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LeggiAMO | Dante, una vita da romanzo

Speciale Dante

di  Anna Però

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Dante è da sempre, in un certo senso, un personaggio “da romanzo”: egli stesso ha descritto in forma (parzialmente) narrativa la propria vicenda biografica nella Vita nuova e poi in quell’immenso racconto in versi che è la Divina Commedia. Anche i suoi contemporanei vedevano in lui un individuo al centro di esperienze eccezionali e “romanzesche”, almeno a giudicare da un celebre aneddoto riportato da Boccaccio nel Trattatello in laude di Dante: passeggiando un giorno a Verona il poeta viene additato come “colui che va nell’inferno, e torna quando gli piace, e qua su reca novelle di coloro che là giù sono” da alcune donne, che riconoscono nel suo colorito olivastro e nel nero crespo dei capelli gli effetti del calore e del fumo infernali. Dante, che ascolta i commenti delle donne, se ne compiace molto, “sorridendo alquanto”. Ma è soprattutto agli occhi dei moderni che il poeta appare dotato dei tratti tipici dei protagonisti dei romanzi: il carattere volitivo e determinato nell’affrontare i mille ostacoli dell’esistenza e la volontà inflessibile di raggiungere un determinato scopo: la salvezza eterna, ma anche la gloria. Non stupisce quindi che, in età moderna e contemporanea, la figura di Dante si sia ritrovata al centro di molte opere narrative, scritte anche prima del fatidico settecentenario che si celebra quest’anno. 

Mario Tobino, Biondo era e bello, Mondadori 1974
Mario Tobino, psichiatra e scrittore, ripercorre passo passo la vita di Dante, intrecciando eventi storici e documentati con dettagli romanzeschi necessariamente inventati. Soprattutto viene approfondito quel lato emotivo e psicologico dell’esistenza del poeta che ci risulta normalmente oscuro o che si può dedurre indirettamente solo dai dettagli sparsi nelle sue opere. Dall’infanzia, quando il piccolo Dante sente nascere in sé, come “liberato da un dio”, il primo afflato poetico, fino alla morte, alla presenza dei familiari più cari. Tobino segue il percorso umano e letterario del poeta nel contesto dell’Italia del Due-Trecento, servendosi di uno stile visionario e dinamico, a tratti quasi poetico. 

Punti di forza: lo stile originale; la ricostruzione suggestiva degli eventi storici e biografici.

Quale Dante? Un Dante “tridimensionale”, arricchito di tratti psicologici inediti.

 

 

Enzo Fontana, Tra la perduta gente, Mondadori 1996
Nell’ultimo anno della sua vita, il 1321, Dante si trova a Ravenna, sotto la protezione del podestà Guido Novello da Polenta. Affaticato ma ancora energico ripensa al suo passato, ai lunghi anni di lontananza dai figli, che ora sono con lui, alla
Commedia, conclusa da poco, cui apporta gli ultimi ritocchi. Accetta con entusiasmo l’incarico affidatogli da Guido, di compiere una missione diplomatica a Venezia, ma proprio da quel viaggio tornerà febbricitante, e poco dopo morirà, circondato dai suoi cari. 

Punti di forza: l’empatia che l’autore mostra nei confronti del suo Dante.

Quale Dante? L’uomo alla fine della vita, afflitto dalla sofferenza dell’esilio ma fiero e consapevole del proprio valore.

 

 

Giulio Leoni, Dante e i delitti della medusa, Mondadori 2000
Nel primo di una fortunata serie di gialli storici che lo vede protagonista, Dante si muove, in qualità di Priore, in una Firenze cupa e inquietante, per indagare sull’omicidio raccapricciante di una celebre cantante. Attorno all’improvvisato investigatore figurano personaggi a noi noti della letteratura e della storia di quegli anni, da Guido Cavalcanti a Lapo Gianni al cantore Casella, citato nel Purgatorio e compagno, nella finzione narrativa, della donna assassinata. Il Dante di Giulio Leoni è certo meno affascinante di quello della Divina Commedia, ma l’operazione di riutilizzo della sua figura in un romanzo di genere è senz’altro interessante. 

Punti di forza: la descrizione della Firenze del Trecento come luogo di intrighi e delitti; la trama gialla avvincente.

Quale Dante? Un investigatore dilettante, non esente da vizi e difetti, che si fa guidare più dalle emozioni che dalla logica.

 

 

Hafez Haidar, Il viaggio notturno del Profeta, Piemme 2008
L’autore immagina che Dante, in esilio a Verona, riceva la visita di un misterioso frate, proveniente da Toledo, che gli porta in dono la traduzione di un testo arabo, la
Scala di Maometto. Questo codice esiste davvero, risale al VII secolo e Hafez Haidar ne offre, nel suo romanzo, la prima versione in italiano; il tema è un viaggio che Maometto avrebbe compiuto, sotto la guida dell’arcangelo Gabriele, dalla Mecca a Gerusalemme e poi fino al settimo cielo, il tutto nello spazio di una sola notte. Riprendendo una nota teoria sulle possibili fonti arabe della Divina Commedia, Haidar ipotizza che Dante abbia composto il suo poema ispirato da questa lettura e dopo aver vissuto egli stesso, in sogno, un viaggio nei regni dell’aldilà.  

Punti di forza: lo stile onirico, da Mille e una notte; la divulgazione di un testo arabo che racconta una vicenda simile a quella della Divina Commedia.

Quale Dante? L’esiliato, che rimpiange Firenze e Beatrice e sogna di lasciare una traccia grazie al suo poema.

 

Marco Santagata, Dante. Il romanzo della sua vita, Mondadori 2012
Uno dei più grandi dantisti moderni, scomparso di recente, ha scritto questa imprescindibile “biografia romanzata” del poeta, dettagliata fino ai minimi particolari (chi avrebbe mai detto che Dante fosse grande amico del fratello di Beatrice-Bice Portinari?) e scorrevole come la più gradevole delle opere di finzione. 

Punti di forza: la serietà assoluta dell’autore e la sua abilità di affabulatore.

Quale Dante? Il Dante storico, reso più vivo dalla ricchezza dei particolari desunti con acribìa da ogni riga delle fonti note.

 

 

 

Matteo Strukul, Dante enigma, Newton Compton 2021
L’autore, specializzato nel raccontare epoche passate con un tono e un ritmo da fiction televisiva (come dimostra il caso della fortunata saga dei Medici), si è molto documentato per raccontare gli anni (dal 1288 al 1293) della giovinezza di Dante. Il suo scopo, dichiarato fin dal titolo, è colmare con la fantasia alcuni interrogativi insoluti sulla vicenda biografica del poeta, a partire dalla (forse) difficile conciliazione tra l’amore ideale per Beatrice e il rapporto con la moglie, Gemma Donati. Protagonista del romanzo è anche la storia di Firenze, con le feroci dispute tra guelfi bianchi e neri e le guerre con le altre città toscane. 

Punti di forza: il ritmo incalzante, da fiction televisiva, con cui viene raccontata la storia di Firenze; l’abile fusione di realtà e finzione.

Quale Dante? Un giovane uomo innamorato dell’amore e di Beatrice, costretto a scendere a compromessi con la dura realtà dei suoi tempi.