Geografia emotiva e storia locale. Nonturismo for kids: una proposta didattica

Nonturismo for kids è una metodologia didattica ideata per realizzare in classe un percorso di apprendimento della storia e della geografia locale, con attenzione particolare alla conoscenza del territorio che ci circonda. Un momento di esercizio della cittadinanza attiva attraverso la narrazione dei propri luoghi quotidiani a partire dalla relazione emotiva con essi. Le valenze pedagogiche e didattiche della storia locale possono essere molteplici qualora s’intenda il territorio che ci circonda come il risultato di storie passate e presenti che lasciano, e hanno lasciato, traccia. L’attivazione di risorse cognitive ed educative mediante un’attenzione particolare alla geografia delle emozioni rende tale proposta metodologica particolarmente inclusiva e replicabile in diversi ambiti territoriali. Il Nonturismo è un modo di intendere l’incontro tra un territorio e chi viene da fuori, tra una comunità che intende riappropriarsi della propria identità e viaggiatori e viaggiatrici alla ricerca di una relazione intima e autentica con un luogo.

Strumenti 

  • le Carte Luoghi; attraverso un’immagine e una parola offrono una chiave di lettura emotiva dei luoghi, o in riferimento una specifica emozione (es. i Luoghi della Felicità) o in riferimento ad un concetto evocativo (es. i Luoghi della Leggenda).
  • Mappa del territorio (città, quartiere, località ecc.)

Metodologia

Articolata in quattro step da adattare alla necessità didattiche specifiche della classe:

Step1

  • Walkscape: il gruppo/classe viene accompagnato dall’insegnante in una passeggiata sul territorio scelto per la realizzazione dell’attività. La passeggiata viene condotta dai e dalle partecipanti che, singolarmente o in coppie, guidano il resto del gruppo a turno, decidendo quando e dove fermarsi, dove svoltare, in quali edifici pubblici entrare, seguendo soltanto il proprio istinto e i propri desideri (ad esempio percorrere una strada familiare o esplorare le vie meno note, scegliere dove fermarsi in base alla bellezza o alla bruttezza del luogo, ecc.). Chi non è alla guida del gruppo ha il compito di concentrarsi individualmente sulle proprie emozioni, annotando le sensazioni provate durante la passeggiata (curiosità, fastidio, felicità, noia, ecc.), in relazione ai luoghi che le hanno suscitate. 

Step2

  • Mappe emozionali: il gruppo/classe viene diviso in sottogruppi da circa 4 persone ciascuno. Ogni gruppo estrae casualmente una Carta dei Luoghi. I gruppi discutono in autonomia sul significato della propria carta. In una prima fase, lo scopo della discussione è individuare un’interpretazione condivisa della parola associata alla carta (es. Amore significa cura reciproca, Futuro significa trasformazione, ecc.). Una volta individuata la definizione, l’obiettivo del gruppo è applicarla alla geografia del territorio, individuando tre luoghi che corrispondono alla propria definizione, secondo la propria sensibilità e fantasia. Ogni gruppo segna sulla mappa del territorio i tre luoghi individuati, identificandoli con un colore o simbolo e condividendo con l’insegnante e gli altri gruppi la motivazione della propria scelta. Il risultato finale è una mappatura emotiva del territorio!

Step3

  • L’itinerario Nonturismo: il gruppo/classe crea l’itinerario “nonturistico” del territorio, composto da un punto di interesse (ovvero un luogo) per ogni gruppo, per un totale di 5/6 punti di interesse. Ogni gruppo deve quindi scegliere un luogo tra i tre individuati nella lezione precedente. Con l’aiuto dell’insegnante e il supporto della mappa, il gruppo compone l’itinerario che collega i punti di interesse. Una volta definito, il percorso Nonturismo viene segnato sulla mappa. Ogni gruppo individua quindi l’esperienza “nonturistica” del proprio punto di interesse, ovvero un’esperienza che faccia vivere al turista l’emozione associata dal gruppo a quel luogo (ad esempio parlare con un commerciante, correre a perdifiato, annusare, ecc.).

Step4

  • Restituzione finale: ogni gruppo condivide la presentazione del proprio luogo. Su scelta dell’insegnante, la presentazione può essere accompagnata dalla produzione di un output finale (testo scritto, disegno, mappa creativa del territorio, ecc.).

Una sperimentazione della metodologia è stata realizzata da allievi e allieve dell’I.C. “F. Palazzi” di Arcevia (An) e l’itinerario Geografie sentimentali è rientrato nella guida Nonturismo Arcevia, ideata dall’Associazione Sineglossa, con il finanziamento della Fondazione Cariverona, in collaborazione con l’Associazione Clio’92, edita da Ediciclo Editore, restituendo un prodotto didattico che permette una scoperta del territorio attraverso la lente delle emozioni – dal gioco all’esplorazione, dalla rabbia ai profumi, dal ricordo al silenzio -, mantenendo lo stile e la prospettiva dei giovanissimi cittadini e cittadine che lo abitano.

Il manuale Nonturismo for kids può essere scaricato gratuitamente a questo link.

Il peso dell’invecchiamento sulla stabilità dei sistemi

Le cause dell’instabilità

La stabilità dei sistemi riguarda l’affidabilità del loro comportamento futuro ed è argomento molto studiato e molto complesso. Un sistema stabile ci rassicura sulla possibilità di controllarlo.

Tutti i sistemi, sia quelli naturali sia quelli artificiali, pongono problemi di affidabilità, cioè di un repentino cambio di comportamento.

Le cause dell’instabilità vanno cercate nell’esistenza di ritardi interni ai processi in corso e nella presenza di retroazioni (feedback), le quali sono spesso plurime e con effetti che non si esauriscono nelle manifestazioni più immediate. Vale per i sistemi naturali quanto vale per quelli costruiti dall’uomo. 

Retroazioni positive e negative

Le retroazioni consistono in porzioni dell’uscita (effetto), che ritornano in ingresso e divengono causa di nuovi effetti. Sono positive se i segnali di retroazione si sommano agli ingressi, finendo per potenziare le nuove cause e amplificare gli effetti; negative se si sottraggono, con conseguente contrasto delle cause e indebolimento degli effetti finali.

Se i sistemi sono sufficientemente alimentati di energia, le retroazioni positive conducono immediatamente all’instabilità; quelle negative, invece, tendono alla stabilità, cioè a un comportamento affidabile sia in assenza sia in presenza di variazioni degli ingressi di controllo.

Nei controlli industriali si costruiscono sistemi automatici con solo retroazioni interne negative.

La trasformazione della quantità in qualità

In presenza di retroazioni negative, i ritardi presenti nei diversi processi che ne prendono parte influenzano il comportamento dei sistemi in misura tanto maggiore quanto più sono alti. I ritardi provocano infatti le sovracorrezioni responsabili dei pendolamenti presenti nella risposta dei sistemi; si classificano in inerziali, se dovuti a scambi di energia, e finiti, se generati da trasmissioni di materia o movimento. In ogni caso, sistemi stabili possono col tempo destabilizzarsi se intervengono fattori che ne aumentano il valore. In FIG. 1 la risposta di un sistema appena entrato in esercizio. Nelle FIG. 2 e 3 lo stesso sistema, in seguito all’invecchiamento e all’usura dei suoi componenti. Con l’aumento delle costanti di tempo, prima peggiorano le prestazioni, poi il sistema si destabilizza.

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Sembra verificarsi qui quanto espresso dal filosofo tedesco Hegel in “La scienza della Logica”, secondo cui “quantità” e “qualità” non sono indipendenti: se la quantità supera una soglia critica provoca modifiche nella qualità. Interpretando il concetto in senso più ampio, potremmo dire che se l’insieme dei ritardi supera una soglia critica, la stabilità del sistema cambia qualità, il suo comportamento diviene instabile, non più affidabile.

Semi di amore verso sé stessi

Il mese dell’amore

Febbraio è il mese in cui si celebra San Valentino, una ricorrenza che spesso viene associata all’amore romantico. Supermercati e negozi si riempiono di cuori e cioccolatini. Ma se ampliassimo lo sguardo? Se trasformassimo questa occasione in un momento per parlare dell’amore più importante, quello verso sé stessi? A scuola, è fondamentale educare i bambini e le bambine al riconoscimento delle proprie emozioni, alla loro accettazione e all’importanza di volersi bene.

Ma da dove partire? Bastano cuori di carta e biglietti? Oppure possiamo trasformare San Valentino in un momento per riflettere su ciò che significa amare e rispettare sé stessi e gli altri?

Il buon esempio

Come insegnanti, ogni giorno siamo un modello per i nostri alunni e le nostre alunne. Se dimostriamo rispetto per noi stessi, se diamo valore ai nostri pensieri e alle nostre emozioni, trasmettiamo un messaggio potente: anche loro meritano lo stesso rispetto. Non si tratta solo di insegnare a leggere e scrivere, ma di accompagnarli in un percorso di crescita emotiva.

Quante volte ci troviamo a consolare un bambino che si sente insicuro o a incoraggiare una bambina che ha paura di sbagliare? In quei momenti, è fondamentale agire con empatia e cura, mostrando che ogni emozione è valida e che il rispetto per sé stessi inizia dall’accettazione delle proprie fragilità. L’amore verso sé stessi non è egoismo, ma un seme che, una volta piantato, crescerà forte e sano, dando vita a relazioni più equilibrate e rispettose.

Albi illustrati

Le storie hanno un potere unico: riescono a parlare al cuore di bambini e bambine con semplicità e profondità. Leggere insieme un albo illustrato può essere un punto di partenza per dialogare sull’amore verso sé stessi e sulle emozioni che ci abitano. 

Dopo la lettura, è importante creare uno spazio per condividere pensieri, sensazioni ed esperienze. Parlare apertamente delle emozioni aiuta i bambini e le bambine a sentirsi compresi e accettati.

Il passaggio successivo è sicuramente un compito di scrittura, per far sì che ciascuno possa far sentire la propria voce. Un albo interessante da cui partire è “Il mio cuore – Corinna Luyken”. 

Attraverso il processo di ricalco, possiamo chiedere agli alunni e alle alunne di esplorare il proprio sentire e dar vita ad un testo profondo che parli di loro.

Piccoli spunti

Parlo di mè: proponiamo ai bambini e alle bambine di scrivere su bigliettini le cose che apprezzano di sé stessi: un talento, un tratto del carattere, un gesto gentile fatto di recente. Ogni giorno si può leggere un biglietto e riflettere insieme sull’importanza di riconoscere il proprio valore.

L’angolo delle poesie. Creare in classe un piccolo spazio dove mettere libri di poesie e stampe di poesie che vanno ad approfondire come ci si sente. I bambini e le bambine hanno bisogno di leggere buona letteratura per potersi riconoscere nelle parole e nelle sensazioni.

Lo specchio delle parole belle. In classe, si può creare uno spazio con uno specchio dove ogni bambino, guardandosi, legge una frase positiva scritta da un compagno. “Sei unico e speciale”, “Hai un sorriso che illumina”: parole semplici, ma dal grande impatto.

Ogni gesto, ogni parola, ogni attività che proponiamo a scuola è un seme che piantiamo nel cuore dei nostri alunni e delle nostre alunne. Seminare amore verso sé stessi significa aiutarli a crescere più sicuri, più empatici e più capaci di affrontare le sfide della vita. Spetta a noi, con il nostro esempio e il nostro impegno quotidiano, accompagnarli in questo viaggio.

“Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita.”
Oscar Wilde

Strategie aziendali di marketing: un caso di insuccesso

Un’icona immortale: 60 anni dalla morte di Winston Churchill

“Ho mostrato l’espressione sorridente e l’aria sicura che sono considerati adatti quando le cosa vanno molto male” (Churchill)

Il 10 maggio 1940, nel pieno della tragedia che si stava abbattendo sull’Europa (nello stesso giorno la Wehrmacht invadeva il Belgio e l’Olanda), Winston Churchill succedeva allo screditato Chamberlain nella carica di primo ministro del governo di Sua Maestà. Come molti storici e biografi hanno sottolineato, e come lo stesso Churchill ebbe a dichiarare, l’allora sessantacinquenne statista britannico si presentava all’appuntamento sostenuto dalla ferma consapevolezza di essere l’uomo più adatto a manovrare la nave nella tempesta. Forte non solo di una lunga e prestigiosa esperienza nelle stanze del potere londinese, ma anche di una profonda consuetudine con lo studio della storia, e della storia militare in particolare, credeva davvero che quel che aveva vissuto, visto e letto fino ad allora fosse essenzialmente servito a temprarlo per affrontare quel momento fatale.

“Finalmente avevo l’autorità di dirigere l’intera scena” – scrive nella sua monumentale opera sulla seconda guerra mondiale – “Mi pareva di procedere di pari passi con il destino, come se tutta la mia vita precedente fosse stata soltanto una preparazione a quest’ora e a questo cimento”. In effetti, gli avvenimenti successivi sembrarono confermare questa sua presunzione. Dotato di intelligenza impetuosa e carattere scorbutico, certamente non amato da tutti (“Churchill è ministro della difesa e anche primo ministro. Che il cielo ci aiuti”, scrisse nei suoi diari John Reith, uno dei padri nobili della BBC), seppe circondarsi di uno staff competente e affiatato, oltre che di un solido governo di coalizione, con il quale affrontò i tragici giorni del collasso francese e organizzò l’eroica difesa che la Gran Bretagna oppose di lì a poco all’assalto nazista. Quella che fu da lui stesso battezzata “Battaglia d’Inghilterra”, incominciata il 10 luglio 1940, è a ragione considerata uno dei momenti chiave della seconda guerra mondiale. Se il morale del popolo britannico fosse crollato sotto i colpi degli spietati bombardamenti tedeschi e i piloti della RAF non fossero riusciti a contrastare efficacemente gli squadroni aerei che il Reichsmarschall Göring inviava a ondate continue sull’Inghilterra, se insomma i piani d’invasione hitleriani avessero avuto successo, la storia successiva del conflitto e probabilmente dell’intera civiltà europea sarebbe stata molto diversa. Nessun dubbio che a conseguire questa vittoria cruciale – oltre alla tempra dimostrata nell’occasione dai britannici – fu la capacità del loro primo ministro di affrontare con determinazione e lucidità la grave minaccia che proveniva da oltremanica.

Churchill vinse la battaglia, e infine la guerra contro le potenze dell’Asse, non solo con straordinario fiuto da mastino politico e innegabile intelligenza strategica, ma anche con l’entusiasmo e la passione suscitati dai suoi famosi discorsi. “Di tutti i talenti donatimi – diceva con consueta immodestia – nessuno è così prezioso come il dono dell’oratoria”. Per essa possedeva in effetti una naturale inclinazione, sapientemente coltivata fin da giovane. Lo storico Andrew Roberts, nella sua recente biografia, ricorda un articolo del 1897 intitolato “L’impalcatura della retorica”, nel quale un Churchill ancora ventitreenne elenca e descrive analiticamente i cinque principali aspetti della retorica che commuovono l’uomo: esatta valutazione delle parole, sonorità poetica delle frasi, stabile accumulazione delle argomentazioni, uso frequente dell’analogia, ricorso a un linguaggio fiorito ed esagerato.

A questi principi si attenne sempre, riuscendo di norma a infiammare l’uditorio, e tuttavia l’abilità oratoria di Churchill trovava la sua vera sorgente e la sua profondità creativa nel continuo riferimento a Shakespeare. Fu infatti l’amore quasi sovrumano per l’opera del Bardo che ne influenzò profondamente la retorica, la scrittura, l’animo stesso e l’acutissimo senso dell’eccezionalità britannica. La sua conoscenza era di antica data: a tredici anni, studente nella prestigiosa Harrow School, per pochissimo perse una competizione nella quale era richiesto d’imparare un migliaio di versi shakespeariani. Da adulto, sappiamo che era in grado di recitare a memoria e per intero almeno una mezza dozzina tra commedie e tragedie, dal Macbeth a Sogno di una notte di mezza estate. I suoi discorsi contengono naturalmente infinite citazioni e riferimenti a Shakespeare. Sir Martin Gilbert, che collaborò con Randolph Churchill alla stesura di una biografia del padre, racconta di come lo statista giunse direttamente a parafrasare l’Enrico V per rendere omaggio alle truppe inglesi che avevano sconfitto Rommel: “After the war, when a man is asked what he did, it will be quite sufficient for him to say, ‘I marched and fought with the Desert Army’”. Non stupisce dunque che, nel pieno del conflitto, Churchill chiedesse all’attore e regista Laurence Olivier di girare una versione propagandistica in technicolor proprio dell’Enrico V. Il film uscì nelle sale il 22 novembre 1944, dieci giorni dopo la trionfale passeggiata di Churchill e De Gaulle in una Parigi appena liberata. “Enrico condusse la nazione fuori dalle discordie interne verso la conquista di terre straniere. Aveva sognato e forse prospettato di guidare l’intera Europa Occidentale nella nobile impresa della crociata”, scrisse Churchill qualche anno dopo, in A History of English-Speaking Peoples. Difficile non pensare che avesse in mente, in parte o del tutto, se stesso.

 

Winston Churchill is one of the most iconic figures of the 20th century, a leader whose actions and words shaped the course of history during some of its darkest hours. His determination, speeches, and leadership played an important role in Britain’s survival against Nazi tyranny. Yet, his influence stretched far beyond the battlefield. His personality has inspired many artists over the years. Using poems, novels and artworks can be a good way to approach this emblematic Prime Minister.

P. Herbert was an English humorist, novelist, playwright, and Member of Parliament. He is best known for his humorous fiction and essays, often characterized by wit, satire, and a keen eye for the absurdities of everyday life. His writing frequently explored social and political issues, using humor as a tool for commentary and critique. In 1945 he wrote a poem titled Mr. Churchill

Five years of toil and blood and tears and sweat;
Five years of faith and prophecy and plan!
He spoke our mind before our mind was set;
He saw our deeds before our deeds began.
He rode the hurricane as none did yet;
Our Finest Hour revealed Our Finest Man.
May 13, 1945

 

Former PM Boris Johnson said during an interview that his inspiration had always been Winston Churchill and the very beginning of hist book highlights that when he was growing up […] there was no doubt that Churchill was quite the greatest statesman that Britain had ever produced. […] he had led my country to victory against all the odds and against one of the most disgusting tyrannies the world has seen.

In this book, he explores what makes up the ‘Churchill Factor’ and some lines of the free reading sample available online could be used in class to get a glimpse of Churchill’s life and legacy.

 

Many illustrated books on Churchill’s life give the possibility to A1-A2 level students to investigate the life of the Prime Minister. “Winston Churchill: Inspiring tales of a true hero” is available for free on Kindle Unlimited. It’s concise but precise and gives a general idea on Churchill’s life using very easy words. 

“During his lifetime, Winston Churchill created more than 570 canvases and firmly believed that the power of observation, concentration, and creativity afforded to him by painting helped him as a leader and a statesman,”  says Timothy Riley. Since he was an icon of his time he was also portrayed by other artists. 

Explore some collections to look at Winston Churchill from another point of view.

 

 

President Kennedy said (quoting Ed Murrow), “He mobilized the English language and sent it into battle.” Language has two forms, written and spoken. Churchill was a master of both. His iconic speeches not only encouraged and pushed people during WWII but are still a great source of inspiration nowadays.

BIBLIOGRAFIA

Winston Churchill, La seconda guerra mondiale, Mondadori, Milano 1965, Vol. I (L’addensarsi della tempesta)

Winston Churchill, A History of English-Speaking Peoples, Bantam Books, New York 1956, Vol. I (The Birth of Britain)

Martin Gilbert, Road to Victory, 1941-1945, Houghton Mifflin Company, Boston 1986

Andrew Roberts, Churchill, UTET, Torino 2024

Bioinformatica e biostatistica: i percorsi tech della biologia che non ti aspetti

Sapevi che esistono dei percorsi specialistici in cui biologia, statistica e informatica si incontrano?

Ebbene sì! Partendo da una laurea triennale in Scienze Biologiche/Biotecnologie, è possibile continuare gli studi intraprendendo uno dei corsi di laurea magistrale in biostatistica e bioinformatica

Ma in cosa consistono e dove si può lavorare dopo aver conseguito una laurea di questo tipo?

Quando statistica e biologia si incontrano: la biostatistica

La biostatistica si occupa dello sviluppo e dell’applicazione di metodi statistici per progettare, analizzare e interpretare dati provenienti da studi biologici, clinici ed epidemiologici. Le principali applicazioni della biostatistica riguardano la sperimentazione clinica, in cui viene valutata l’efficacia dei farmaci, e si occupa anche di fare indagini epidemiologiche riguardanti la diffusione di malattie mediante l’analisi statistica dei dati.

Il biostatistico e/o la biostatistica sono professionisti altamente qualificati le cui competenze sono richieste nella ricerca scientifica, in aziende farmaceutiche, nelle CRO (Contract Research Organization) e nella sanità pubblica. Si occupano della pianificazione di studi osservazionali o sperimentali, della gestione dei dati e della redazione di report e rapporti di ricerca.

Nonostante la crescente richiesta di questa figura professionale, i percorsi formativi non sono uniformi e ben delineati. Tuttavia, in Italia stanno nascendo sempre più lauree magistrali in biostatistica o in statistica con specializzazioni in biostatistica. Questi percorsi sono aperti non solo a chi ha una laurea triennale in statistica, ma anche a chi proviene da indirizzi biologici o biotecnologici.

Per accedere ad alcune lauree magistrali in biostatistica è necessario acquisire anche dei crediti in specifici settori disciplinari.

Dopo la laurea magistrale, si può proseguire la formazione in biostatistica tramite master di secondo livello, la maggior parte dei quali possono essere seguiti online. Altrimenti si può accedere a un PhD se si desidera proseguire la propria carriera nella ricerca accademica o alla Scuola di Specializzazione per i non medici in Statistica Sanitaria e Biometria.

La bioinformatica: un ponte tra biologia e tecnologia

La bioinformatica è un campo interdisciplinare che combina informatica, statistica, matematica e ingegneria per analizzare e interpretare dati biologici. Si occupa di creare algoritmi, metodi e software per studiare sequenze genetiche, espressione genica, strutture proteiche e interazioni molecolari. Oltre a supportare la ricerca, trova applicazioni pratiche in ambito clinico per migliorare la salute.

Le sue attività principali includono l’analisi di dati genomici per identificare meccanismi associati a patologie, come il cancro, per esempio; utilizza algoritmi avanzati per comprendere la struttura tridimensionale delle proteine, le loro funzioni e interazioni; progetta strumenti come software e algoritmi per analisi biologiche e simulazione di percorsi metabolici. Per svolgere questi compiti, il/la professionista deve avere una solida comprensione della biologia, di analisi statistica, di linguaggi di programmazione come Python e R, database SQL e sistemi operativi UNIX/Linux e di machine learning.

In breve, mentre la biostatistica si concentra sull’interpretazione dei dati biologici, la bioinformatica punta a sviluppare strumenti e procedure automatizzate per analizzarli.

In Italia, la figura del bioinformatico/della bionformatica lavora prevalentemente in contesto accademico o nella ricerca sanitaria, seppur le sue competenze siano spendibili nelle aziende farmaceutiche e biotecnologiche. 

L’offerta formativa è molto varia. Negli ultimi anni sono nati vari corsi di laurea triennale in bioinformatica, ma per chi si approccia a questa disciplina dopo una laurea triennale in Scienze Biologiche/Biotecnologie, le opportunità sono comunque molteplici. In molti atenei sono presenti infatti dei corsi di laurea magistrale in bioinformatica, alcuni tenuti anche in lingua inglese e a doppio titolo, che permettono di proseguire la formazione in bioinformatica con l’accesso a master di secondo livello e programmi di dottorato.

Queste discipline sono sempre più in espansione, per innovazione e per il grande contributo che possono offrire nel vasto campo delle scienze della vita. In Italia i percorsi di studio per arrivare a intraprendere queste professioni sono poco definiti; questo permette di poter aspirare a un ruolo come biostatistico/a o bioinformatico/a anche con un percorso non lineare. Se desideri unire la passione per la biologia a quella per la tecnologia, questa potrebbe essere la strada giusta per te.

 

Fonti e approfondimenti

Fonti immagini:

 

Rubrica a cura di Generazione Stem

Biografia autrice 

Roberta Maria Serra è una laureanda in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Palermo. Unisce la passione per la scienza con la scrittura per rendere temi complessi più accessibili. Collabora con diverse realtà come Generazione Stem per avvicinare sempre più persone alla conoscenza scientifica e per contribuire ad abbattere gli stereotipi di genere.

2025, année européenne de l’éducation à la citoyenneté

C’est parti: ministères de l’éducation, enseignants, apprenants, universitaires, entreprises privées et organisations de jeunesse se lancent dans un projet d’envergure! L’ Union européenne propose une initiative qui s’inscrit dans un contexte de transformation sociétale liée à l’émergence des technologies numériques. En effet, notre vie quotidienne est de plus en plus interconnectée et l’enjeu majeur de ce projet ambitieux réside dans l’accompagnement des jeunes vers une utilisation toujours plus maitrisée et responsable du numérique, en saisissant ses opportunités tout en restant vigilant face à ses défis. L’édition 2025 sera consacrée à la citoyenneté numérique à l’ère de l’intelligence artificielle et aura comme objectif de «garantir la résilience et l’efficacité de l’éducation à la citoyenneté numérique dans un environnement en constante évolution». Retrouvez tous les détails du projet et téléchargez la brochure d’information sur l’année européenne: Année européenne de l’éducation à la citoyenneté numérique 2025 – Education

Vivre en tant que citoyen responsable dans le monde numérique nous invite à une première réflexion sur le concept de citoyenneté. Être citoyen ne se limite pas, nous le savons bien, à un statut légal, mais implique aussi un sentiment d’appartenance à une communauté, une volonté de contribuer à la société et un respect des valeurs communes. Se sentir citoyen signifie donc être conscient de sa place dans la société et de son rôle pour la faire avancer. Nous pourrions en conclure que cela inclut l’engagement personnel pour s’informer, échanger ses idées, agir pour le bien commun, le respect des autres et la solidarité pour agir avec responsabilité envers l’intérêt collectif. 

Étendre ces concepts au numérique devient donc essentiel pour sensibiliser les jeunes face aux droits  et aux responsabilités dans l’utilisation des réseaux sociaux, des technologies comme ChatGPT, etc. La citoyenneté numérique invite chacun d’entre nous à une utilisation éthique des plateformes sociales, au respect de la vie privée ou encore à la lutte contre les fausses informations. Sensibilisation, manifestations internationales et collaboration entre acteurs des secteurs public, privé et de la société civile sont autant de moyens mis en œuvre pour fixer des objectifs communs et échanger de bonnes pratiques en matière d’éducation à la citoyenneté numérique dans différentes régions de l’UE. 

S’informer et devenir citoyens numériques actifs est à la portée de tous. De nombreux événements sont au programme: les 23 et 24 janvier 2025, à Strasbourg, se tiendra la Conférence de lancement «Un avenir démocratique pour tous les apprenants» Année européenne de l’éducation à la citoyenneté numérique 2025, puis les 27 et 28 mai 2025, dans la même ville, aura lieu le Forum de l’éducation à la citoyenneté numérique. En septembre, la Conférence internationale | Année européenne de l’éducation à la citoyenneté numérique 2025 se déroulera dans une ville européenne qui sera dévoilée sous peu et enfin à Ljubljana, les 18 et 19 novembre 2025 , il sera possible d’assister à la rencontre Education à la citoyenneté démocratique – la voie à suivre

En attendant, de nombreux débats et conférences seront organisés dans les écoles, des ateliers sur les compétences numériques y seront activés et traiteront par exemple de la création de contenu comme des vidéos, des podcast ou encore de cybersécurité. Pour les autodidactes et les plus curieux rendez-vous sur la toile où de nombreuses ressources sont mises à disposition sur le thème:  Les réseaux sociaux,  Education au respect et à l’empathie,  Le harcèlement et le cyberharcèlement, L’éducation à l’information en ligne,  Les données et le coding,  Les jeux vidéo,  La parentalité numérique.

La prise de conscience du rôle des jeunes dans l’avenir est déterminant car s’engager dans des projets, devenir ambassadeur de la citoyenneté numérique au sein de sa communauté peut faire la différence. À ce propos, l’UE propose chaque année le Safer Internet Day LE SAFER INTERNET DAY – SAFER INTERNET FRANCE, une campagne qui encourage une utilisation responsable d’Internet et des outils sont partagés en ligne pour guider les jeunes et leurs éducateurs: plateforme Décodex pour vérifier les informations et repérer les fake news Le Décodex, un outil de vérification de l’information, Netiquette ou chartre de la citoyenneté numérique Charte pour l’éducation à la culture et à la citoyenneté numériques | éduscol | Ministère de l’Éducation Nationale, de l’Enseignement supérieur et de la Recherche | Dgesco ou encore Kit Pédagogique du citoyen numérique Kit pédagogique du citoyen numérique: retrouvez toutes les ressources | Arcom. Et puis, pour des applications en classe concernant la sensibilisation face aux responsabilités en tant que citoyens numériques, vous pourriez organiser un débat pour discuter des droits et devoirs d’un citoyen numérique (Poster 10 conseils de la CNIL pour rester net sur le web.) Demandez-vous par exemple quelles peuvent être les conséquences de la désinformation en ligne, qu’est-ce que la vie privée en ligne et pourquoi est-elle importante ou encore comment lutter contre le cyberharcèlement? Si vous préférez entraîner votre créativité à travers une réflexion sur les bonnes pratiques en ligne, pourquoi ne pas créer des posters représentant les droits et devoirs d’un citoyen numérique, les comportements à adopter sur Internet, ou les dangers à éviter (cyberharcèlement, fake news, etc.) (Concours affiche Concours-affiche-SID2025).  Analyse de fake news, atelier sur la sécurité en ligne ou encore webquest (cyberquête) Webquest | création de questionnaires, sondages et formulaires gratuits sur internet, il y en a pour tous les goûts!

À la découverte du Vendée Globe

Véritable aventure humaine, le Vendée Globe Vendée Globe Junior: fiche détaillée est une course à la voile autour du monde, en solitaire, sans escale et sans assistance. Réputée pour être la plus difficile au monde, cette course mythique passionne à chaque édition petits et grands! Elle se dispute sur des IMOCA, des monocoques de 18 mètres de long. Imaginez un peu:  les skippers partent des Sables-d’Olonne en Vendée (France), parcourent environ 45 000 kilomètres en contournant les trois caps obligatoires (Bonne-Espérance, Leeuwin et cap Horn), pour revenir aux Sables-d’Olonne. Sauriez-vous placer ces points sur une carte? Cette course, qui a lieu tous les quatre ans, est considérée comme l’une des plus prestigieuses au monde. Vendée Globe Junior: les précédents éditions du Vendée Globe La 10 édition du Vendée Globe a débuté le 10 novembre 2024, avec quarante navigateurs (34 hommes et six femmes) représentant onze nationalités. N’hésitez pas découvrir leur profil! Vendée Globe Junior: les skippers de la course en 2024! Et si vous avez manqué le départ, pas de panique, les épisodes de Vendée Globe Junior: Websérie viendront à votre secours… Tout est là pour vous immerger dans cette aventure.

Surnommée “l’Everest des mers”, cette course historique pousse les skippeurs à relever des défis de taille: solitude, météo extrême, gestion du matériel. Les navigateurs ne s’arrêtent pas! Cette course est sans escale et ils doivent tout réparer eux-mêmes. Vent fort, vagues énormes, très peu de temps pour dormir, le corps et la tête sont mis à dure épreuve. Mais tout cela n’a pas découragé la skippeuse du «DeVenir» à se lancer dans l’aventure! Violette Dorange, âgée de 23 ans est la plus jeune participante du Vendée Globe. À 15 ans, elle traversait la Manche, à 18 ans, l’Océan Atlantique en solitaire. Souvent qualifiée de «petite poucette» (féminin de Petit poucet – célèbre petit garçon pauvre du conte de Charles Perrault) de la compétition, elle a cherché des sponsors pour pouvoir acheter son bateau. Et la voilà, lancée elle-aussi dans cette épopée!

Curieux ? Alors suivez la course en direct sur internet Vendée Globe Junior: Suivez la course en direct ou sur vos smartphones avec l’appli officielle Site Officiel du Vendée Globe 2024. Retrouvez la cartographie et le classement des skippers mis à jour. Partagez l’actualité en classe : imprimez votre poster Vendée Globe Junior: fiche détaillée et positionnez vos stickers Vendée Globe Junior: fiche détaillée pour noter la position des skippers tout au long du parcours! Amusez-vous en classe grâce à ce tutoriel Vendée Globe Junior: fiche détaillée et profitez de ces fiches thématiques mises à votre disposition Vendée Globe Junior: Cycle 4 sur l’histoire de la course, les métiers de la mer et l’environnement marin. N’hésitez pas à approfondir des thèmes comme la météo et le climat, déterminants dans la progression des embarcations, l’évolution des outils de navigation, les grands navigateurs et la découverte d’un nouveau monde Vendée Globe Junior: Enseignants. Et pour les passionnés de voile, le jeu en ligne Virtual Regatta Offshore Game – Virtual Regatta vous permettra de participer virtuellement à la course, avec une version spécialement conçue pour les collégiens!

Compétition sportive, aventure humaine mais aussi excellente occasion pour sensibiliser l’opinion publique sur l’importance de la préservation des océans. Océan | Vendée Globe 2024 Les témoignages des skippers concernant les effets des changements climatiques sont l’occasion de rappeler que notre planète est en danger et que la quasi-totalité de la pollution marine vient de la terre! Et pourtant… Les océans recouvrent 70% de la surface du globe et grâce à leur écosystème et à leur biodiversité, ils offrent d’excellentes ressources d’énergies renouvelables et de solides pistes pour répondre aux problématiques humaines actuelles. Vendée Globe Junior: fiche détailléeVendée Globe Junior: fiche détaillée  Cette édition 2025 se mobilise de façon significative et décline 10 engagements clairs, organisés autour de 4 axes: anticiper – réduire – inspirer – bâtir Les 10 engagements environnementauxVendée Globe 2024. Les skippers peuvent par exemple collaborer avec l’UNESCO et aider les chercheurs à relever des mesures concernant la pression atmosphérique grâce à de petits dispositifs installés à bord de leur bateau. 

Plus qu’une compétition de voile, le Vendée Globe représente un défi physique et mental qui inspire les jeunes générations. L’exemple de Violette Dorange nous parle de persévérance, passion et de dépassement de soi. Un message nous arrive, fort et motivant : avec du travail et de la passion, même les rêves les plus ambitieux peuvent se réaliser.  Mais cette course est aussi une sonnette d’alarme. Les skippeurs, comme cette jeune aventurière, traversent des paysages magnifiques mais fragiles. À travers leurs témoignages, ils nous racontent ce que subissent les océans (pollution plastique, fonte des glaces, disparition de certaines espèces marines). Participer à cette aventure, même depuis son téléphone ou son pc, c’est prendre conscience et s’engager pour protéger la planète. Chacun peut commencer dès aujourd’hui, même avec des gestes simples comme la réduction des déchets et le soutien à des initiatives écologiques. Et vous, si vous étiez parmi les participants de Vendée Globe, quel défi voudriez-vous relever? Quel message aimeriez-vous transmettre au monde entier? Le voyage a déjà commencé! Vous ne l’aviez pas remarqué?

 

Pour en savoir plus:

Sur Instagram, les comptes officiels du Vendée Globe et de certains skippers offrent des contenus réguliers:

Vendée Globe (@vendeeglobe) • Foto e video di Instagram: compte officiel de la course, avec des mises à jour, des photos et des vidéos.

Charlie Dalin (@charliedalin) • Foto e video di Instagram: compte de Charlie Dalin, actuellement en tête de la course.

Violette Dorange (@violettedorange) • Foto e video di Instagram: compte de Violette Dorange, skippeuse et aventurière de 23 ans.

Sur YouTube, les vidéos suivantes:

Solitude versus civilisation | Vendée Globe 2024: chaine officielle qui propose des résumés quotidiens, des interviews et des documentaires sur la course.

Vendée Globe : les derniers aventuriers des mers • FRANCE 24

La Basilica di San Giovanni in Laterano: La Madre di Tutte le Chiese

La Basilica di San Giovanni in Laterano, situata a Roma, è uno dei luoghi di culto più significativi della cristianità. Conosciuta ufficialmente come Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano, è la cattedrale della diocesi di Roma e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, il Vescovo di Roma. Nonostante la sua importanza, molti la confondono con la Basilica di San Pietro, che è invece la sede del potere papale.

La basilica fu costruita nel IV secolo d.C., durante il regno dell’imperatore Costantino I. Costantino donò il terreno dove oggi sorge la basilica, una proprietà della famiglia Laterani confiscata in seguito alla loro caduta in disgrazia. Consacrata nel 324 d.C. da Papa Silvestro I, San Giovanni in Laterano fu la prima chiesa ufficiale costruita a Roma e rimase il principale luogo di culto cristiano per secoli.

Nel Medioevo, fu oggetto di vari restauri e ampliamenti a causa di incendi, terremoti e saccheggi, tra cui quello operato dai Normanni nel 1084. L’aspetto attuale della basilica è il risultato di restauri del XVII secolo, principalmente guidati dall’architetto Francesco Borromini, sotto il pontificato di Papa Innocenzo X.

Architettura e interni

San Giovanni in Laterano presenta una fusione di stili architettonici, con una predominanza del barocco grazie alle modifiche di Borromini. La facciata principale, completata nel 1735 da Alessandro Galilei, è un capolavoro del neoclassicismo e domina Piazza di San Giovanni in Laterano.

Elementi principali dell’interno:

  1. Navate e soffitto: La basilica ha cinque navate, con un soffitto dorato decorato durante il Rinascimento.
  2. Statue degli Apostoli: Le enormi statue degli Apostoli, situate nelle nicchie lungo la navata centrale, sono opera di vari scultori del XVII secolo.
  3. Ciborio: Sopra l’altare maggiore si erge il ciborio gotico del XIV secolo, che conserva reliquie sacre, tra cui parti della testa dei Santi Pietro e Paolo.
  4. Battistero Lateranense: Accanto alla basilica si trova il Battistero di San Giovanni in Fonte, il più antico battistero della cristianità, un edificio ottagonale del IV secolo.

Importanza Spirituale e Culturale

La Basilica di San Giovanni in Laterano è conosciuta come “Madre e Capo di tutte le Chiese del mondo” (Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput), un titolo che sottolinea la sua preminenza nella Chiesa cattolica. Ogni anno, il 9 novembre si celebra la dedicazione della basilica, un evento importante nel calendario liturgico.

L’adiacente Scala Santa, una serie di 28 gradini di marmo che si dice siano stati portati a Roma da Gerusalemme e sui quali Gesù avrebbe camminato durante il processo davanti a Ponzio Pilato, attira pellegrini da tutto il mondo.

San Giovanni in Laterano è l’unica basilica al mondo che ha il privilegio di essere chiamata “Arcibasilica” e rappresenta non solo un luogo di fede, ma anche un simbolo della storia millenaria di Roma e della Chiesa cattolica. Una visita a questo straordinario complesso è un viaggio attraverso la spiritualità, l’arte e la cultura.

Per approfondimenti, vai alla rubrica Luoghi dello Spirito della rivista Raggi di Luce che in occasione del Giubileo ha accesso libero.

27 gennaio: il Giorno della Memoria in un’ottica universale

Come è ben noto, il 27 gennaio di ogni anno è la data in cui si celebra il Giorno della Memoria, istituito per commemorare le vittime dell’Olocausto e per riflettere sui terribili eventi storici legati alle persecuzioni nazifasciste. Da ormai venticinque anni, per il mondo della scuola, questo momento ha assunto un valore educativo molto profondo: un’occasione per trasmettere ai bambini e alle bambine, in modo adeguato alla loro età, i principi diella convivenza pacifica, l’importanza del rispetto reciproco e il rifiuto di ogni forma di discriminazione. Quest’anno, ci piacerebbe fare un passo in più: provare a ragionare sul Giorno della Memoria in un’ottica Universal Design.

In un’epoca come la nostra, caratterizzata da una società complessa e da contraddizioni drammatiche come quelle che ancora oggi investono il Medio Oriente, è importante ricordare che il 27 gennaio non dovrebbe esaurirsi in un semplice racconto storico, ma offrire l’occasione per una reale crescita educativa. Ed è proprio per “fare testimonianza” in modo attivo, con scelte da praticare tutti i giorni, che abbiamo scelto di fornire alcune indicazioni didattiche ispirate allo Universal Design for Learning (UDL). A nostro avviso, il miglior lavoro che possiamo fare contro l’esclusione, l’emarginazione e il razzismo consiste proprio nel fornire a tutti e a tutte il giusto ambiente di apprendimento.

L’UDL invita, infatti, a progettare percorsi didattici che offrano molteplici modalità di rappresentazione, coinvolgimento ed espressione dei contenuti. Senza entrare troppo nel dettaglio (si possono trovare molte informazioni online e in guide didattiche specifiche), possiamo dire che una progettazione UDL offre un accesso ampio e flessibile a tutti i componenti della classe riducendo al minimo le necessità di adattamento di materiali e strategie.

Ecco, dunque, quattro proposte operative  da proporre in classe (il 27 gennaio e non solo) per lavorare sul tema della Memoria in modo inclusivo, partecipativo e formativo:

1. La “scatola dei ricordi condivisi”

Obiettivo didattico: Promuovere l’empatia, la capacità di riconoscere e condividere emozioni e riflettere sull’importanza dei ricordi storici e personali.

Attività:

  • Invitate gli alunni a portare in classe un piccolo oggetto che per loro abbia un valore speciale (una foto, un souvenir, un disegno, ecc.).
  • Costruite insieme una “scatola dei ricordi condivisi”, dove i bambini riporranno a turno i propri oggetti, spiegandone il significato.
  • Collegate questo momento ai temi del Giorno della Memoria, spiegando come certi oggetti, lettere e fotografie, siano stati (e siano tuttora) gli unici testimoni di storie preziose, spesso segnate dalla persecuzione o dall’esilio.
  • Per le classi più alte, si può legare questa proposta alla raccolta di materiale inerente gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Attenzione:  con i bambini della scuola primaria è sconsigliato mostrare immagini esplicite dei campi di sterminio.

UDL: Offrire molteplici modi per esprimersi (racconto orale, disegno, scrittura breve), per coinvolgere chi preferisce parlare e chi si trova più a suo agio nel disegno o nella scrittura.

2. Il cartellone illustrato “Mai più discriminazioni”

Obiettivo didattico: Lavorare sul vocabolario della pace e dell’inclusione; favorire lo sviluppo di un lessico legato all’amicizia, al rispetto delle differenze e alla solidarietà.

Attività:

  • Preparate un grande foglio di carta da poter appendere in classe.
  • Scrivete al centro la frase “Mai più discriminazioni!” e disegnate intorno tanti cerchi o riquadri vuoti.
  • Chiedete ai bambini di esprimere con immagini, parole o brevi frasi la loro idea di pace, rispetto e collaborazione. Potranno disegnare, colorare, incollare ritagli di giornale o scrivere slogan.
  • Collegate quindi questo lavoro al contesto storico del Giorno della Memoria: in che modo la mancanza di rispetto per l’altro ha portato a persecuzioni e stragi? Cosa significa mettere in pratica questi valori oggi?

UDL: Garantire diverse modalità di rappresentazione (disegni, parole, immagini ritagliate, piccoli testi). Sostenere la comprensione e la motivazione differenziando le attività (chi vuole disegnare, chi vuole scrivere, chi preferisce ritagliare e incollare).

3. Racconto animato “Una storia per la Memoria”

Obiettivo didattico: Affrontare il tema dell’Olocausto e del concetto di persecuzione in modo narrativo, adatto all’età. Incrementare la comprensione e la riflessione critica attraverso la condivisione orale.

Attività:

  • Scegliete un racconto narrativo che spieghi la storia della Shoah dal punto di vista di un bambino o di una bambina. L’editoria ha prodotto negli anni diversi lavori di qualità che possono essere selezionati per sensibilità e completezza di testo ed eventuali immagini. Una buona idea è scegliere storie di salvezza, nelle quali la solidarietà e la collaborazione hanno contribuito a salvare vite umane.
  • Leggete il racconto in classe, utilizzando toni di voce diversi, pause e immagini proiettate (o mostrate su cartelloni) per coinvolgere attivamente tutti i bambini.
  • Stimolate un dialogo aperto: cosa hanno provato i personaggi? Come si sono sentiti quando qualcuno ha impedito loro di andare a scuola o di giocare con gli amici? Quali effetti sono stati determinati dagli aiutanti?

UDL: Presentare la storia in più formati (letto ad alta voce, con immagini, con eventuali supporti digitali) per fornire a ciascun alunno un accesso adeguato. Invitate i bambini a esprimersi su quanto ascoltato nei modi in cui si sentono più a loro agio (parlando, disegnando, mimando alcune parti del racconto).

4. Laboratorio di musica e poesia “Voci e suoni di pace”

Obiettivo didattico: Sviluppare la creatività e la sensibilità emotiva, stimolare la collaborazione di gruppo; far cogliere il potere espressivo di musica e poesia come strumento di ricordo e speranza.

Attività:

  • Proponete una breve poesia o canzone sul tema della pace, dell’uguaglianza o della solidarietà. Fate ascoltare ai bambini anche la versione cantata o recitata.
  • Fate sperimentare diversi strumenti semplici (maracas, triangoli, tamburelli) o battiti di mani per accompagnare il testo, elaborando insieme un piccolo brano corale.
  • Invitate i bambini a creare, in piccoli gruppi, la loro strofa o la loro rima, ispirandosi a valori di tolleranza e fratellanza. Assemblate poi il tutto in una “canzone della classe”.

UDL: Prevedere materiali audio, testuali, visivi e la possibilità di partecipare in base alle proprie preferenze espressive (cantare, suonare, inventare rime). Per chi non si sente a proprio agio con l’espressione orale, offrite l’opzione di creare piccole illustrazioni che accompagnino la canzone.

Conclusioni
Attraverso attività come queste, progettate già dall’inizio secondo i principi dello Universal Design for Learning, favorirete la partecipazione attiva e significativa di tutti i bambini e di tutte le bambine.

Va ricordato, inoltre, che l’obiettivo non è soltanto trasmettere la memoria storica dell’Olocausto, ma anche sperimentare in prima persona una cultura del rispetto, dell’inclusione e della responsabilità collettiva. Solo così la Giornata della Memoria potrà diventare un’occasione di crescita autentica: un promemoria di ciò che è stato, ma soprattutto la spinta ad agire nel presente per costruire gli “anticorpi” di cui le società aperte hanno bisogno.