News Secondaria di secondo grado Storia

Fake news… dal Tardoantico

di  Andrea Cazzaniga

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False notizie scambiate per verità

Tutta la storia è costellata di fake news. Alcune di esse, poi, sono diventate tanto celebri da confondersi con la verità anche a distanza di molto tempo. Non fanno eccezione, in questo senso, le false notizie giunte dall’epoca tardoanticaQuesta età di transizione – che possiamo collocare tra la fine del III secolo e il crollo dell’Impero romano d’Occidente – da un lato mantenne un forte legame con il mondo antico, spesso vagheggiato come periodo di splendore e benessere, dall’altro presentò alcuni elementi di discontinuità, come la crescente importanza assunta dalla religione cristiana, anche in chiave politica.  E furono proprio questi due aspetti a contribuire all’elaborazione di alcune fake news durante l’epoca del tramonto di Roma.

Perché vinse Costantino?

Il primo esempio di false notizie del Tardoantico affonda le proprie radici nella leggenda e ha come protagonista incontrastato Costantino. Si racconta infatti che quest’ultimo, nella battaglia di Ponte Milvio, riuscì a sconfiggere il rivale Massenzio grazie all’aiuto di Dio. La notte precedente lo scontro, Costantino avrebbe avuto una visione del monogramma di Cristo, accompagnato dalla croce e dalle parole: In hoc signo vinces, “Con questo segno vincerai”. Dopo questa apparizione, Costantino si convertì al cristianesimo e l’indomani sbaragliò l’avversario.

In tempi recenti, l’analisi dettagliata della dinamica della battaglia (ricostruita grazie a fonti coeve poco considerate in passato) ha però svelato che a determinare l’esito dello scontro fu la sconsiderata strategia militare messa in atto da Massenzio. Quest’ultimo, prima si asserragliò dentro Roma, poi improvvisamente cambiò tattica e decise di sfidare il nemico in campo aperto. Massenzio, però, dispose le sue truppe troppo vicine al fiume Tevere e, quando Costantino contrattaccò, si trovò in grande difficoltà. Dovette così battere in ritirata con tutti i suoi uomini, imboccando un ponte in legno costruito poco tempo prima. Il ponte, tuttavia, non resse il peso delle truppe e crollò: molti, tra cui Massenzio stesso, morirono affogati.

Quali furono le conseguenze della conversione?

Il racconto della vittoria di Costantino coinvolge anche uno dei temi più dibattuti dalla storiografia: la sua conversione fu un atto di fede o un’abile mossa politica? Se da un lato non è possibile fornire una risposta univoca, dall’altro possiamo comunque affermare che questa scelta ebbe una conseguenza rilevante: Costantino ottenne infatti l’appoggio dei cristiani. Questa parte sempre più numerosa della popolazione romana si mostrò estremamente rispettosa delle leggi dell’impero e si adoperò per portare aiuto ai più poveri e ai bisognosi: due atteggiamenti che garantirono stabilità politica e sociale.

Fu la sete di sangue a portare gli unni in Occidente?

Il secondo esempio di fake news dell’epoca tardoantica è invece riferito agli unni ed ha un’origine evidente: l’atteggiamento degli storici romani nei confronti di questo popolo considerato “barbaro”. Sin dall’inizio, infatti, gli unni vennero dipinti dai latini come feroci e spietati. Si trasmise così l’idea di un popolo (e di un capo, Attila, detto “flagello di Dio”) che si scagliò contro l’Impero d’Occidente solamente per placare la propria sete di sangue. E che così decretò la fine di un mondo.

Per sconfessare questa narrazione, sedimentatasi nei secoli, è servito parecchio tempo. Gli studi più recenti dimostrano che a muovere gli unni verso Occidente non fu la loro spietatezza sanguinaria, bensì il cambiamento climatico. Fu infatti una grande siccità ad alterare profondamente la vita di questa popolazione asiatica, dedita all’agricoltura e all’allevamento, spingendola a migrare verso l’Europa. Del resto, nel corso del IV secolo i capi unni avevano tessuto con pazienza una tela diplomatica con l’Impero romano, fatta di accordi reciproci. Solo un evento “esterno” poteva dunque spingerli a cambiare drasticamente strategia, optando per l’invasione.

Alcuni contributi scientifici hanno evidenziato l’esistenza di questo grande cambiamento climatico. Esaminando gli anelli degli alberi presenti nelle aree in cui erano insediati gli unni, si sono individuati i periodi di siccità, e si è visto come questi coincidessero esattamente con l’epoca delle incursioni unne in Occidente. Non solo: analizzando con il metodo degli isotopi alcuni resti umani ritrovati e riconducibili a questo popolo, si è osservato come gli unni furono persino costretti dal cambiamento climatico a cambiare dieta, che divenne decisamente più povera. La loro migrazione fu dunque dovuta soprattutto al bisogno di trovare nuove risorse alimentari.