare, elaborare ed utilizzare informazioni per risolvere situazioni problematiche di vita reale.

Parlare di una pluralità di intelligenze significa ammettere, parallelamente, l’esistenza di una molteplicità di modalità apprenditive e di strutture per l’accesso e l’elaborazione della conoscenza: non tutti apprendiamo le stesse cose, con gli stessi tempi e con le stesse modalità.  Tradotto in termini educativi significa ritenere che tutti gli studenti: possono apprendere, tutti possono aver successo, tutti hanno punti di forza che la scuola ha il dovere di scoprire e utilizzare. Nei contesti scolastici, utilizzare questa prospettiva significa avere uno strumento progettuale potente e prezioso per riconoscere le potenzialità degli studenti, diversificare l’azione formativa e garantire a ognuno opportunità di successo progettando spazi, contesti (centri di apprendimento) e attività molteplici e diversificate (Gentili, 2011).

I centri di apprendimento nella didattica quotidiana

La modalità progettuale-organizzativa dei centri di apprendimento si occupa di riorganizzare flessibilmente spazi, arredi e strumenti scolastici, con l’obiettivo di riconoscere, sostenere, valorizzare e utilizzare tutte le molteplici “intelligenze” presenti in classe. Sono infatti ambienti di apprendimento, realizzati in aula o in altri spazi disponibili, in cui ciascun alunno, spesso in modalità cooperativa, può condurre esperienze significative e stimolanti (la realizzazione di un progetto, la costruzione di un gioco, l’assolvimento di un incarico), a contatto con attività e materiali diversi che fanno riferimento alle molteplici intelligenze. Tali contesti apprenditivi diventano quindi preziose occasioni per i docenti, per osservare e scoprire i punti di forza di ciascuno ma anche per utilizzarli in attività sfidanti e per documentare come ogni studente, attiva dinamiche di problem solving per portare a termine l’attività proposta.

I centri non hanno una corrispondenza diretta con ognuna delle intelligenze, anche se ne favoriscono l’uso prevalente di una rispetto alle altre, a testimonianza che nelle situazioni reali le intelligenze non operano mai isolate ma in una continua e costante sinergia.  I centri di apprendimento risultano una risorsa preziosa ed efficace non solo per favorire una osservazione consapevole ed attenta da parte dell’insegnante ma anche per progettare e realizzare unità di lavoro disciplinari e multidisciplinari che stimolino contemporaneamente diversi canali apprenditivi. Si propone un esempio di percorso logico-matematico (allegato 1) sperimentato in classi 4 e 5 per esplorare e acquisire il seguente obiettivo disciplinare: riconoscere, descrivere e costruire figure geometriche (triangolo) individuandone elementi costitutivi e proprietà.

Per approfondire

  • Gardner H., (1987), Formae mentis: saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano;
  • Gardner H. et al. (2001), Cominciare a costruire dalle potenzialità dei bambini: l’esperienza del Project Spectrum, Ed. Jiunior, Azzano San Paolo (BG);
  • Gentili, G., (2011), Intelligenze multiple in classe, Erickson, Trento;
  • Tosi, L. (a cura di) (2019), Fare didattica in spazi flessibili. Giunti Scuola.

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