Un’applicazione da inserire nella cassetta degli attrezzi di un insegnante!

Cari insegnanti, 

vi raggiungo anche nel corso delle vacanze estive con un articolo dal contenuto didattico perché so che i docenti sono come le formichine: durante la bella stagione – quando sono più alleggeriti dagli impegni scolastici – lavorano per racimolare idee e spunti che potranno tornare utili in futuro.

Per questa ragione, oggi voglio mostrarvi una “chicca”: l’invito che vi rivolgo è di sperimentarne il funzionamento (che è piuttosto intuitivo!) e di inserirla nella cassetta degli attrezzi indispensabili per una maestra o un maestro.

Si tratta di ZaplyCode, una piattaforma visuale facile, creativa, divertente e alla portata di tutti, che nasce con l’intento di avvicinare i più piccoli alle modalità di ragionamento logico alla base del coding attraverso un percorso costruito sull’immaginazione, sull’elaborazione e sulla creazione.

In altre parole, ZaplyCode è uno strumento di programmazione visuale tramite la Pixel Art perfetto per introdurre ai bambini il pensiero computazionale. Questa piattaforma è stata progettata per essere funzionale su Tablet, PC e soprattutto sulla LIM.

Si compone di due distinte applicazioni, l’una complementare all’altra:

  • Zaply Code: consiste nello scrivere una sequenza di istruzioni con blocchi numerati e colorati che permettono al bambino di disegnare un’immagine in pixel art verificandone contestualmente la correttezza.
  • Zaply Pixel: è uno strumento che permette all’insegnante di creare un disegno con la pixel art e di riprodurre e stampare il codice a blocchi.

Vi lascio ora un semplice tutorial per scoprirne il funzionamento:

https://youtu.be/2CoG7yWl278 

A tutti auguro una serena estate!

L’autrice

Gloria Ragni – Insegnante di scuola primaria, promotrice del “fare per apprendere” e sostenitrice dell’utilizzo integrato del digitale nella didattica. Ha un blog didattico https://maestraglo.altervista.org e condivide su Instagram le sue avventure da maestra (la trovate come @maestraglo).

Matematica in movimento: 9 giochi con i numeri da 1 a 9

Come unire movimento e apprendimento della matematica?

È possibile aggiungere una componente di movimento alle attività di matematica, da svolgere in giardino o in palestra, per rendere più divertente l’apprendimento di concetti matematici.

Per favorire un maggiore coinvolgimento e una partecipazione attiva, è opportuno scegliere giochi con poche e semplici regole, di facile comprensione e veloce esecuzione. Si può far riferimento anche a dei giochi noti o tradizionali modificando o aggiungendo delle regole (es. la campana delle tabelline).

Attraverso il movimento i bambini possono consolidare l’apprendimento dei numeri, delle operazioni, delle tabelline oppure allenare le proprie capacità di problem solving: questi sono, per esempio,  gli aspetti coinvolti nei giochi descritti in questo articolo. I giochi matematici di movimento permettono di sviluppare non solo le abilità matematiche e motorie ma in essi entrano in gioco anche la capacità di attenzione, di concentrazione, la memoria di lavoro, ecc.

Per organizzare dei divertenti giochi di movimento non occorrono tanti materiali, ma addirittura è possibile utilizzare lo stesso materiale per proporre tante attività diverse. In particolare, i nove giochi qui sotto elencati si basano sull’utilizzo di carte con i numeri da 1 a 9, in formato A4, che si consiglia di plastificare (vedi allegato). I giochi scelti sono semplici e personalizzabili in base all’età dei bambini, al luogo in cui sono organizzati e agli strumenti disponibili.

Memorizza il numero

Il bambino osserva per qualche secondo un numero, esegue un percorso motorio (es. slalom tra i coni) e al termine compone, utilizzando le carte con le cifre da 1 a 9, il numero memorizzato. Il numero da memorizzare può essere scritto al momento su un foglio o una piccola lavagna oppure il bambino può pescare il biglietto (preparato in anticipo) con il numero scritto. Si può variare la difficoltà proponendo numeri con due, tre o più cifre; l’importante è che siano composti da cifre tutte diverse (da 1 a 9) se si vuole svolgere l’attività con un solo set di carte.

 

 

 

Conta e muoviti

Il bambino pesca una carta con un numero da 1 a 9 e un biglietto con un movimento da eseguire (saltellare a piedi uniti, saltellare su un piede solo, camminare all’indietro, battere le mani, ecc.). Il bambino ripete quello specifico movimento il numero di volte indicato sulla carta.

 

 

 

 

 

 

Numeri in ordine

I bambini, a turno, pescano una carta, eseguono un percorso motorio e al termine dispongono la carta sul pavimento in modo tale da riprodurre una linea dei numeri da 1 a 9. La carta deve essere posizionata nel giusto ordine e alla giusta distanza da quelle già presenti (lasciando lo spazio necessario per collocare le carte mancanti). Si può semplificare l’attività indicando le nove posizioni vuote sul pavimento (es. utilizzando dei sassi come contrassegni, facendo un riquadro con i gessi, ecc.).

 

 

Maggiore e minore

Due bambini pescano ognuno una carta, eseguono in parallelo due percorsi motori e al termine ognuno mostra la propria carta al compagno. Dopo il confronto, il bambino che possiede il numero maggiore alza le braccia sollevando la carta e l’altro si accovaccia. Vince chi ha la carta con il numero maggiore o minore, in base a quanto deciso prima di iniziare il gioco.

 

 

 

 

Staffetta delle operazioni

I bambini si dispongono su due file. I primi due bambini pescano un biglietto con un’operazione da svolgere (vedi allegato), corrono dalla parte opposta dove sono disposti sul pavimento le carte con i numeri da 1 a 9 e posizionano il biglietto (es. 2+3) sulla carta con il numero corrispondente al risultato (es. 5). Poi corrono al punto di partenza e toccano il compagno di squadra che può così pescare un altro biglietto, correre verso le carte, ecc. Il gioco termina quando tutti i componenti di una delle due squadre ha eseguito il percorso. Si controllano i biglietti e per ogni operazione posizionata correttamente la squadra riceve un punto. Vince la squadra che ha conquistato più punti. Per facilitare il riconoscimento, i biglietti di ogni squadra avranno un contrassegno differente oppure saranno scritti con un colore diverso, ecc.

 

Componi il numero

Si dispongono le carte in ordine su una griglia 3×3. Un bambino pronuncia un numero di tre o più cifre e il compagno si muove da una casella all’altra componendo il numero.

 

 

 

 

 

 

Campana delle tabelline

Si tratta di una variante della campana. Si disegna sul pavimento, con il gesso, la campana con i numeri da 1 a 9 e si pesca una carta per scoprire quale tabellina dovrà essere recitata mentre si saltella nelle caselle. Ad esempio, se un bambino pesca la carta 3, quando salterà sulla prima casella dovrà dire 3, sulla seconda casella 6, sulla terza 9 e così via. Oltre alle difficoltà tipiche di questo gioco, in questa variante si aggiunge quella nel pronunciare correttamente la tabellina.

 

 

 

Somma magica

Si crea una griglia 3×3 sul pavimento (con il gesso, il nastro carta, ecc.). I bambini, divisi in due squadre, a turno scelgono una carta con i numeri da 1 a 9 e la posizionano in una delle nove caselle. Vince la squadra che riesce a completare una linea in verticale, in orizzontale o in diagonale con una somma di 15.

 

 

 

 

Shut the box sul pavimento

Si tratta del gioco “Shut the box” da realizzare sul pavimento con le carte. Per giocare sono necessari due dadi (o un dado da lanciare due volte). Si dispongono le carte da 1 a 9 in ordine sul pavimento, una accanto all’altra. Il primo giocatore lancia due dadi e gira la carta o le carte che sommate tra loro danno il numero uscito. Per esempio, se escono i numeri 2 e 5, il giocatore può girare la carta 7 o le carte 2 e 5 o le carte 6 e 1 o 4 e 3 oppure 4, 2 e 1. Il giocatore lancia di nuovo i dadi e sceglie quali carte girare. L’obiettivo è quello di girare tutte le carte.

Il gioco termina quando il giocatore non può più girare le carte e il punteggio ottenuto corrisponde alla somma delle carte rimaste. Il turno passa al giocatore successivo. Vince chi ha totalizzato il punteggio minore. Se un giocatore riesce a girare tutte le carte, grida “shut the box”.

 

E ora non resta che giocare…

Buona “matematica in movimento”!

L’autrice

Simona Fiorentino, insegnante di scuola primaria, specializzata nella didattica inclusiva, con una grande passione per la matematica. Condivide idee e attività ludiche di matematica sulla pagina Facebook/Instagram @ludomatica.

Proposte “moto-cognitive”

Il prossimo anno scolastico, nella scuola primaria, arriveranno gli esperti di movimento. Insegnanti specializzati in educazione motoria avranno il compito di proporre attività specifiche per le classi quinte e, se le anticipazioni del Ministero saranno rispettate, negli anni successivi ci saranno figure simili nelle quarte, nelle terze e così via.

Un’innovazione importante, come importante è il tema del benessere fisico, ma che non ci deve distrarre da un approccio complessivo al movimento.

Le acquisizioni delle neuroscienze -che spesso si continuano a definire “recenti”, anche se ormai sono ben solide e acquisite- ci dicono che l’apprendimento è complessivamente più efficace se abbinato a un contesto stimolante anche dal punto di vista motorio. Così, per esempio, la classe tradizionale basata su banchi e sedie, un setting che prevede lunghe ore da passare praticamente immobili, diminuisce l’efficacia delle lezioni nella scuola primaria e non solo.

Oltre ad aggiungere delle ore di educazione fisica, quindi, è necessario prevedere un cambio culturale e progettuale che affianchi al compito cognitivo attività motorie a esso abbinate. Non si tratta, quindi, solo di pause attive, di passeggiate più o meno libere per recuperare le energie consumate, ma di vere e proprie proposte integrate che potremmo definire “motocognitive”: percorsi didattici che alternano problem solving a sperimentazione e uso dello spazio circostante.

Un esempio, tratto dal recente “Didattica universale, italiano per le classi 1 – 2 -3” della Erickson,  è la proposta che abbiamo chiamato «Rime per correre»: principalmente un gioco motorio destinato a una classe seconda da condurre nella palestra o nel cortile della scuola.

Preparazione

La classe, attraverso un’estrazione casuale, viene suddivisa in due squadre. Ciascuna di esse si posiziona in fila, dietro una sedia chiamata «base».

A una distanza di circa dieci metri da ciascuna base, ci sarà un’altra sedia per ciascun gruppo, chiamata «meta». Si consiglia di etichettare le sedie «base» e «meta» con scritte piuttosto evidenti: la spiegazione del gioco risulterà più semplice e chiara. Sulle sedie «meta» di ciascun gruppo sono appoggiati numerosi cartellini: su ogni cartellino c’è scritta una parola.

Il gioco

Obiettivo del gioco è abbinare le parole a due a due, in modo da costruire delle rime nel minor tempo possibile. Quindi:

  • al via, il primo di ciascuna squadra corre verso la sedia «meta» e pesca una parola, poi torna correndo verso la sedia e consegna la parola al secondo della fila;
  • il secondo corre verso la sedia «meta» e cerca la parola che fa rima con quella ricevuta dal compagno o dalla compagna e, una volta compiuto l’abbinamento, torna velocemente verso il gruppo base e consegna le due parole alla propria squadra.

A questo punto sono possibili due casi.

Caso 1: l’abbinamento è corretto. I due cartellini vengono sistemati sulla sedia «base» e lì resteranno fino alla fine del gioco. Dopo l’abbinamento, ovviamente, il gioco continua con lo scatto di un nuovo giocatore o di una nuova giocatrice.

Caso 2: l’abbinamento non è corretto. Il giocatore successivo prende entrambi i cartellini con le parole, corre verso la sedia «meta» e cerca di creare un abbinamento tra una delle due parole che ha in mano e i cartellini presenti sulla sedia.

Fine del gioco

Il gioco termina quando scade il tempo dato dall’insegnante o quando una delle due squadre ha abbinato tutte le parole presenti sulla sedia: le due squadre si riuniscono per analizzare tutti gli abbinamenti. Le parole vengono lette e si mettono in evidenza le rime di ogni abbinamento per calcolare i punti di ogni squadra.

Il gioco dovrebbe essere proposto in più riprese, in modo da consolidare le acquisizioni dei bambini e le bambine della classe.

Ovviamente si tratta di un esempio. Mille sono le idee e le possibilità che si possono mettere in campo: l’importante è iniziare a pensare i bambini e le bambine che imparano muovendosi, alzandosi dal banco, attivandosi. 

Fa bene al corpo, fa bene alla mente, fa bene all’umore del gruppo.

¡Carnavales de Cádiz en junio!

El dictador norcoreano Kim Jong-un escribía el siguiente mensaje en Tweet comentando con una gran dosis de humor la decimocuarta victoria de Nadal en Roland Garros:

Despertar del coma en que caíste en 2006, ver en las noticias que Nadal ha ganado Roland Garros, que los Stones han llenado en Madrid y que Isabel II celebra su jubileo, y preguntarle al médico cuántas horas han pasado del accidente. 

Y desde luego tendría razón, salvo si este paciente hubiera leído o escuchado también la noticia de que uno de los carnavales más conocidos, el Carnaval de Cádiz, declarado de Interés Turístico Internacional, se celebró por primera vez en su historia en junio debido a la pandemia. 

Seguramente, si hubiera leído o escuchado esta noticia no hubiera preguntado lo mismo al médico y no solo por el cambio de fecha, sino también porque, este año, es la primera vez, desde que se retomó el concurso en 1948 tras la guerra civil, que en todas las modalidades hubo, al menos, una mujer entre sus componentes en una chirigota, en un cuarteto, en los cuatro coros y en dos comparsas. De hecho, una de las sensaciones de este año fue “We can do… Carnaval”, la primera agrupación íntegramente formada por mujeres cuyas letras han sido escritas por una mujer, Marta Ortiz, ha llegado a la final del concurso, haciéndose con el cuarto premio. 

Ganadores

Categoría 1º premio 2 º premio 3 º premio 4 º premio
Comparsas: Los sumisos Después de Cádiz, ni hablar Los renacidos We can do… Carnaval!
Chirigota: La misión Los caraduras de Cai Los cuarentenas principales Aquí huele a verdíns
Coro: Pachamama Químbara Los babeta Tierra y libertad
Cuarteto: Los ultraortodoxos de los callejones Cardoso Al edén que le den

 

Aquí, para abrir el apetito, os dejamos un enlace en el que podéis ver un vídeo con un popurrí de los mejores momentos de la final del concurso.

Capaci e via D’Amelio: 30 anni dalle stragi

«Non è mai un buon segno, la rimozione. Come l’oblio o la perdita della memoria». Si apre così il saggio “Contro la mafia” di Nando Dalla Chiesa, per ricordare al lettore il rischio che si associa a un eventuale colpo di spugna sulla storia del nostro Paese: «la perdita grande o piccola della propria identità», unita a quella più profonda che rimanda alle radici della società italiana e alla sua lotta contro le mafie. Oggi più che mai, in un tempo in cui un più vicino vento di guerra – simile ai più conosciuti – impone con decisione il senso del fare memoria, del ricordare ciò che è stato nella nostra Europa, è importante un impegno vivo per la tutela dell’espressione democratica, per la cura attenta di quei principi fondamentali della Costituzione che poniamo alla base dell’educazione alla Legalità nelle scuole. Dire, testimoniare, scrivere. Ancora. Non solo perché il passato non torni a vivere nel presente con i suoi atti orrorifici e mortiferi, ma soprattutto perché – ricordando – si possa diventare nuovi testimoni di un necessario agire legale, contro ogni forma di criminalità. 

È questa la grande sfida cui siamo chiamati. Non solo oggi, ma sempre: testimoniare e dire a gran voce da che parte vogliamo stare. Quest’anno, dunque, incidiamo nei nostri cuori il numero 30 e trasformiamolo in parole degne di senso. Non agitiamo solo bandiere, ma facciamo sì che le nostre azioni possano essere vessillo di pace e legalità.

L’anno 2022 porta con sé il rumore di due grandi esplosioni. Due stragi firmate da “Cosa Nostra”, due ferite dolorose, inferte da un nemico che ha messo a dura prova la democrazia. Trent’anni fa, il 23 maggio 1992, il giudice Giovanni Falcone, il magistrato Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Antonio MontinaroRocco Dicillo e Vito Schifani perdevano la vita a Capaci. Pochi mesi dopo, il 19 Luglio 1992, in via d’Amelio a Palermo, sotto l’abitazione di sua madre Maria Pia Lepanto, moriva il giudice Paolo Borsellino e con lui se ne andavano le giovanissime scorte: Emanuela Loi, prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio, Agostino CatalanoVincenzo Li MuliWalter Eddie CosinaClaudio Traina

1992 – 2022: sono trascorsi trent’anni da quei tragici eventi che hanno provato a bloccare l’agire di uomini votati alla giustizia e alla difesa del nostro Paese. Uomini che hanno incarnato il senso del sacrificio e della resistenza a ogni tentazione d’abbandono di una scelta fatta. Falcone lo aveva detto: «L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno. È saper convivere con la propria paura, non farsi condizionare dalla stessa. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza». E Falcone e Borsellino erano professionisti retti, tanto che il giudice Rocco Chinnici li aveva chiamati a sé insieme a Giuseppe Di Lello, per istituire a livello informale quello che, sotto la guida di Antonino Caponnetto, avrebbe preso il nome di “pool antimafia”.

Giovanni Falcone ha offerto anche la chiave per costruire un futuro onesto e pulito: «La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà anche una fine». Tocca a noi, quindi, mettere un punto, tracciare un’ideale linea di confine tra il legale e l’illegale. Come? Scegliendo, non solo reprimendo. Conoscendo, non chiudendo gli occhi.

Insieme. Tutti. Cittadini e Istituzioni. In ogni parte del mondo, perché la mafia è ovunque, camaleontica e violenta. S’innesta in forme subdole anche dentro di noi. Proprio come ha detto giorni fa alla Camera dei Deputati Don Luigi Ciotti, fondatore di “Libera”: «C’è da combattere contro l’individualismo molto diffuso, l‘esibizionismo, il consumismo. Contro tutto ciò che oggi rappresenta la dittatura dell’io. E il sintomo della mafia da combattere è quello che comincia dentro di noi».

CONSIGLI DI LETTURA

  • “Vi Aspettavo”, a cura di Antonella Mascali, Chiarelettere. 2014.
  • “Contro la mafia” di Nando dalla Chiesa, Einaudi, 2010.
  • “La Mafia dopo le stragi” di Attilio Bolzoni, Melampo, 2018.
  • “Ossigeno illegale” di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, Mondadori, 2020.

PER APPROFONDIRE

20 de mayo, día mundial de las abejas

Las abejas y los otros polinizadores contribuyen a cumplir los objetivos (objetivos 1, 2, 3, 6, 8, 11, 12, 13, 15 y 17) de la Agenda 2030.

En octubre de 2017 la ONU proclamó el 20 de mayo como Día mundial de las abejas, coincidiendo con la fecha del nacimiento de Anton Janša que, en el siglo XVIII, fue pionero de la apicultura moderna en Eslovenia.


Según la ONU, los objetivos de la celebración del Día mundial de las abejas son:

  • llamar la atención sobre la importancia de proteger a las abejas;
  • recordar que dependemos de las abejas y otros polinizadores;
  • proteger a las abejas y a otros polinizadores para contribuir de forma significativa a resolver los problemas relacionados con el suministro de alimentos mundial y eliminar el hambre en todos los países del mundo;
  • detener la pérdida de biodiversidad y la degradación de los ecosistemas, y de esa manera contribuir al logro de los objetivos de desarrollo sostenible.

Las abejas y los demás polinizadores son muy importantes no solo porque permiten la reproducción de muchas plantas y cultivos para nuestra alimentación, sino también porque son indispensables para la conservación de la biodiversidad. Sin embargo, a pesar de ello, estos insectos se enfrentan a un importante declive, motivado por diferentes causas. Por esto, para ayudar a concienciar a nuestros alumnos sobre su importancia, os dejamos unas actividades que podemos realizar en nuestras aulas, en grupos o individualmente. 

Actividad de producción oral

Preparación de un póster en el que nuestros alumnos deberán:  

  1. describir la organización de una colmena;
  2. enumerar los productos de las abejas beneficiosos para nuestra salud;
  3. explicar los factores que amenazan a las poblaciones de abejas en el mundo;
  4. enumerar las medidas y prácticas para ayudar a las abejas y a los polinizadores;
  5. indicar que podemos hacer cotidianamente para proteger a las abejas;
  6. citar otros principales polinizadores.

Esta actividad también se puede realizar como una infografía, en la que cada punto se desarrolle de forma separada.

Actividad de producción escrita

Creación de un cuento sobre una abeja y su vida cotidiana.

Aquí os dejamos dos títulos para aprender algo más sobre las abejas de forma amena:

  • Abejas de Piotr Socha: esta obra nos transporta al mágico reino de las abejas y nos describe cómo son, cómo es su casa, sus costumbres y algunas curiosidades suyas.
  • Vi una abeja de Rob Ramsden. “Abrí una caja y vi una abeja. ¡La abeja me vio a mí!” así comienza este libro que nos zarandea sin piedad de una historia de miedo a otra en la que el juego es el protagonista, recordándonos la importancia de las abejas.

Para profundizar

Valutazione: come, quando e perché

Qual è l’obiettivo della valutazione? Le risposte a questa domanda sono essenzialmente tre:

  • scoprire che cosa gli studenti già sanno; 
  • aiutare gli studenti durante l’apprendimento;
  • capire che cosa hanno imparato in un determinato momento.

Queste tre risposte corrispondono rispettivamente ai tre momenti della valutazione diagnostica, formativa e sommativa. 

In questo articolo, attraverso esempi tratti dal libro di testo “Tra le dita – scienze da esplorare” per la scuola secondaria di primo grado, analizzeremo come e quando è opportuno inserire questi diversi aspetti della valutazione. 

Valutare per capire cosa sanno gli studenti

Partiamo dalla valutazione diagnostica. È noto che per un apprendimento efficace e duraturo, l’interesse e la curiosità che l’insegnante è capace di creare intorno a un argomento sono essenziali; ma può essere altrettanto importante riuscire a stabilire un clima giocoso che consenta alla classe di esprimersi liberamente, senza aver paura di sbagliare. 

È per questo che nel testo ogni lezione inizia con la sezione Prima di iniziare nella quale viene presentata una situazione inconsueta o divertente o ambigua. L’obiettivo di questa introduzione non è solo quella di catturare l’attenzione, ma anche quello di individuare una domanda che fa da avvio per la lezione.  In Figura 1, per esempio, è presentata una situazione particolare, la pesca delle perle in apnea, che racconta questa tradizione giapponese non priva di rischi introducendo efficacemente lo studio della respirazione.

Figura 1 – Prima di iniziare

L’inizio delle lezioni è poi sempre associato a un Kahoot! che consente agli studenti di sfidarsi con domande a risposta multipla già predisposte. Esso è lanciato dall’insegnante che così può farsi un’idea sulle loro preconoscenze e sulle misconoscenze che ancora persistono sull’argomento che si sta per trattare (Figura 2). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Figura 2 – Gli studenti si sfidano nel Kahoot! iniziale

La valutazione diagnostica è, in definitiva, una sorta di ricognizione del sapere ingenuo, degli errori frequenti e delle conoscenze che derivano anche dalle esperienze di vita quotidiana di ragazze e ragazzi. Essa consente all’insegnante di conoscere il punto di partenza della classe. In questa fase il docente sa di non dover fornire risposte, né attribuire un giudizio di valore agli studenti. Al termine della lezione, quando essi avranno acquisito tutti i concetti necessari per rispondere autonomamente alle domande poste all’inizio del percorso, le domande iniziali vengono riproposte in un esercizio di completamento (Figura 3): a tal punto gli studenti saranno in grado essi stessi di valutare i loro progressi confrontando le loro risposte iniziali e finali.

Figura 3 – Gli studenti alla fine della lezione valutano quanto hanno appreso

Valutare per aiutare gli studenti durante l’apprendimento

La valutazione formativa consente all’insegnante di ricevere un feedback in itinere sull’apprendimento della classe, al fine di regolare l’insegnamento e adattarlo alle esigenze. Se, per esempio, alcuni alunni mostrano difficoltà nell’acquisire un concetto, l’insegnante può fare una digressione proponendo un’attività che consenta un approccio diverso al concetto stesso, senza correre così il rischio di annoiare gli altri. Ma contemporaneamente la valutazione formativa consente allo studente di essere consapevole di ciò che ha imparato e di ciò su cui deve ancora migliorare. 

Un tipo di modalità formativa consiste nel porre domande contestualizzate, riferite all’argomento trattato: nel libro Tra le dita sono disseminati lungo il testo numerosi test, del tipo Vero/Falso, a completamento o a risposta multipla, sotto forma di quick test e quick memo riferiti a uno o più paragrafi (Figura 4). 

Figura 4 – Esempi di strumenti per la valutazione formativa

Anche la lettura di immagini e schemi, se guidata da opportune domande che aiutano nella comprensione e invitano a un’osservazione più accurata e approfondita, può diventare un momento di valutazione formativa nonché di autovalutazione. Un esempio è rappresentato nella Figura 5, Studia con le immagini, che illustra gli scambi gassosi tra alveoli e capillari sanguigni, dove i ragazzi sono guidati a interpretare quanto raffigurato per poter rispondere a una serie di domande.

Figura 5 – Studia con le immagini: gli studenti sono guidati a interpretare un’immagine

Un ultimo strumento presente nel testo alla fine di ogni lezione sono le checklist, raggiungibili da un QRcode, che consentono agli studenti sia di guidare l’esposizione orale sia di autovalutare la propria preparazione sui contenuti chiave del percorso appena completato (Figura 6). 

Figura 6 – La checklist presente alla fine della lezione sui batteri e i virus

Valutare per capire cosa hanno imparato gli studenti

La valutazione sommativa ha lo scopo di registrare ciò che è stato appreso ed è svolta in alcuni momenti chiave dell’anno scolastico, come alla fine di una lezione, alla fine di un argomento o di un quadrimestre; per questo motivo essa è anche chiamata “valutazione dell’apprendimento”.  Tale valutazione si riferisce al raggiungimento di ampi obiettivi espressi in termini generali, piuttosto che agli obiettivi di particolari attività, e consiste nel monitorare l’apprendimento attraverso la somministrazione di prove. Essa presuppone inoltre che i risultati di tutti gli studenti siano giudicati in base agli stessi criteri o schemi di valutazione. Il miglior quadro delle prestazioni degli studenti si ottiene dalla combinazione di diverse tipologie di test. 

In questa fase un particolare rilievo assume la valutazione delle competenze con la quale gli studenti devono dimostrare di aver imparato a usare le conoscenze in diversi contesti, per risolvere problemi o per prendere decisioni. Per attuarla non basta chiedere Che cos’è un paramecio? oppure A quale temperatura l’acqua bolle?”, quesiti che indubbiamente possono essere corretti rapidamente conteggiando gli errori, ma bisogna proporre agli studenti situazioni complesse, che mettano in campo diverse conoscenze e abilità e che abbiano attinenza con la vita quotidiana. Come mostrano gli esempi di Figura 7, le prove di competenza, oltre che un momento di valutazione, possano costituire anche un’occasione di ulteriore approfondimento degli argomenti trattati. 

Per essere precisa e affidabile, una valutazione di conoscenze, competenze e attitudini deve infine essere completata con l’osservazione regolare del comportamento di allieve e allievi e del loro lavoro individuale e di gruppo.

Figura 7 – Esempi di prove per la valutazione delle competenze

Infine vogliamo sottolineare quanto i vari momenti di valutazione siano importanti anche come forma di autovalutazione del lavoro del docente. Spesso errori frequenti presenti negli elaborati della maggior parte della classe o difficoltà degli alunni a comprendere alcuni argomenti possono dire all’insegnante che probabilmente il proprio lavoro su alcuni temi non è stato così incisivo come ci si aspettava e che è necessario ritornare sull’argomento scegliendo anche approcci differenti.

Per approfondire

Scopri l’opera

  • Tra le dita – Scienze da esplorare” di A. Alfano, V. Boccardi, E. De Masi, G. Forni – Fabbri Editore – Rizzoli Education, 2022 – Testo di scienze per la scuola secondaria di primo grado

Save the best for last

Sempre in cerca di idee nuove e creative per gli ultimi giorni di scuola? Provate a dare un’occhiata a questi materiali!

Inglese

A1/A2 – VISIT A MUSEUM!

Step 1: In class revise vocabulary and grammar needed to describe a painting
Step 2: Divide students into pairs/small groups
Step 3: Ask them to Visit a Museum!

Choose 3 paintings

For each work (3) complete the following:

  1. Title of artwork, artist’s name, location of work
  2. When and where was the work created?
  3. What is the medium?
  4. Describe any recognizable images- people, buildings, trees, etc…     
  5. What interests you about this work?  Why did you choose this work?

B1 – TRAVELOGUE

Step 1: In class revise vocabulary and grammar to speak about past Holidays and travels
Step 2: Ask your students to collect 4/5 picture of a past journey
Step 3: Ask your students to write/type a travelogue starting from the pictures they have chosen.

You can use online tools such as Padlet or ask your students to work with pen and paper.

B2 – LITERARY REVISION

Create a comic strip explaining the basic plot of the book. Be sure to use 6-8 panels to summarize the story including the elements of fiction

B2 – LANGUAGE

Guide for a day! 

Step 1: Revise in class past tenses and vocabulary to speak about the history of your city and/or some monuments
Step 2: Divide the class into pairs or small groups and ask them to choose 1 monument and 1 restaurant/pub/bar of your city
Step 3: Ask your students to record a video. They will be guides for a day! The video must include description and history of the monument; highlights of the area chosen; review of the restaurant/pub/bar chosen.
Step 4: Watch the videos in class and have fun! (This can be used for an oral mark if your students speak in front of the camera without reading)

C1 -DEBATERS

Step 1: Divide the class into four groups.
Step 2: Give each group a specific aspect of the topic you’ve chosen for the debate (see link below) and ask them to brainstorm
Step 3: Three students per group prepare a speech to support their ideas.

SPEECH STRUCTURE:
INTRODUCTION
POINT ONE
POINT TWO
POINT THREE
CONCLUSION – VOTE FOR US

Step 4: Start your debate. You can find a moderator among the students of your class.
Step 5: Ask every student to vote.

Debate topics: https://www.weareteachers.com/high-school-debate-topics/

EXTRA

Need some suggestions for summer reading assignments? https://docs.google.com/presentation/

Spagnolo

A1/A2 – DAMOS UNA VUELTA AL MUNDO 

Antes de empezar la actividad, leer en clase (o en casa en autonomía) el texto (o parte del texto)
La vuelta al Mundo de Magallanes y Elcano”:
https://www.accioncultural.es/media/DefaultFiles/flipbook/VueltaMundo/vueltaMundo.html

  1. Recoger el léxico necesario para hablar de viajes y exploraciones
  2. Dividir la clase en parejas/pequeños grupos
  3. A partir de los mapas que se encuentran al principio y a finales del texto, cada grupo tiene que dibujar y describir una parte del viaje de Magellanes y Elcano realizando un video/presentación que después presentarán a la clase.

B1 – DIARIO DE VIAJE

  1. Revisión del vocabulario y de las estructuras lingüisticas necesarias para hablar de viajes y vacaciones
  2. Utilizando 4/5 fotografías de las vacaciones pasadas, realizar un diario de viaje a partir de las imagénes elegidas.
  3. Los alumnos pueden tomar inspiración leyendo el blog https://proyectofinisterrejerusalen.blogspot.com/

Los alumnos pueden realizar su diario tanto utilizando instrumentos digitales como utilizando bolígrafo y papel.

B2 – COMPRENSIÓN AUDIOVISUAL

Después de ver la película “Diecisiete”, disponible también en Netflix https://www.netflix.com/it/title/80990336,

  1. Los alumnos tendrán que contestar, oralmente en clase o por escrito en casa, a las siguientes preguntas

    • ¿Qué título le pondrías tú a esta película?
    • En tu opinión, ¿Por qué la película les podría gustar a otras personas?
  2. En clase en grupos, discutid sobre la descripción emocional de los personajes, subrayando las cualidades positivas de cada uno y cómo evolucionan en la película.
  3. Cada alumno tiene que escribir un texto, incluyendo su experiencia personal, a partir de esa frase: “Aprender a perder para empezar a ganar.” 

Al final se pueden compartir los textos en clase para reflexionar juntos sobre el sentido de la película.

Costruiamo un paesaggio tridimensionale

Per aiutare i miei alunni a descrivere un paesaggio con un ordine spaziale che non fosse troppo confusionario, ho pensato potesse essere interessante invitarli a realizzarne uno tridimensionale utilizzando semplicemente carta, colla e forbici.

Andiamo con ordine e… ripercorriamo le fasi del laboratorio!

Fase 1 > Predisposizione del setting

Anzitutto abbiamo organizzato l’aula disponendo i banchi ad isole, in modo che i bambini potessero lavorare a gruppi.

Ogni bambino disponeva di un cartoncino che funge da base, piegato in questo modo:

Al centro di ogni tavolo di lavoro, invece, ho sistemato un cesto colmo di carte colorate e di diversa grammatura. 

Fase 2 > Osservazione di un paesaggio

A questo punto ho mostrato ai bambini alcune immagini di paesaggi, cercando di accompagnarli verso alcune considerazioni:

  • gli oggetti appaiono più piccoli quanto più sono distanti da chi osserva;
  • esistono diversi piani di osservazione: abbiamo distinto un primo piano, un secondo piano e uno sfondo;
  • gli oggetti in lontananza sono difficili da percepire in modo chiaro e sono spesso poco nitidi.

Fase 3 > Realizzazione di un paesaggio tridimensionale

Dopo aver raccolto le considerazioni dei bambini, li ho invitati a realizzare un paesaggio incollando sul foglio piegato alcuni elementi in primo piano, altri in secondo piano e altri ancora sullo sfondo.

Eccoci all’opera:

Questi sono alcuni dei risultati:

Fase 4 > Descrizione del paesaggio

Al termine dell’attività creativa, siamo passati alla descrizione del paesaggio: ho chiesto ai bambini di presentare l’ambiente creato da ciascuno inserendo con precisione gli indicatori spaziali (in primo piano, in secondo piano, sullo sfondo, accanto a, nei pressi di, alla destra di, dietro a …).

Precisazioni 

Questo laboratorio interessa principalmente le discipline di italiano e di arte e immagine ed è stato proposto in una classe quarta. 

L’autrice

Gloria Ragni – Insegnante di scuola primaria, promotrice del “fare per apprendere” e sostenitrice dell’utilizzo integrato del digitale nella didattica. 

Ha un blog didattico https://maestraglo.altervista.org e condivide su Instagram le sue avventure da maestra (la trovate come @maestraglo).

Amici oltre le apparenze. Il girotondo dei colori

Molto spesso, soprattutto nei contesti non strutturati come la ricreazione, capita di aiutare i bambini e le bambine a dover gestire la frustrazione legata al rifiuto. Quando un bambino o una bambina propongono un gioco e nessuno vuole farlo perché ritenuto noioso, scatta in quel bambino o in quella bambina la sensazione di essere rifiutati insieme alla sensazione di non essere capiti e di essere diversi.

Essere diversi non è solo una questione esteriore legata all’aspetto, ma è soprattutto una questione di accettazione di sé stessi. Ricercare costantemente l’approvazione degli altri per legittimare le proprie scelte trasforma il rifiuto di qualcosa di banale come un gioco, nel rifiuto della persona. Invece di pensare che sono i propri gusti a essere differenti da quelli degli altri, scatta la sensazione di essere diversi dagli altri e, quindi, in qualche modo sbagliati.

Per aiutare le bambine e i bambini a comprendere meglio questi processi così complessi abbiamo deciso di proporre la lettura del libro “Elmer l’elefante variopinto” di David McKee. In questa storia un elefante è concretamente diverso dagli altri in quanto la sua pelle è multicolore. Insieme al suo aspetto Elmer viene descritto anche come scherzoso, con la capacità di portare il sorriso agli altri suoi compagni elefanti.

Una notte però, senza aver subito alcun torto o rifiuto, Elmer non riesce a dormire perché è stanco di essere diverso e arriva a rinnegare il colore della sua pelle perché troppo diversa da quello che ci si aspetta. Questo senso di inadeguatezza lo porta a distorcere la realtà fino a pensare che gli altri elefanti non ridono perché è simpatico ma ridono perché è diverso. Così intraprende un viaggio, nel quale cercherà un modo per coprire il colore della sua pelle. Una volta riuscito nell’intento, torna dai suoi amici che non lo riconoscono e che sono molto seri; è in questo momento che l’elefante non riesce più a trattenere la sua indole scherzosa e si rivela facendo uno scherzo agli amici che, appena lo riconoscono, tornano a essere allegri e gioiosi. 

In questa storia è molto chiaro che il concetto fondamentale ruota intorno all’accettazione del sé prima dell’accettazione da parte degli altri. Solo quando Elmer riesce a essere sé stesso, la diversità esteriore smette di essere un problema.

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura e interpretazione della storia;
  • seconda parte: presentazione del template “La teoria dei colori”;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il template.

Video

MATERIALI AGGIUNTIVI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.