La magia dei numeri principi

Il binomio narrativa e matematica sembrerebbe a prima vista improponibile: cosa c’entra la matematica con la lettura di un libro? Eppure ci sono dei risvolti estremamente interessanti. Lo scopo dell’articolo è proprio questo: comprendere come le storie possano diventare strumento potente ed efficace, non solo per introdurre chiunque nel mondo della matematica, ma per far scoprire e sperimentare significativi apprendimenti. Attraverso la storia, l’intreccio e la tensione narrativa si mantiene viva la motivazione ad apprendere e si consente di aggirare “gli ostacoli” della matematica.

Gli alunni si immedesimano nei protagonisti e personaggi della storia, vivono le loro emozioni, entrano dentro l’intreccio narrativo e sperimentano le situazioni apprenditive proposte all’interno della storia stessa. Il linguaggio narrativo diventa complementare a quello logico-analitico, stimola l’immaginazione nel visualizzare gli scenari di problem solving , favorendo processi dialogici di interazione tra loro e riflessione critica.  

Un libro per superare la paura della matematica

Il libro scelto per il percorso didattico proposto è “Il mago dei numeri” di Hans M. Enzensberger: un meraviglioso viaggio “dentro” il mondo matematico. Il protagonista è Roberto, un bambino di 10 anni, che ritiene la matematica, odiosa e incomprensibile tanto da averne paura, ma che grazie all’aiuto di un eclettico mago, impara a risolvere quesiti sempre più complessi, tanto da superare la sua “avversione matematica”. Una notte, in sogno, Roberto incontra un anziano signore piccolo, rosso ed irascibile, che dichiara di essere il Mago dei Numeri. Inizialmente scettico, il bambino continua a sognare il Mago per ben dodici notti, ed in ogni sogno gli fa scoprire in modo divertente le meraviglie della matematica. Noi ci soffermeremo su ciò che Roberto scopre nel sogno della terza notte: l’esistenza di numeri molto particolari, i numeri principi.

La proposta didattica

Il percorso didattico illustrato, sperimentato con bambini di classe 4 e 5, si inserisce in un progetto più ampio che ha visto gli alunni coinvolti nella lettura di tutto il libro in questione. 

Prima fase: la lettura della terza notte

L’attività inizia con la lettura veloce (senza soffermarsi in questo primo momento sui contenuti matematici specifici) del terzo capitolo nel quale il mago chiede di riflettere sui numeri che possono esser divisi in modo esatto senza resto, riattivando la comprensione del concetto di multipli e divisori, fino ad arrivare a scoprirne alcuni che sono divisibili solo per 1 e per se stessi: i numeri principi (numeri primi)

Seconda fase: Brainstoming, condivisione e argomentazione collettivi

Si chiede ai bambini di riflettere su quanto ascoltato e poi rispondere scrivendo in un foglietto (per evitare che si influenzino l’un l’altro), alle seguenti domande:

  • Quali sono i numeri di cui parla il mago quando dice che si possono dividere? 
  • Cosa si intende per divisibilità?
  • Quali sono secondo te i numeri che il mago chiama: numeri principi?
  • Perché secondo te li chiama proprio cosi?

Può accadere che non tutti riescano a rispondere in modo completo ai quesiti, lasciamo liberi i bambini di scrivere ciò che pensano, sarà poi nel confronto collettivo che i ragionamenti prenderanno forma e si struttureranno, grazie anche al contributo dell’insegnante che guiderà e solleciterà nuove riflessioni rilanciando ulteriori quesiti: il 4 è un numero principe, perché? Il numero 3? Il numero 15? Ecc….

Terza fase: lettura selettiva, scoperta e analisi dei ragionamenti matematici

Subito dopo si procede alla rilettura della parte nella quale il mago dei numeri dà indicazioni su come scoprire, tra una serie di numeri quali sono principi e quali non lo sono. L’insegnante legge e poi chiede ogni volta agli alunni di rappresentare sul quaderno la situazione illustrata dal mago (schema 1 in allegato) per individuare e scoprire i numeri principi prima entro il 50 e poi all’interno dei primi 100 numeri.  Al termine nel grande gruppo si condividono e argomentano le “scoperte matematiche” acquisite.

Quarta fase: monitoraggio e valutazione

Al termine di tutta l’attività, quando gli alunni hanno sperimentato modalità di scoperta dei numeri primi all’interno della sequenza numerica entro il 100, si propone il gioco: “Alla ricerca dei numeri primi” (allegato 2), grazie al quale sia gli alunni stessi sia gli insegnanti, possono monitorare e valutare lo stato di avanzamento di quanto appreso, consolidare e rinforzare (qualora ce ne fosse bisogno) le nuove acquisizioni. Il gioco diventa così anche un prezioso strumento di autodeterminazione: i bambini possono liberamente decidere quante volete ripeterlo per diventare sempre più sicuri di quanto hanno imparato. Al termine di tutto il percorso, l’insegnante promuoverà momenti di autovalutazione attraverso discussioni in circle time, schede di autopercezione dei lavori svolti e dei processi cognitivi attivati da ciascuno.

Per approfondire

Allegato 1 – Prima dimostrazione
Allegato 2 – Gioco alla ricerca dei numeri primi

Simulare Arduino e i suoi sensori con Tinkercad

Le Indicazioni Nazionali per il curricolo nella scuola secondaria di primo grado individuano chiaramente il laboratorio come “riferimento costante per la didattica della tecnologia”, intendendolo “soprattutto come modalità per accostarsi in modo attivo e operativo a situazioni o fenomeni oggetto di studio” in cui combinare “la progettazione e la realizzazione di semplici prodotti originali con la modifica migliorativa […] di quelli già esistenti”.

L’orientamento del documento sembra molto ambizioso e forse alcuni potrebbero ritenere utopici questi traguardi nel contesto tecnologico, che è sempre in rapida evoluzione. I dispositivi con cui entriamo in contatto quotidianamente sono oramai talmente complessi che può sembrare impossibile che gli alunni riescano a coglierne i principi di funzionamento o, addirittura, a cimentarsi nella loro progettazione o nel loro miglioramento.

Negli anni sono invece fiorite diverse possibilità che consentono di proporre un percorso laboratoriale con i ragazzi, anche quelli che frequentano la scuola secondaria di primo grado.

Arduino e Tinkercad

Una delle opzioni più consolidate è certamente Arduino e il suo “ecosistema”, costituito da schede governabili tramite un microcontrollore facilmente programmabile. Arduino si può interfacciare infatti a una grandissima quantità di dispositivi di output e di input. In particolare, è disponibile in commercio una grande varietà di sensori, in grado di raccogliere informazioni: non solo i dati ambientali come la temperatura o la concentrazione di gas, ma anche la distanza dagli oggetti o il semplice contatto di un apposito sensore con altri oggetti, sino ad arrivare ai microfoni o alle telecamere.

Parte di questo ecosistema può essere simulato virtualmente con Tinkercad, una piattaforma di progettazione online che consente – tra il resto – la simulazione di circuiti elettrici. Si può quindi prescindere dal possesso dell’hardware e cercare di effettuare degli esperimenti virtuali.

Un esempio di progetto in Tinkercad realizzato dall’utente Ali Lamborghini, che permette di simulare un circuito elettrico creato da una serie di LED alimentati da una patata.

Sperimentare con i circuiti

Per poter operare con Arduino senza rischiare di rovinare il materiale che si maneggia, è bene conoscere i principi di funzionamento di base di un circuito elettrico. In questo, le simulazioni con Tinkercad possono essere un ottimo modo di introdurre dei ragazzini all’elettronica facendo esperimenti virtuali. Ad esempio, è possibile cercare di dedurre (e poi anche “formalizzare”) le due leggi di Kirchhoff e la prima legge di Ohm, come anche le leggi che descrivono resistori in serie e in parallelo. Anche le più semplici applicazioni con Arduino, infatti, pongono tipicamente davanti alla necessità di avere a che fare con dei resistori ed è dunque opportuno che gli studenti – anziché procedere a casaccio o comunque senza capire che cosa stiano facendo – cerchino di capire il ruolo e l’importanza dell’utilizzo di questi componenti.

Una board Arduino Uno R3 connessa a un sensore di distanza a ultrasuoni e, tramite una breadboard, a tre LED. Per poter utilizzare i LED senza bruciarli è necessario aggiungere dei resistori.

Un esempio: il sensore di parcheggio

Un esempio di progetto semplice da cui partire per implementare un sensore su cui si potrebbero poi proporre alcune variazioni sul tema è l’emulazione di un sensore di parcheggio.

Grazie al sensore di distanza a ultrasuoni e ad alcuni LED si può infatti realizzare un semplice segnalatore di ostacoli che aziona diversi segnali luminosi a seconda che il sensore rilevi oggetti che siano lontani, vicini o a distanze intermedie. La programmazione di Arduino per condizionare l’accensione dei LED alle distanze misurate dal sensore è particolarmente semplice su Tinkercad, che implementa un linguaggio a blocchi che consente di evitare le difficoltà della sintassi C-like (che resta comunque disponibile).

Un semplice codice riferito al circuito con Arduino dell’immagine precedente, che condiziona l’accensione dei LED alla lettura dei dati del sensore di distanza emulando un semplice sensore di parcheggio.

Questo era davvero solo un piccolo esempio. Non ci resta che esplorare le tantissime possibilità offerte da Tinkercad per simulare progetti di elettronica con (e senza) Arduino.

Il limite è soltanto la nostra fantasia!

Per approfondire

  • Elettronica a scuola con Arduino e Tinkercad
    Un breve articolo riguardo l’introduzione di Arduino a scuola e l’azionamento di LED e altri dispositivi.
  • Coding e tecnologia: semaforo verde per Arduino
    Un webinar del 2021 in cui si propone l’introduzione di Arduino a scuola per la realizzazione di semplici progetti di attivazione di componenti di output, ovvero gli attuatori. Si propone in particolare la realizzazione di un semaforo tramite dei LED, con diversi livelli di complicazione.
  • Arduino e Tinkercad per l’utilizzo di sensori
    Un webinar del 2023 in cui si propone l’introduzione di Arduino a scuola per la gestione di input, vale a dire dei dati provenienti da alcuni sensori, come in questo nostro articolo.
  • Electric Circuits
    Una playlist con dei video in inglese (sottotitolati) che illustrano i principi di funzionamento dei circuiti elettrici con un supporto grafico. I dispositivi illustrati sono di differente livello di complicazione, ma il modo in cui sono presentati cerca di addolcire le difficoltà tecniche.

Le scienze e le altre discipline STEAM

L’approccio STEM è un modello innovativo di insegnamento che integra 4 diverse discipline (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) allo scopo di realizzare percorsi di apprendimento capaci di far acquisire agli studenti una visione olistica delle conoscenze. È importante precisare che per ingegneria si intende la capacità di usare conoscenze e abilità per progettare, per realizzare quanto progettato, per trovare soluzioni a problemi concreti e per controllare i risultati. L’approccio parte dal presupposto che le sfide che la modernità pone a studenti e insegnanti richiedono che le abilità provenienti dalle diverse discipline si contaminino e si fondano in nuove competenze (Fig. 1). È per questo che l’educazione STEM utilizza principalmente un apprendimento basato su progetti, ispirandosi a situazioni reali, al fine di preparare gli studenti ad affrontare le sfide scientifiche e tecnologiche della società.  

Fig. 1

Nell’insegnamento delle scienze sperimentali, infatti, le discipline rimangono spesso separate a discapito della comprensione di molti fenomeni: basti pensare a quanta fisica si può trovare nello studio del corpo umano o più in generale della biologia

Quando, poi, tra le discipline si includono anche le arti figurative e la musica, si parla di STEAM. La loro presenza vuole sottolineare l’importanza della creatività come componente essenziale delle STEM e la necessità di incorporare il pensiero creativo e le arti applicate in situazioni reali. Anche se a prima vista la creatività potrebbe sembrare un’abilità lontana dalle materie scientifiche, in realtà il pensiero creativo è la capacità di pensare fuori dagli schemi, trovando soluzioni innovative ai problemi. Recentemente anche le neuroscienze hanno evidenziato che esiste un coordinamento tra le regioni del cervello implicate nel pensiero divergente e nella generazione di nuove idee e quelle coinvolte nella selezione delle idee e nel controllo dell’attenzione.
Le STEAM perciò forniscono un ambiente di apprendimento interdisciplinare che consente sia di arrivare a una comprensione più profonda e duratura dei concetti esplorati, sia di sviluppare competenze che permettono di applicare quanto appreso alla vita reale.
Rispetto a una progettazione tradizionale delle attività didattiche, l’approccio STEAM richiede infine una pianificazione più accurata e una formazione adeguata dei docenti.

Ecco un esempio di percorso didattico che integra alcune discipline STEAM.

Progettare e costruire un modello di sottomarino

Questa “sfida tecnologica” può essere introdotta presentando l’immagine di uno dei primi sottomarini, la cui costruzione si può collocare verso la fine del 1700 (Fig. 2).

 
Fig. 2

Si chiede agli studenti di immedesimarsi in un gruppo di scienziati dell’epoca che ha un problema da risolvere: costruire un sottomarino che possa raggiungere grandi profondità e che sia in grado di risalire senza utilizzare motori o eliche.
Si può suggerire agli studenti di osservare i movimenti dei pesci in un acquario o in un filmato poiché spesso l’uomo si è ispirato alla natura per costruire oggetti. Si può scoprire così che molti pesci utilizzano la vescica natatoria per risolvere il problema del movimento verticale e si può trarre spunto da questo meccanismo nella progettazione del sottomarino (Fig. 3).

 
Fig. 3 – Che cosa hanno in comune pesci e sommergibili? Si muovono entrambi in acqua… ma c’è dell’altro. Entrambi, infatti, sfruttano la spinta di Archimede per scendere in profondità e salire in superficie.

La vescica natatoria è un organo idrostatico: aumentando o diminuendo di volume permette al pesce di variare la propria spinta idrostatica per renderla maggiore, uguale o minore del proprio peso; in tal modo il pesce può spostarsi a vari livelli di profondità. 

Gli studenti possono cimentarsi nella costruzione di un modello funzionale di vescica natatoria utilizzando bottiglie e palloncini.  (Fig. 4) 

 
Fig. 4

 

Fig. 5

Dall’esperienza svolta appare evidente che per salire o scendere occorre sfruttare un meccanismo che consenta di aumentare o diminuire la densità: un corpo affonda quando il suo peso è maggiore della spinta idrostatica che riceve. 

Se occorre, si potranno citare altri esempi che chiariscano i concetti fisici coinvolti; per esempio si potrà chiedere “Perché una nave galleggia, pur essendo fatta di metalli e pur trasportando carichi pesanti?” (Fig. 5) e proporre una modellizzazione: mettere una pentola in una bacinella piena d’acqua e poi osservare cosa succede quando la si riempie prima a metà, poi fino all’orlo. 

Attraverso questi esempi e la manipolazione apparirà chiaro che la densità dipende dalla massa e dal volume (d=m/V). Qui è il caso di sottolineare quanta matematica c’è nel concetto di densità: i rapporti, le formule inverse, la nozione di volume, l’importanza delle unità di misura ben dimensionate.
Una volta che si sarà compreso come funziona la vescica natatoria dei pesci i ragazzi inizieranno a progettare il sottomarino. Ogni gruppo dovrà utilizzare le conoscenze acquisite per costruire un prototipo di sottomarino che possa muoversi nell’acqua in modo simile ai pesci. Durante la progettazione, i gruppi potranno confrontarsi e scambiarsi idee per migliorare il proprio modello. Infine, dopo aver costruito il modello del sottomarino, ogni gruppo dovrà testarlo e valutare se è in grado di muoversi correttamente nell’acqua. In base ai risultati ottenuti, i gruppi potranno discutere come migliorare il loro prototipo e presentare i loro progetti al resto della classe.
In Figura 6 la descrizione della costruzione di un sommergibile.

Fig. 6

 

La costruzione del modello semplificato di sottomarino richiede l’applicazione di numerose conoscenze scientifiche, come la variazione della pressione dell’acqua con la profondità, il concetto di spinta idrostatica e il principio di Archimede, e per la progettazione e la costruzione del modellino, che dovrà scendere e risalire nella colonna d’acqua, necessita di competenze tecnologiche e ingegneristiche; gli studenti dovranno inoltre fare ricorso alla loro creatività per rendere il design del sottomarino attraente e funzionale.
Alla fine della sfida, gli studenti avranno sviluppato abilità interdisciplinari e pratiche, nonché una comprensione più profonda del funzionamento degli oggetti sommersi e delle sfide ingegneristiche dell’esplorazione subacquea (Fig. 7). 

Fig. 7

PER APPROFONDIRE

Matescienze Live webinar  Le scienze e le altre discipline STEAMVincenzo Boccardi, Ernesta De Masi e Giulia Forni

SCOPRI L’OPERA

Tra le dita – Scienze da esplorare, di A. Alfano, V. Boccardi, E. De Masi, G. Forni – Fabbri Editore – Rizzoli Education, 2022 – Testo di scienze per la scuola secondaria di primo grado

Insegnare Arte, anche attraverso il digitale 

Insegnare arte ai giovani studenti è sempre stata una sfida impegnativa per i docenti. In passato, l’approccio all’insegnamento di Arte ed Immagine si concentrava sull’acquisizione e l’applicazione delle tecniche artistiche tradizionali. Tuttavia, oggi la disciplina è diventata più complessa, con l’integrazione del digitale come elemento ormai essenziale nella comunicazione visiva. 

Non c’è dubbio che la rapida evoluzione delle tecnologie abbia portato una vera e propria rivoluzione nell’ambito artistico. L’uso del digitale in classe consente di avvicinare le studentesse e gli studenti alla realtà virtuale e/o aumentata, alla manipolazione digitale di immagini e alla creazione di contenuti multimediali, talvolta anche interattivi, rendendo l’apprendimento dell’arte più coinvolgente e stimolante. Inoltre, l’integrazione del digitale permette agli studenti di sviluppare competenze trasversali, come la capacità di problem solving e la creatività, che spingono a trovare il giusto trait d’union per produrre un messaggio visivo efficace e che possono essere utilizzate in svariati contesti. 

Tuttavia, l’utilizzo del digitale non deve sostituire completamente le tradizionali tecniche artistiche come il disegno, la pittura o la scultura. La tecnica digitale deve essere vista come un’ulteriore opportunità di espressione, integrata ai metodi classici per potenziare le competenze degli studenti. 

I docenti di Arte ed Immagine di oggi devono essere pronti ad affrontare questa nuova realtà e ad acquisire nuove competenze e conoscenze tecniche per guidare le studentesse e gli studenti in questo universo in continuo cambiamento. Tuttavia, non c’è bisogno di sentirsi intimoriti, perché oggi ci sono molte app user-friendly con un’interfaccia semplice che facilitano l’approccio al digitale. 

Inoltre, è importante considerare che gli studenti di oggi sono nati in un’epoca digitale e usano i device quotidianamente. Tuttavia, spesso non ne conoscono a fondo le potenzialità e non sanno come utilizzarli in modo consapevole, limitandosi a un utilizzo passivo. In questo contesto, l’utilizzo a scuola può aiutare gli alunni a capire come il digitale può essere usato in modo corretto e creativo, spingendoli ad essere più consapevoli e attivi nell’uso dei dispositivi. 

L’insegnamento di Arte ed Immagine è in costante evoluzione e come docenti dobbiamo adattarci ai tempi ed essere pronti ad affrontare questa nuova sfida, creando una sinergia unica tra vecchio e nuovo. Solo attraverso questa evoluzione necessaria possiamo essere in grado di guidare i nostri studenti verso un apprendimento completo ed efficace, fornendo loro gli strumenti necessari per esprimersi in un modo creativo e attuale che rispecchia il mondo che li circonda.

Per approfondire: 

Tra le app particolarmente utili ne citiamo alcune:

  • Sketchbook: un’app disponibile su dispositivi mobili e desktop, per la creazione di disegni e schizzi digitali, che offre una vasta gamma di strumenti e che consente agli utenti di creare immagini con livelli e trasparenza.
  • Tayasui Sketches: un’app per dispositivi mobili, utile per realizzare disegni digitali, caratterizzata da un’interfaccia utente intuitiva e semplice da usare con molti strumenti di disegno.
  • Infinite Painter: un’app di pittura e disegno digitale, disponibile per dispositivi mobili, che offre una vasta gamma di opzioni e strumenti, tra cui pennelli, matite e forme geometriche.
  • Paper (iOS): è un’app di illustrazione digitale, disponibile per dispositivi mobili, che nella versione gratuita dà la possibilità di creare diversi taccuini tematici con i propri bozzetti, attraverso l’uso degli strumenti di base.

Las Rías Baixas están de fiesta

En marzo en las Rías Baixas tienen lugar dos fiestas, la Fiesta de la Arribada y la Reconquista, que celebran dos importantes hechos históricos. 

La primera, la Fiesta de la Arribada, tiene lugar el primer fin de semana de marzo en Baiona. En estos días la pequeña localidad costera se transforma en un pueblo medieval. Sus calles empedradas se llenan de talleres artesanales y puestos de comida típica mientras que en el mar se representa la llegada de una carabela que cambiaría la historia no solo de este municipio sino del mundo entero: el 1 de marzo de 1493 La Pinta, una de las tres carabelas de Colón, atracaba en el puerto de Baiona, dando a conocer el descubrimiento más importante ocurrido de la Edad Media.

En la nave, bajo el mando de Martín Alonso Pinzón y pilotada por el pontevedrés Cristovo García Sarmiento, llegaron plantas, animales e indígenas por vez primera al Viejo Continente. 

La segunda, la Reconquista, se celebra la última semana del mes en Vigo y conmemora el alzamiento popular de la ciudad contra los franceses, convirtiéndola en la primera ciudad de Europa que logró expulsar al ejército de Napoleón de una plaza conquistada. 

Para la ocasión, el casco viejo de la ciudad se traslada en el tiempo: en cualquier esquina, en medio de los puestos de artesanía tradicional y gastronomía de la ciudad, el visitante podrá encontrar representaciones teatrales que recrean las escaramuzas entre vigueses y franceses, siendo el momento álgido de la fiesta cuando se simula el derribo de la puerta de la ciudad.

Y recuerda que cuando se va a la Fiesta de la Arribada o a la Reconquista, para empaparse mejor del espíritu histórico, se debe acudir vestido con los trajes de la época.

Di STEM in STEM – L’insegnamento STEM al passo coi tempi

Ormai da diverso tempo l’acronimo STEM è diventato familiare nel mondo della scuola e ne conosciamo tutti il significato. In un ordine dovuto puramente a ragioni eufoniche, inizia con la lettera S di SCIENZA (science), cioè lo studio del mondo attorno a noi, e continua con la T di TECNOLOGIA (technology), non limitata unicamente a cellulari, computer, stampanti 3D e LIM, ma riferita a qualsiasi strumento, anche semplice, realizzato dall’uomo per soddisfare un bisogno o facilitare un lavoro. Poi c’è l’INGEGNERIA (engineering), che unisce i materiali a disposizione all’idea o progetto che si ha in testa e alla costruzione di un prodotto; l’ingegneria ci permette di capire se qualcosa non funziona e perché, e “pesca” dalle conoscenze scientifiche, tecnologiche e matematiche le soluzioni ai problemi. In ultimo, ma non certo perché meno importante, c’è la MATEMATICA (mathematics), il linguaggio dei numeri, delle forme, delle misure e delle quantità che fa parte della nostra vita ogni giorno! 

Da quando è entrata per la prima volta nelle scuole, però, l’educazione STEM ha avuto molti sviluppi e alcuni ricercatori ne hanno aumentato il campo d’azione, aggiungendo l’ARTE (arts), o meglio le espressioni artistiche, che comprendono, oltre alla pittura e alla scultura, anche la musica, il teatro, il canto e la poesia. È con le STEAM che si contribuisce a sviluppare negli studenti e nelle studentesse l’ingegno necessario a inventare o scoprire qualcosa di nuovo, perché preparano ad affrontare i problemi pensando con entrambi gli emisferi del cervello, quindi in modo sia analitico con l’emisfero sinistro, sia creativo con l’emisfero destro.

Ma non finisce qui, perché passando a un livello superiore da qualche anno il nome si è allungato. Alcuni ricercatori, infatti, hanno proposto di aggiungere la R di reading, cioè “leggere”, sottintendendo anche comprendere i testi e scrivere. Secondo i sostenitori di STREAM questo approccio completa la formazione dello studente, che viene così equipaggiato di tutti gli strumenti necessari per pensare e applicare le sue conoscenze nelle situazioni reali e in una professione futura. 

Ciò che si è mantenuto costante sono le caratteristiche di base: l’imprescindibile connessione delle attività STEM con il mondo reale, l’assenza di un “libretto di istruzioni” nello svolgimento di un progetto e il pensiero creativo che consente di realizzare prodotti finali non omologati perché frutto di una progettazione personale. 

Perché è importante insegnare ancora le STEM oggi? Viviamo un momento storico in cui, forse mai come ora, è necessario proporre nelle classi attività costruite sulla base della filosofia STEM. La società sta entrando a grandi passi nell’Era della robotica, dell’intelligenza artificiale e delle digitalizzazioni e per tutti questi progressi saranno necessarie in un futuro assai prossimo menti brillanti pronte a crearli e utilizzarli.

Non solo. La popolazione umana in costante crescita dovrà sempre più confrontarsi con varie problematiche: il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale, la fornitura di energia pulita a prezzi accessibili, la necessità di assistenza sanitaria, i trasporti sostenibili, la sicurezza alimentare e molto altro ancora.

È allora chiaro che l’apprendimento a scuola delle interconnessioni tra scienza, tecnologia, ingegneria e matematica deve essere una parte irrinunciabile dell’istruzione. Infatti, non solo sviluppa e allena abilità utili nella vita, formando cittadini preparati e consapevoli, ma indirizza anche a quelle carriere professionali, come scienziati, ingegneri, medici, programmatori, ecc., che dovranno affrontare con successo le sfide che attendono la società. Possiamo affermare che le STEAM incoraggiano i giovani a far parte del futuro. 

I festival da non perdere a aprile

STORIE CONTROVENTO

Mercoledì 26 – sabato 29 aprile 2023 – Bellinzona, Svizzera

Il festival compie dieci anni ad aprile 2023. Nelle scorse edizioni hanno partecipato ogni anno fino a oltre 1000 ragazzi di terza e quarta medie e delle scuole post obbligatorie della Svizzera italiana: un migliaio di ragazzi che hanno dapprima letto e poi incontrato l’autore dei libri proposti. I protagonisti di quest’anno sono: Gaia Guasti, Cary Fagan, María José Ferrada, Trung Le Nguyen.

Per maggiori informazioni, consultate la pagina
http://www.storiecontrovento.ch/.

B-BOOK FESTIVAL

Domenica 16 – martedì 18 aprile 2023 – Cosenza

Ri-partenze

La Città dei Ragazzi del Comune di Cosenza, nei giorni 16,17 e 18 aprile 2023, promuove, nell’ambito del progetto Edu-factoring, la settima edizione del Festival B-Book. Un mondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi.

“Ri-partenze” è il tema del festival, scelto per raccontare la voglia di cambiare, di viaggiare, di esplorare, che abita ciascuno di noi. Il desiderio di posare lo sguardo sul futuro, su nuove storie e nuove avventure.

Tanti gli scrittori e le scrittrici che animeranno gli incontri rivolti alle scuole primarie e secondarie di primo grado: da Andrea Vico a Gianluca Caporaso; da Assunta Morrone ad Eva Montanari; da Maria Laura Mura a Michele D’Ignazio; da Beniamino Sidoti a Laura Orsolini; da Andrea Bevacqua a Patrizia Fulciniti e Claudio Dionesalvi. 

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina
https://bbookfestival.files.wordpress.com/2023/02/programma-bbook-2023.pdf.

Pablo Picasso: un anno di eventi, mostre e celebrazioni

Pablo Picasso: un anno di eventi, mostre e celebrazioni

L’8 aprile 1973, a Mougins, nel Sud della Francia, moriva Pablo Picasso. Aveva 91 anni. Per celebrare il cinquantesimo anniversario della sua morte, in Francia, in Spagna e in altri paesi fioriscono iniziative che permettono al grande pubblico di entrare in contatto con l’opera di questo gigante del Novecento e con la forza dirompente del suo linguaggio.

Al centro delle celebrazioni picassiane si trova il  Musée National Picasso di Parigi, che, come principale finanziatore e coordinatore, insieme a Bernard Picasso, nipote dell’artista e presidente di FABA (Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Art) e del Museo Picasso di Malaga, ha organizzato una cinquantina di mostre ed eventi che si terranno in rinomate istituzioni culturali in Europa e Nord America.

Lo scopo è, oltre a celebrare il maestro, riuscire a fare il punto, grazie a nuove interpretazioni e approcci, sullo stato degli studi e della comprensione dell’opera di Picasso.

I governi francese e spagnolo hanno deciso di collaborare con celebrazioni ufficiali in Francia e in Spagna che si concluderanno con un grande simposio internazionale nell’autunno del 2023, in occasione dell’apertura del Centro Studi Picasso a Parigi.

Diamo un’occhiata ai luoghi e agli eventi più interessanti e significativi.

IN FRANCIA

Célébration Picasso, la collection prend des couleurs!

Parigi, Musée National Picasso, 7 marzo – 27 agosto 2023

Il Musée National Picasso di Parigi propone di riscoprire la sua ricchissima collezione permanente di opere del maestro, attraverso una mostra, progettata dallo stilista britannico Paul Smith, noto per il suo interesse per il colore e le contaminazioni culturali.

L’accostamento di queste due personalità dà vita a una lettura contemporanea dei capolavori di Picasso che sottolinea il carattere sempre attuale dell’operato dell’artista.

Picasso et la préhistoire

Parigi, Musée de l’Homme-Museum national d’histoire naturelle, 8 febbraio 2023 – 12 giugno 2023

Nel 1902 i dipinti della grotta di Altamira, in Spagna, furono riconosciuti come vere opere preistoriche, nel 1922 fu rinvenuta la Venere di Lespugue; il percorso artistico di Picasso si avvia e muove i suoi passi in parallelo alle grandi scoperte e all’affermarsi di studi sempre più approfonditi sull’arte della Preistoria. Nell’eccezionale contesto del Musée de l’Homme una quarantina di dipinti, sculture, disegni, ceramiche e ciottoli incisi di Pablo Picasso vengono presentati in dialogo con opere e oggetti preistorici, esplorando la relazione dell’artista con questo lontano passato.

Formes et métamorphoses: la création céramique de Picasso

Vallauris, Musée Magnelli, Musée de la céramique, 6 maggio 2023 – 30 ottobre 2023

Nel 1946 Picasso, in vacanza a Golfe-Juan, incontra Suzanne e Georges Ramié, fondatori del laboratorio ceramico Madoura di Vallauris, con i quali inizia una collaborazione l’anno successivo. Anche se aveva già avuto esperienza nella ceramica, fu proprio a Vallauris che Picasso scoprì le diverse tecniche e imparò rapidamente a padroneggiarle.

Stimate tra 3.500 e 4.000, le ceramiche di Pablo Picasso appaiono estremamente innovative e la mostra, attraverso la presentazione di un gruppo di opere emblematiche, si propone di cogliere l’evoluzione della ricerca formale e plastica di Picasso nell’arte ceramica.

Gertrude Stein et Picasso. L’invention du langage

Parigi, Musée de Luxembourg, 13 settembre 2023 – 21 gennaio 2024

Scomposizione analitica degli elementi semplici della vita quotidiana, linguaggio e pittura, serialità – tanti sono i caratteri formali propri della ricerca delle avanguardie pittoriche e letterarie del XX secolo che accomunano e nutrono l’amicizia parigina fra la scrittrice americana Gertrude Stein e il pittore spagnolo Pablo Picasso. Questa mostra offre un approccio documentario alla vita di Gertrude Stein, che si è svolta a due passi dal Musée de Luxembourg, frequentato regolarmente, alla sua amicizia con Picasso e ai suoi legami con la scena artistica della città. Per quel che riguarda Picasso,  sono gli anni eroici delle Demoiselles d’Avignon e del Cubismo, rappresentati in mostra da un importante nucleo di opere, molte delle quali provenienti dal Musée National Picasso – Parigi.

IN SPAGNA

Malaga, la città andalusa che ha dato i natali a Picasso, ospita due musei dedicati all’artista: la casa natale e il Museo Picasso Malaga. Entrambi in questo 2023 oltre a valorizzare la propria collezione, ospitano mostre dedicate al maestro.

Las edades de Pablo

Malaga, Museo Casa Natal Picasso, 21 giugno – 1° ottobre 2023

Premesso che una visita alla casa natale di Picasso è un’esperienza affascinante, perché permette un’immersione nel mondo nel quale l’artista ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza, questa mostra è un motivo di attrazione in più, perché costituisce un vero e proprio percorso cronologico e stilistico dell’opera di Picasso secondo le tappe che hanno segnato la sua vita, arricchito da molte sue opere giovanili e poco note al grande pubblico.

La imagen de Picasso

Malaga, Museo Casa Natal Picasso, 18 ottobre 2023 – 3 marzo 2024

La presenza di Picasso nei media: la fotografia, la carta stampata, la televisione, la pubblicità, il cinema, i fumetti o la musica popolare offrono un caleidoscopio di visioni e rappresentazioni diverse del maestro che è diventato, anche nella cultura pop, un’icona dell’arte del Novecento e un prototipo dell’artista tout court.

Picasso as seen by Otero

Malaga, Museo Picasso, 17 gennaio 2023 – 23 aprile 2024

A breve distanza dalla casa natale di Picasso, il Museo Picasso – Málaga vanta una collezione permanente di circa 400 opere del maestro. Nel 2023 l’istituzione celebra sia il cinquantenario della morte di Picasso che il ventesimo anno di apertura e per questo motivo offre al pubblico alcune mostre davvero interessanti, fra le quali Picasso as seen by Otero.

L’argentino Roberto Otero è stato uno dei pochi giornalisti e fotografi ai quali Picasso ha aperto le porte della sua casa nel sud della Francia e ha anche offerto la sua amicizia. Otero, quindi, rivela con le sue foto Picasso negli anni Sessanta, la sua vita quotidiana, la sua famiglia, i suoi amici, in un racconto al tempo stesso intimo e aperto, quasi un’introduzione al mondo personale di Pablo Picasso, al suo essere uomo e, insieme, artista.

Picasso Escultor: Materia y Cuerpo

Malaga, Museo Picasso, 9 maggio 2023 – 10 settembre 2023

Il corpo, come strumento e come fine ultimo della rappresentazione, è il tema alla base di questa mostra che presenta un’accurata selezione di sculture di Picasso. L’intento dell’esposizione è quello di mostrare la pluralità di stili che Picasso ha utilizzato per esplorare ed espandere le forme del corpo umano nella rappresentazione nello spazio. 

L’artista ha sempre mostrato in ogni fase della sua lunga e proteiforme attività quasi un’ossessione nello scomporre il corpo umano in una varietà di formati e generi, utilizzando tutti i materiali a sua disposizione: legno, bronzo, ferro, cemento, acciaio o malta, confermando così l’importanza da lui attribuita a ogni modalità di espressione artistica.

El Eco de Picasso 

Malaga, Museo Picasso, 3 ottobre 2023 – 24 marzo 2024

Pablo Picasso ha avuto un’enorme influenza sull’arte del XX secolo, soprattutto per la libertà che caratterizza ogni aspetto della sua espressione artistica in pittura, scultura, grafica, ceramica. Non c’è artista prima di Picasso che abbia avuto un seguito così ampio di seguaci e ammiratori, ma anche di detrattori e oppositori, quasi l’arista spagnolo fosse una sorta di pietra di paragone per le scelte artistiche della contemporaneità. La mostra El eco de Picasso si basa su questo effetto esercitato dalle sue pratiche artistiche soprattutto nell’arte globalizzata di oggi e riunisce il lavoro di una trentina di artisti in dialogo con l’artista di Malaga.

Picasso y el Greco

Madrid, Museo Nacional del Prado, 13 giugno 2023 – 17 settembre 2023

Nel museo del Prado, che ha visto Picasso comparire come copista nei registri delle presenze, la mostra giustappone una selezione di opere di Picasso ad altre del Greco in modo da rendere tangibile l’evidente influenza che il pittore cinquecentesco ha esercitato sul primo tratto della carriera picassiana, tra il periodo blu e il cubismo.

Picasso Vs. Velázquez

Madrid, Casa de Velázquez, 1 settembre 2023 – 30 novembre 2023

Picasso adolescente, durante una visita al museo del Prado, rimane folgorato dal capolavoro di Velázquez, Las Meninas. Molti anni e molte opere dopo, nell’estate 1957, Picasso ritrova, o almeno questa è la leggenda, una fotografia della celebre tela: si innesca in lui una frenesia creativa che lo porta in quattro mesi a realizzare ben 58 dipinti dedicati e direttamente ispirati a Las Meninas. La mostra si basa su questo rapporto, sugli echi e sul gioco di specchi tra le opere dei due pittori. 

Le opere grafiche di Picasso dialogano con fotografie d’archivio, lettere e documenti audiovisivi, oltre ad altre opere realizzate appositamente per l’occasione da noti artisti contemporanei, per offrire un’esperienza plurale e transdisciplinare.

 

NEGLI STATI UNITI

Jeune Picasso à Paris

New York, Solomon R. Guggenheim Museum 12 maggio 2023 – 7 agosto 2023

Il Guggenheim Museum dedica una piccola mostra composta da dieci fra dipinti e opere su carta tratti dalla propria collezione, accomunati dal fatto di essere stati realizzati da Picasso all’inizio del suo soggiorno a Parigi, intorno al 1900. Al centro dell’esposizione il celebre Le Moulin de la Galette. Questi lavori esemplificano un periodo di sperimentazione stilistica e di fascinazione esercitata sull’artista spagnolo dalla ville lumière e dai suoi locali notturni che divennero una primaria fonte di ispirazione, insieme ai diversi personaggi e tipi umani che li frequentavano.

Picasso Landscapes: Out of Bounds

Cincinnati, Cincinnati Art Museum 24 giugno 2023 – 11 ottobre 2023

Out of Bounds è una mostra itinerante che si concentra su un tema poco conosciuto, se mai fosse possibile, dell’attività di Picasso: il paesaggio.

Questo genere artistico, praticato dall’artista fino dalla prima giovinezza e mai abbandonato, è stato un catalizzatore della sua sperimentazione formale, un campo di indagine sulla modernità urbana, un’interfaccia tra umanità e natura, di cui ci parlano le quaranta opere scelte, tra dipinti e sculture. 

PER APPROFONDIRE 

Tante mostre per Picasso

  • Al link seguente è possibile trovare un elenco molto esaustivo di tutte le mostre organizzate nel 2023-2024 per celebrare il cinquantenario della morte di Pablo Picasso: visita la pagina.
  • Al link seguente si possono trovare info e dettagli sulle celebrazioni per il cinquantenario della morte del maestro spagnolo organizzate dal Musée National Picasso Parigi: visita la pagina.

Pablo è vivo! Riflessioni su Picasso a cinquant’anni dalla sua morte

Lo storico dell’arte e docente universitario Valerio Terraroli, autore del corso di storia dell’arte per la scuola secondaria di II grado, Con gli occhi dell’arte, ci introduce all’arte del grande maestro e ci aiuta a capire un artista che è ancora vivo a 50 anni dalla sua morte.

Una voce fuori dal coro

Un graffiante articolo sullo sfruttamento mediatico del “fenomeno” Picasso nel sistema/business delle mostre d’arte è quello di Flaminio Gualdoni, pubblicato sul “Giornale dell’arte” il 3 novembre 2022 dal titolo Nessun vaccino per l’epidemia di Picassite, che potete consultare a questo link: https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/nessun-vaccino-per-l-epidemia-di-picassite/140501.html

La chimica a colazione

È una mattina come tante, sono ancora assonnato e il brontolio della caffettiera mi richiama in cucina. Sarà la mia deformazione professionale da insegnante, ma di fronte all’aroma invitante del caffè appena fatto non riesco a fare a meno di pensare a quanta chimica c’è in una colazione. Continuo a sognare per un po’ e immagino che potrei iniziare la giornata facendo lezione proprio qui, trasformando la mia cucina in un laboratorio. 

Si inizia con un buon caffè 

Come funziona una moka? Se provassimo a chiedere alle persone perché il filtro ha la forma di un imbuto, con il collo che arriva quasi al fondo della caldaia bollitore, non tutti saprebbero rispondere. Quando disponiamo l’acqua nella caldaia, facciamo attenzione a lasciar libero un po’ di spazio affinché sia occupato dall’aria (Figura 1A). Una volta sistemata la moka sul fuoco, l’aria si riscalda, si espande e assieme al vapore prodotto dal riscaldamento dell’acqua incrementa la pressione sull’acqua sottostante. Questa pressione costringe l’acqua calda a risalire il tubo del filtro a imbuto e a fluire attraverso la polvere di caffè contenuta in un secondo filtro (Figura 1B). Dunque, il vapor d’acqua non raggiungere il caffè, ma contribuisce, in un secondo tempo, a esercitare pressione sull’acqua liquida. Il flusso d’acqua (solvente) estrae la caffeina e altri aromi solubili dalla polvere e crea un effetto eluente (lo stesso principio è utilizzato nelle colonne cromatografiche) che trascina particelle insolubili, molto piccole, non trattenute dal filtro. In questo modo, si hanno due metodi di separazione combinati: l’estrazione con solvente associata a una filtrazione. 

A questo punto, la bevanda nel bricco di raccolta (Figura 1C) è una soluzione formata da un solvente (l’acqua) e diversi soluti (caffeina, polifenoli, sali minerali ecc.). Tuttavia, a causa delle polveri insolubili, il caffè si comporta anche come colloide e come sospensione. 

Il pennacchio bianco che accompagna il brontolio della caffettiera, non è vapore. O meglio, non lo è più: si tratta infatti di minuscole goccioline d’acqua  formatesi per condensazione dei vapori prodotti dal caffè caldo della goccia, le forze di attrito (dipendenti dalla superficie) sono maggiori rispetto alla forza peso di ciascuna goccia (dipendente dal volume). Quando questo avviene, si forma una nebbia: un aerosol liquido che costituisce un’altra tipologia di colloide. Per osservare una delle proprietà dei colloidi basterebbe usare un piccolo puntatore laser: facendo passare la luce attraverso il pennacchio bianco, oppure attraverso un po’ di caffè versato in una provetta e diluito con dell’acqua, si osserverà la “strisciata” della luce diffusa attraverso il colloide, il classico effetto Tyndall (Figura 2).                                            

     

 

 

 

 

 

 

Figura 1: Struttura di una Moka. A) Caldaia con acqua, B) filtro ad imbuto, C) bricco di raccolta
Figura 2: Effetto Tyndall. A sinistra una soluzione vera, a destra un colloide

Il pane non manca mai

In genere, per ottenere una temperatura e una morbidezza perfette, si riscalda la fetta di pane nel microonde. Le microonde sono costituite da un campo elettromagnetico, che inverte la propria polarità circa 2,5 miliardi di volte al secondo. Se incontrano una molecola d’acqua, che è fortemente polare a causa delle differenti elettronegatività di idrogeno e ossigeno, ne inducono la vibrazione per effetto dell’interazione con le sue cariche. La vibrazione delle molecole d’acqua si traduce, a causa dell’attrito, in un aumento di temperatura. L’effetto delle microonde dipende dunque dalla struttura molecolare delle singole sostanze e dal loro contenuto di acqua: è per questo motivo che il piatto di ceramica rimane freddo nonostante il pane sopra sia soffice e caldo, o che ci si scotta le labbra se si scalda il latte in una tazza con il bordo decorato. Nel microonde, infatti, non bisogna mai introdurre metalli (per esempio la stagnola) o vernici contenenti metalli (come quelle di alcune ceramiche) perché le microonde generano correnti elettriche che provocano scariche e surriscaldamenti sul metallo stesso. 

Il microonde fu inventato quasi per caso negli anni ‘40 in Inghilterra, da un tecnico che lavorava alla produzione di radar. Questi si accorse che una barretta di cioccolato posata nelle vicinanze del generatore di microonde di un prototipo si era sciolta.  Incuriosito, provò a concentrare le microonde su dei chicchi di mais, che si trasformarono in popcorn: l’acqua presente nella polpa del chicco evapora e, trattenuta dalla buccia, crea una sovrapressione che lo fa scoppiare. Anche se non li mangio a colazione, non metterei mai delle castagne con la buccia o dei gamberetti con il guscio dentro al microonde: il botto sarebbe assicurato.

Per riprodurre a scuola un’esperienza simile, basterà riscaldare un becher di vetro contenente acqua e un becher di vetro contenente olio, in quantità uguali; in pochi minuti si osserverà una notevole differenza di temperatura fra i due liquidi. Poi, sarà necessario discutere con gli alunni cosa significhi “quantità uguali” nei due contenitori: stesso volume, stessa massa o stesso numero di moli? 

Per una buona colazione c’è sempre anche qualcosa di dolce

Come il miele, che è prodotto con una serie di sistemi di separazione molto comuni nei laboratori di chimica: la centrifugazione associata alla filtrazione (per raccogliere il miele dalle cellette) e la decantazione in imbuto separatore (il bidone maturatore degli apicoltori). Sul tavolo, potrebbero esserci anche la marmellata e le pesche sciroppate, rigorosamente fatte in casa.  In questo caso, occorre segnalare una discriminazione: poiché quando tutti pensano a questo tipo di delizie danno molta importanza al barattolo di vetro, è necessario sottolineare che il vero protagonista è il tappo. Durante la preparazione, le pesche sono disposte in un barattolo di vetro, che è tappato e messo a bagnomaria. La tecnica del bagnomaria sfrutta il principio della sosta termica durante l’ebollizione (intorno ai 100 °C), per cui la temperatura interna non aumenta oltre questo valore e l’alimento è sterilizzato a temperatura costante senza bruciacchiarsi. Dentro al barattolo si genera anche una sovrapressione dovuta al vapore che vi si forma e all’aria riscaldata che si espande come previsto dalle leggi dei gas. In questo caso, il tappo, che funziona come una valvola di non ritorno, lascia uscire i gas quando la pressione all’interno è più alta rispetto all’esterno e non permette che ne entrino quando la pressione interna diminuisce a causa del raffreddamento del gas e della condensazione del vapore (Figura 3); si instaura così un ambiente sterile e ipobarico che impedisce la crescita di muffe e batteri (sottovuoto).

Figura 3: vaso per la sterilizzazione e principio di funzionamento

Qualora non si gradisse il caffè, la scelta della bevanda mattutina potrebbe ricadere sul tè, che è ottenuto per estrazione con solvente e filtrazione. 

Se si aggiunge lo zucchero, trattandosi di saccarosio (C12H22O11)) in acqua, si ottiene una soluzione non elettrolitica della quale si può ricavare la molarità con pochi e semplici calcoli. Se si preferisce il limone, invece, è possibile osservare una decolorazione istantanea del tè (Figura 4). Ipotizzando che ciò sia dovuto al colore chiaro del succo, si potrebbe verificare la supposizione aggiungendo un altro elemento chiaro come il bicarbonato di sodio: a questo punto, il tè, oltre a diventare imbevibile, cambia di nuovo colore, passando a tonalità più scure. Tale fenomeno è dovuto al fatto che il tè è un indicatore di pH, per cui cambia colore a seconda che l’ambiente sia basico (tè e bicarbonato) o acido (tè e limone).

Il limone è uno dei frutti più utilizzati nei laboratori scolastici: la scorza è ricca di limonene, che può essere estratto con un semplice distillatore in corrente di vapore, mentre il succo è un acido debole; si possono fare esperienze di titolazioni colorimetriche per misurarne sia l’acidità totale (dovuta soprattutto all’acido citrico) sia il contenuto di vitamina C. Inoltre, trafiggendo un limone con due lamine di metalli diversi (es. zinco e rame) è possibile costruire una semplice pila a setto poroso (Figura 5). 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 4: diverse colorazioni del tè in seguito all’aggiunta di una sostanza acida
Figura 5: pila realizzata con limone, lamella di rame (catodo)  e un chiodo di ferro (anodo)

E infine i biscotti

Basta intingerli nel tè per osservare il liquido risalire anche nella parte emersa di biscotto in pochi secondi (Figura 6).  L’imbibizione è una conseguenza della capillarità, ovvero la capacità di alcuni liquidi (fra i quali l’acqua) di risalire, contro gravità, lungo un tubo molto stretto (capillare) (Figura 7). L’etichetta nutrizionale dei biscotti, inoltre, presenta un esempio di misure utilizzate nelle miscele e nelle soluzioni solide: la percentuale massa su massa (%m/m).

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 6, 7: Principio di capillarità e imbibizione da risalita