GIornate da ricordare

Giornate del Latino
13 e 14 aprile 2023

Introduzione

La cittadinanza e l’Impero Romano: chi erano i cittadini dell’Impero? Perché l’impero romano è ancora oggi un modello?
Un viaggio interdisciplinare fra politica, letteratura, arte e il concetto di progresso tecnologico. Ogni intervento tratta il tema della cittadinanza romana da un diverso punto di vista attraverso più discipline, per permettere un nuovo e più attraente lavoro in classe.

I contributi degli autori

  • Le strade di Roma. Un’efficiente rete di comunicazione fra centro e periferia, di Piera Bacci
  • Ariovisto: il nemico, la propaganda, l’imperialismo, di Ilaria Torzi
  • Le giustificazioni della conquista nel mondo romano, di Mario Lentano
  • Tracce di antimperialismo nella letteratura latina, di Olga Cirillo
  • Donne di potere e storiografia “al maschile”: le Agrippine, di Anna Però
  • Impero romano e imperi di oggi: continuità e differenze, di Roberto Balzani

I contributi degli autori

Le strade di Roma. Un’efficiente rete di comunicazione fra centro e periferia

di Piera Bacci

Una politica imperialistica di conquiste, di espansione territoriale e di controllo del territorio richiede una vasta rete di comunicazione tra centro e periferia.

Con la professoressa Bacci parleremo quindi delle strade di Roma perché è proprio attraverso l’efficiente rete di vie di comunicazione che una grande potenza può avere il controllo sul territorio e, inoltre, attraverso queste stesse vie passano anche il commercio, la lingua e la cultura

I Romani furono grandi costruttori di strade, ne costruirono tante e di varie tipologie, a seconda dell’uso che ne veniva fatto. Un reticolo capillare che partiva da Roma e copriva una superficie di ottantamila chilometri, per arrivare ovunque. La percorribilità non era dovuta solo all’ottimo manto stradale, ma anche ai servizi e alle infrastrutture che si trovavano lungo il cammino: alberghi (mansiones), terme, stazioni di servizio (mutationes) dove si poteva mangiare e cambiare i cavalli e anche avere soldi a disposizione con gli argentarii. Attraverso le strade, dunque, si costruisce una grande potenza e Roma ne è un chiaro esempio.

Guarda il vide

Scarica la presentazione 

Ariovisto: il nemico, la propaganda, l’imperialismo

di Ilaria Torzi

Cesare, a detta di Svetonio il primo, appunto, dei Caesares, ha contribuito con le sue conquiste non solo ad ampliare il territorio romano, ma a sviluppare l’ideologia imperialista e a costruire una propaganda che la favorisse. 

Nei confronti di Ariovisto, re svevo sconfinato in Gallia, utilizza, infatti, tutte le strategie appropriate per giustificare un intervento che anticiperà, per così dire la mirabile sintesi di Anchise nel VI libro dell’Eneide: parcere subiecis et debellare superbos. Si passa infatti dalla stigmatizzazione del “barbaro” per bocca degli alleati da difendere, al concetto di bellum iustum, allo spazio dato, almeno apparentemente, al punto di vista del nemico. 

In un percorso “tradizionale”, in cui i testi verranno compresi ed esaminati nel loro contenuto, ma anche analizzati nella loro struttura sintattica, non poteva mancare un confronto con altri passi “classici” della letteratura latina in cui si dà voce all’avversario: le parole di Critognato, nel VII libro del de bello Gallico, a quelle di Calgaco, nell’Agricola di Tacito.

Guarda il video

Scarica la presentazione

 

Per trattare l’argomento in classe con un materiale più ampio, questa la presentazione che Ilaria Torzi propone, con testi di Cesare dal De bello Gallico e dall’Agricola di Tacito.

Le giustificazioni della conquista nel mondo romano

di Mario Lentano

Giustificare la propria superiorità e quindi una politica imperialistica è la necessità di ogni popolo che metta in atto azioni di conquista e di espansione del territorio.

Con il professor Lentano vediamo in quale modo i Romani giustificavano il loro dominio sugli altri popoli.

Attraverso un aneddoto riportato dallo storico Tito Livio e accaduto durante l’assedio della città etrusca di Falerii appare chiaro come i Romani mostravano se stessi in guerra, e cioè valorosi e con un forte senso morale. L’affermazione di Roma, la creazione del suo impero non è dunque il frutto di circostanze casuali: i Romani vincono perché sono militarmente forti ed eticamente giusti.

La seconda testimonianza arriva da Vitruvio che ci racconta come gli uomini abbiano caratteristiche diverse in base al luogo in cui sono nati e vivono. I Romani sono stati posti dalla divinità nella zona centrale, privilegiata, e proprio per questo hanno un perfetto equilibrio di coraggio e intelligenza, doti che gli permettono di essere superiori ai popoli del nord e a quelli del sud. La conclusione di queste affermazioni è che, quindi, l’imperialismo romano non è il frutto di un abuso, ma l’esito della volontà divina che ha concesso ai Romani determinate caratteristiche che li hanno resi i più forti e quindi i vincitori legittimi.

Due modi diversi ma efficaci di giustificare la posizione di dominio che i Romani hanno esercitato per molti secoli della loro storia.

Guarda il video

Tracce di antimperialismo nella letteratura latina

di Olga Cirillo

È possibile parlare di tracce di antimperialismo nella letteratura latina? Come veniva percepito l’imperialismo di Roma da storici, scrittori e poeti che a Roma vivevano e operavano?

Per dare una risposta a queste domande insieme alla professoressa Cirillo esamineremo alcuni testi della letteratura latina.

In primo luogo testi della storiografia. Con Sallustio vediamo come le critiche non siano all’imperialismo ma alle conseguenze dell’imperialismo. Roma è del tutto legittimata nel suo atteggiamento di conquista e di espansione della sua potenza, ma la troppa ricchezza accumulata e la troppa sicurezza della propria forza fanno perdere il senso del limite e indeboliscono.

Il punto di vista cambia con i poeti elegiaci. Tibullo, Properzio e Ovidio celebrano la dimensione privata e l’amore. Non sono contrari all’imperialismo ma al militarismo e questo perché ritengono la pace necessaria per vivere in un contesto d’amore. Ai poeti elegiaci non interessa la ricerca di ricchezza e gloria, ma la pace e la tranquillità che permettono di celebrare l’amore. 

Infine, con Tacito vediamo la prospettiva dei popoli vinti. I Romani sono indeboliti dalla loro ricchezza e dalle loro conquiste, sono avidi ed avari. Si è quindi realizzato quello che Sallustio già ipotizzava e temeva.

Guarda il video

Scarica la presentazione 

Donne di potere e storiografia “al maschile”: le Agrippine

di Anna Però

Nella società romana il posto della donna era nella domus. Poi nel passaggio dalla Repubblica al Principato c’è una grande novità: la domus imperiale diventa il centro del potere. E quelle donne si trovano al centro del mondo romano senza però poter ricoprire un ruolo ufficiale.

Nella prima dinastia imperiale, quella Giulio Claudia, alcune donne si trovano così improvvisamente in questa ambiguità. Raccontiamo qui la storia di due famosissime figure ribelli, le due Agrippine, la maggiore e la minore. Come ci racconta Tacito, Agrippina maggiore sposa Germanico e fa con lui molti figli. Ma non era una matrona come tutte le altre, aveva un carattere indomito, addirittura va in campo di battaglia in Germania, ammirata da tutti. Anche in Oriente procede con Germanico a un tour trionfale sulle tracce di Alessandro Magno e Marco Antonio. Ma Germanico muore a 33 anni e lei, tornando a Roma, si scontra prima con Tiberio, l’imperatore, poi con il prefetto, fino ad essere relegata nell’attuale isola di Ventotene. Ma la sua eredità non finisce qui: il suo unico figlio maschio sarà poi l’imperatore Caligola e una delle figlie genererà Nerone. Quale figlia?

Agrippina minore ha nella storia uno stigma di malvagità: per esempio si narra che costringa lo zio a sposarla e poi elimini tutti quelli che si frappongono al suo progetto di portare suo figlio Nerone a capo dell’Impero.

Ma chi erano veramente le due Agrippine? Non è facile dirlo perché su di loro si sono accumulati una serie enorme di stereotipi misogini. Molte delle accuse volte a queste due donne erano false. Anna Però ci spiega perché, con l’aiuto di Tacito e delle parole stesse (riportate) dei protagonisti dell’epoca.

Guarda il video

Impero romano e imperi di oggi: continuità e differenze

di Roberto Balzani

Perché l’idea di impero che ci proviene dall’Impero romano è una delle più resistenti? C’era una base di tipo etnico o l’idea era quella di includere l’intero mondo conosciuto? Quella dell’Impero romano è una visione estensiva ma sempre di integrazione. Virgilio dice “con il solo confine dell’Oceano”. Un’immagine che è durata in Occidente per tutti i secoli successivi.

Passando dall’analisi della (falsa) donazione di Costantino e dall’idea di impero della Chiesa romana, Roberto Balzani passa in rassegna tutti gli imperi più importanti che hanno voluto ereditare l’idea romana: da quello di Carlo V fino a Napoleone per arrivare al nostro secolo.

Oggi ci sono gli imperi immateriali delle merci, delle strutture di comunicazione, sempre basati sul principio di dover integrare quello che non si conosce. L’idea materiale e spaziale di impero è comunque ancora viva, come si vede dalle azioni delle grandi potenze di oggi (Stati Uniti, Cina, Russia), dal dominio fisico e economico che esse portano avanti.  La Russia del resto viene percepita come un impero pericoloso fin dal XVIII secolo, quando venne creato il documento apocrifo di Pietro il Grande (un falso, come la donazione di Costantino) che perpetuava l’intento conquistatore in Europa del gigante russo. 

Guarda il vide

Eventi da rivedere

Giornate del latino 2022

SCOPRI I CORSI