News Secondaria di secondo grado Arte

Il Museo Egizio di Torino si rinnova nel segno dell’inclusione

di  Veronica Rodenigo

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Oltre un milione di visitatori nel 2023 (inclusi eventi istituzionali e privati) e una collezione di circa 40.000 reperti di cui 3.300 esposti nelle sale museali e circa 12.000 nelle Gallerie della Cultura Materiale. Sono i numeri del Museo Egizio di Torino che quest’anno si appresta a festeggiare i suoi 200 anni di vita.

Meta irrinunciabile per chi visiti la città sabauda, il museo nacque nel 1824 nella sede dell’Accademia delle Scienze all’interno del secentesco palazzo del Collegio dei Nobili ed ora, in occasione di questo peculiare compleanno, l’istituzione sta per dare il via a un progetto che la trasformerà in un “luogo d’incontro, scambio, cultura, trasparente ed inclusivo”. L’avvio dei lavori è previsto per la metà di aprile e si dovrà concludere entro il 2024. Ancora in fase di valutazione la parziale o temporanea chiusura dell’istituzione. 

Il bando e il progetto 

Nel 2022 è stato bandito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo un concorso internazionale di idee vinto dallo studio olandese OMA (Office for Metropolitan Architecture, David Gianotten e Andreas Karavanas) in collaborazione con gli architetti locali Andrea Tabocchini Architecture, T-Studio e con la consulenza di Andrea Longhi. 

Fulcro del rinnovamento: la rifunzionalizzazione della corte interna per trasformarla in un nuovo spazio pubblico insieme al riallestimento della Galleria dei Re e del Tempio di EllesijaLa nuova agorà rinominata Piazza Egizia, che implicherà anche l’apertura di nuovi accessi, si presenta come un’area su due livelli coperta da una trasparente struttura in vetro e acciaio, accessibile liberamente anche oltre l’orario d’apertura del museo. 

A caratterizzare il progetto sono il cosiddetto giardino egizio con tanto di palmizi, una sala immersiva (a cura dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova), una nuova area conferenze e spazi espositivi temporanei nonché l’accesso gratuito e diretto al tempio di Ellesija, il più antico tempio rupestre della Nubia. Il tempio, in seguito alla costruzione della diga di Assuan, rischiava di venire sommerso dalle acque del bacino artificiale del lago Nasser e il Governo egiziano decise di donarlo al Governo italiano. Così nel 1966 venne trasferito e ricomposto a Torino. 

Il riallestimento della Galleria dei Re

Un’altra tappa fondamentale della metamorfosi dell’Egizio è da considerarsi il riallestimento della Galleria dei Re in sostituzione di quello attuale a firma dello scenografo Dante Ferretti e realizzato in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Attualmente sono in corso i restauri delle statue raffiguranti Faraoni e divinità provenienti da Karnak a Tebe. A breve si attende l’affidamento d’incarico per i lavori che comporteranno una redistribuzione delle statue secondo il loro assetto originario, così come dovevano trovarsi all’interno di un tempio egizio e, soprattutto, la riapertura delle finestre che consentirà all’ambiente di essere nuovamente illuminato dalla luce naturale. 

Una nuova visione di Museo 

«Celebrare i 200 anni del Museo, non è solo un esercizio di memoria, ma significa anche programmare il futuro» hanno dichiarato il Direttore Christian Greco e la presidente del Museo, Evelina Christillin. «Il progetto architettonico di Oma nasce sulla scorta di nuova visione di Museo, più articolato e multiforme: ente di ricerca, luogo inclusivo, spazio in cui, come recita l’articolo 3.2 della Costituzione italiana, si lavora per abbattere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo armonico della persona. Dopo la trasformazione del 2015 il Museo si è aperto al mondo, ha cambiato costantemente la sua offerta espositiva, ha studiato nuove strade e ricette per raccontare non solo la cultura materiale ma anche la storia nascosta dei reperti e della civiltà dell’antico Egitto. Per il bicentenario abbiamo deciso di riflettere sul ruolo dell’Egizio: è un luogo di conservazione o di distruzione? Cosa gli manca a 200 anni dalla fondazione? È a partire da questi interrogativi che vedrà la luce il nuovo Museo». 

Per approfondire

In copertina: Museo Egizio, Torino. Rendering della Piazza Egizia. Copy OMA