Soluzione di problemi e libertà di scelta: sinergia vincente!

Le Indicazioni Nazionali del 2012, ribadiscono in modo molto chiaro come il risolvere problemi, affinare le capacità di ragionamento e operare scelte strategiche, siano obiettivi fondamentali che la scuola deve perseguire e promuovere in ogni studente, anche attraverso la richiesta di argomentare e giustificare le proprie scelte e decisioni.

Nelle Indicazioni emerge chiaramente la rilevanza che il problem solving dovrebbe avere all’interno della pratica didattica: “Caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi, che devono essere intesi come questioni autentiche e significative, legate alla vita quotidiana, e non solo esercizi a carattere ripetitivo o quesiti ai quali rispondere semplicemente ricordando una definizione o una regola. (…) L’alunno analizza le situazioni per tradurle in termini matematici, riconosce schemi ricorrenti, stabilisce analogie con modelli noti, sceglie le azioni da compiere e le concatena in modo efficace al fine di produrre una risoluzione del problema. Un’attenzione particolare andrà dedicata allo sviluppo della capacità di esporre e di discutere con i compagni le soluzioni e i procedimenti seguiti”. 

La soluzione di problemi in classe

Per realizzare in pratica quanto richiesto dal documento ministeriale, è necessario a scuola, progettare e pianificare percorsi didattici che consentano a ciascuno studente, di esplorare ed interpretare situazioni problematiche diverse (e non solo problemi applicativi di conoscenze o procedure), sulle quali operare inferenze e per le quali sia possibile trovare diverse strategie risolutive, scegliendo quelle ritenute più efficaci e poi da verificare.  Si parla, in questo caso di problemi strategici, situazioni aperte spesso attinte dalla realtà, a più soluzioni diverse, che guidano i bambini all’applicazione coerente ed efficace di molteplici forme di rappresentazione e operazionalizzazione delle strategie messe in campo.

È una questione di scelta, gli alunni sono liberi di poter scegliere, tra una serie di possibili percorsi risolutivi da scoprire, quelli o quello ritenuti coerenti per quella situazione e più efficaci. La possibilità di riflettere, scegliere liberamente e argomentare con responsabilità le decisioni prese, stimolano in ciascuno il proprio pensiero creativo e critico richiedendo di immaginare e individuare, creativamente, soluzioni alle diverse situazioni problematiche che via via si propongono di risolvere, attivando processi di analisi, ragionamento, valutazione e comunicazione. 

Un possibile percorso didattico

La seguente unità di lavoro, è stata progettata e sperimentata con alunni di classe 4 e 5 ma con le dovute “attenzioni didattiche” può essere facilmente adattabile anche per le altre classi. L’efficacia del lavoro presentato è risultata notevole sia per la possibilità, data a ciascun bambino, di sperimentarsi come abile solutore di problemi scegliendo le strategie ritenute  via via più adeguate, sia per la fiducia riposta nelle scelte che, liberamente ognuno  è stato chiamato a prendere, condizione necessaria per far crescere la responsabilizzazione nei confronti del proprio operato.

Tutta la proposta didattica viene realizzata utilizzando una modalità cooperativa: “Il Roundtable simultaneo, questo permette all’alunno di non “sentirsi solo” di fronte ad una nuova situazione problematica da risolvere, ma senza rinunciare ad un proprio spazio di lavoro e di riflessione individuale. Garantire a ciascuno il proprio spazio di intervento sia nella attività di riflessione-soluzione, sia nella attività di discussione e argomentazione collettiva finale, all’interno dello spazio protetto del piccolo gruppo, abilita ciascuno ad essere protagonista e co-costruttore, allo stesso tempo, di soluzioni e decisioni condivise insieme. 

Il Roundtable simultaneo

La tecnica cooperativa proposta fa parte dello Structural Approach, sviluppato da Miguel e Spencer Kagan, modalità di lavoro cooperative che privilegiano la predisposizione di strutture definite di lavoro, in grado di garantire una efficace interdipendenza positiva e responsabilità individuale. Il Roundtable simuiltaneo è una struttura veloce per valorizzare le risorse di tutti i componenti del gruppo, impegnati nella ricerca della soluzione al problema, della quale ciascuno sarà individualmente e collettivamente responsabile.

Descrizione dell’attività: l’attività comprende un primo momento di lavoro individuale nel quale si chiede di riflettere su tre situazioni problematiche diverse in successione, mettere in relazione le informazioni fornite, operare inferenze e arrivare a proporre una ipotesi di soluzione per ciascuna. Segue la fase di lavoro nel piccolo gruppo, dove ogni ipotesi individuale viene condivisa, argomentata e, in seguito al confronto di gruppo, si arriva insieme ad elaborare una sintesi conclusiva da argomentare nella fase finale nel grande gruppo. 

Svolgimento: si formano gruppi da tre componenti e si consegna a ciascuno una scheda diversa ( A,B,C), ogni scheda presenta una situazione problematica aperta a più soluzioni. Ogni componente legge attentamente e interpreta la situazione presente nella propria scheda, veicolata anche dal linguaggio visivo, mette in relazione i dati forniti e propone una ipotesi di soluzione scegliendo liberamente tra più possibilità effettive. Per evitare tempi morti di attesa, le tre schede vengono fatte girare contemporaneamente; ogni scheda pone un quesito diverso, ciascun alunno scrive la sua proposta di soluzione, passa il foglio al compagno/a a destra, prende la seconda scheda dal compagno di sinistra e continua cosi fino a che non ha dato tutte e tre le risposte.

Le schede quindi ruotano contemporaneamente intorno al tavolo. Per evitare che ciò che ha scritto un alunno influenzi chi riceve successivamente il foglio, si può chiedere che l’ipotesi di soluzione venga scritta nel primo spazio in fondo, che poi verrà ripiegato lungo la linea tratteggiata per coprire la risposta stessa. Chi riceve successivamente la scheda può quindi leggere la domanda, ma non la precedente risposta. Al termine all’interno del piccolo gruppo, si condividono le ipotesi proposte, argomentandole e confrontandosi su di esse per poi redigere insieme una scheda di sintesi finale (scheda D) con le soluzioni ritenute più coerenti ed efficaci dal gruppo, per risolvere le tre situazioni problematiche proposte.

Valutazione formativa

Durante questa unità di lavoro, l’insegnante attiverà un processo di valutazione costante, monitorando tutte le fasi realizzative e basandosi su diversi elementi: le osservazioni di ciò che ciascuno elabora nella fase individuale, ma anche come affronta i diversi compiti sia da un punto di vista emotivo sia comportamentale. La valutazione prenderà in considerazione non solo le competenze logico-matematiche specifiche ma anche l’autonomia di lavoro, la capacità di affrontare una situazione nuova mobilitando risorse personali e di collaborare con i propri compagni e le proprie compagne. Verrà anche valorizzata e sostenuta la capacità di argomentare le proprie scelte e di operare una riflessione metacognitiva sul proprio operato, attraverso conversazioni e il completamento di schede di autovalutazione.

Differenziare per includere

Valorizzare ciascuno

Gli alunni e le alunne che compongono le nostre classi sono tutti diversi, con interessi, passioni, esigenze, peculiarità, stili di apprendimento del tutto differenti. Eppure nella didattica tradizionale si continuano ad imporre le stesse modalità procedurali, gli stessi tempi e si richiedono gli stessi prodotti a ciascuno, senza un’effettiva differenziazione, eccetto per coloro con bisogni educativi speciali. La differenziazione didattica non può e non deve avere solo lo scopo di semplificare l’apprendimento ma dovrebbe valorizzare ciò che ciascun alunno è in grado di fare. 

Cosa differenziare

La differenziazione didattica si basa sulla necessità di attivare e perseguire una didattica per competenze con l’obiettivo di far emergere il talento di ciascuno, attraverso percorsi che siano in grado di stimolare e avvicinare lo studente ad un apprendimento vivo e attivo. Nella pratica didattica in classe la differenziazione è possibile in tre ambiti: contenuti, processi, prodotti.

Conoscere gli alunni in profondità

Per poter progettare percorsi differenziati è necessario però conoscere in modo approfondito i propri studenti. L’insegnante, infatti, deve aver chiaro non solo lo stile cognitivo e il metodo di apprendimento di ciascuno, ma deve anche conoscere interessi, curiosità, talenti, punti di forza, fragilità, potenzialità e bagaglio personale. Proprio grazie a queste informazioni il docente sarà in grado di valutare la prontezza all’apprendimento, lavorando sulla zona di sviluppo prossimale e, agganciando i percorsi didattici alla vita degli alunni.

Il ruolo del docente

Il docente non è più un dispensatore di conoscenze, ma diventa un regista che gestisce e accompagna i processi, affiancando ciascuno e incoraggiando la riuscita di tutti. L’insegnante inoltre sarà il primo esempio di competenza in azione perché nella quotidianità didattica dovrà far vedere ai propri alunni come procedere proprio come un artigiano che attraverso l’apprendistato cognitivo mostra, accompagna, affianca e sostiene ciascuno nell’apprendimento cooperativo e vero.

Esempi di attività differenziate

    1. Stazioni di lavoro. La classe viene suddivisa in tavoli di lavoro dove gli alunni possano lavorare insieme e confrontarsi mettendosi in gioco però su attività diversificate. Ciascuna stazione infatti propone attività distinte che richiedono abilità diverse e strategie cognitive mirate in base a ciascuna proposta. L’obiettivo è anche quello di “imparare facendo”, dunque la progettazione delle attività deve tener presente della parte pratica e applicativa del sapere. 
    2. Tabelle di scelta. Vengono proposte agli alunni delle tabelle che contengono molte e varie attività inerenti ad uno stesso argomento oppure molto diverse tra loro. Gli alunni potranno mettersi al lavoro sull’attività che preferiscono e, rendendo l’attività piacevole e vicina ai propri interessi, alle proprie modalità di apprendimento o ai propri bisogni formativi. 
    3. Centri di apprendimento. La modalità didattica dei centri di apprendimento viene utilizzata per il rinforzo e sostegno specifico degli apprendimenti. La classe viene suddivisa in gruppi cooperativi dove gli alunni attraverso l’utilizzo di specifiche attività come ad esempio progetti, giochi, manufatti, si mettono alla prova per consolidare le proprie abilità in un contesto cooperativo e di aiuto reciproco tra pari.
    4. Centri di interesse. Quando si lavora per centri di interesse gli alunni hanno la possibilità di scegliere in autonomia ciò su cui lavorare in base ai propri interessi e alle proprie passioni. La classe viene infatti suddivisa in zone attrezzate all’interno delle quali sia possibile allenarsi o esercitarsi utilizzando materiali e risorse di studio per approfondire specifici argomenti. In questo caso la motivazione personale e la scelta favoriscono l’attivazione di un clima positivo.

Lavorare applicando la differenziazione didattica è sicuramente complesso e richiede una competenza attiva dell’insegnante, che continuamente si mette in discussione e prova nuove strade per rendere la giornata scolastica efficace e piacevole. Allo stesso tempo è davvero impegnativo costruire legami con tutti i nostri studenti mostrando sensibilità per le loro differenze e realizzare percorsi didattici cuciti su misura per la specificità che ciascuno di loro ha. Ma c’è una certezza, quella che gli studenti lavorino meglio in un contesto in cui si sentano presi in considerazione, apprezzati e sostenuti. E se non sappiamo da dove cominciare, la prima cosa da fare è studiare, e la seconda è cominciare e provare sul campo. 

Per approfondire

  • D’Alonzo, L. (2016). La differenziazione didattica per l’inclusione. Metodi, strategie, attività – Trento: Erickson. 
  • Demo, H. (cur.) (2015). Didattica delle differenze. Proposte metodologiche per una didattica inclusiva – Trento: Erickson.
  • D’Alonzo, L. (2019). Ognuno è speciale. Strategie per la didattica differenziata. Milano – Torino: Pearson
  • Tomlinson, C. A., & Imbeau, M. B. (2012). Condurre e gestire una classe eterogenea – Roma: LAS
  • Tomlinson, C. A. (2006). Adempiere la promessa di una classe differenziata: strategie e strumenti per un insegnamento attento alla diversità – Roma: LAS

Per iniziare: un piccolo spunto operativo

Liberi di scegliere

Spesso i paradossi possono essere molto utili per vedere che cosa non funziona e apportare le giuste correzioni. È un paradosso, per esempio, la differenza tra il modo tutto italiano di intendere “il controllo” dei bambini e delle bambine nel contesto scolastico e quanto avviene nel Nord Europa. Non è un mistero, infatti, che nei Paesi che spesso usiamo come riferimenti positivi, si consentono spazi di autonomia molto più ampi. Gli alunni e le alunne possono andare a scuola o tornare a casa da soli, possono non avere gli occhi degli adulti addosso durante l’intervallo e sono sollecitati a cavarsela il più possibile da soli.

Si tratta di un paradosso perché diamo per scontato che non ci siano condizioni oggettive tali da giustificare trattamenti così diversi. Anzi, in tempi di prove Invalsi siamo addirittura orientati alla costruzione di un sistema di valutazione comune con costanti confronti internazionali. E si tratta, per di più, di un paradosso consistente perchè lo stesso concetto di successo scolastico esce molto ridimensionato, senza un adeguato sviluppo dell’autonomia personale.

In attesa di un dibattito su questi temi e, magari, di modifiche legislative adeguate, dobbiamo tenere comunque in considerazione alcuni aspetti fondamentali:

  • quando gli alunni e le alunne percepiscono di poter gestire in prima persona le situazioni che le riguardano (locus of control interno), i loro apprendimenti crescono significativamente;
  • uno dei motori più efficaci del successo scolastico è “aver chiaro” il proprio funzionamento durante l’apprendimento (strategie, modalità preferenziali, organizzazione delle informazione);
  • autonomia e sviluppo della conoscenza di sé sono strettamente connesse: senza occasioni di lavoro in autonomia, non si creano le condizioni necessarie alla ricerca personale. 

Date queste premesse, la domanda più ovvia è: come posso organizzare la mia classe per favorire la crescita dell’autonomia pur nei limiti ricordati sopra? Una delle esperienze più significative è rappresentata da quella che si può definire “didattica aperta” e che può essere praticata anche solo in alcuni momenti della settimana o della giornata.  Per esempio,  si possono prevedere alcuni momenti settimanali nei quali:

  • i bambini e le bambine sono divisi in gruppi di lavoro;
  • ciascun gruppo è caratterizzato da una diversa proposta operativa, da un diverso argomento o anche da una diversa disciplina;
  • ciascun componente della classe sceglie quale tipo di lavoro svolgere, ovvero a quale gruppo aderire, e poi relaziona alla classe;
  • la scelta avviene sulla base di preferenze o di necessità personali e viene discussa pubblicamente nella classe;
  • la rotazione dei diversi componenti nei gruppi va a completare un quadro di insieme: al termine della turnazione, tutti i bambini e tutte le bambine avranno completato ciascuna delle diverse proposte.

Nella nostra esperienza, le ore di didattica aperta sono le più entusiasmanti, per la classe. Sono quelle ore in cui ciascuno può decidere cosa fare, o come farlo, o con chi. Questo ovviamente richiede un cambio di passo importante per l’insegnante. La parte più consistente del suo lavoro avviene prima di entrare in aula, nella preparazione e organizzazione dei materiali, delle consegne, delle risorse per i vari gruppi. Una volta avviata la lezione, invece, la sfida principale per il docente è quella di “fare un passo indietro”: di non condizionare le scelte degli alunni, di lasciarli liberi di provare, di cambiare, di sbagliare, di imparare. Con gli altri e con le altre. 

A fine lezione, poi, l’insegnante dovrà occuparsi di tirare le fila e capire come è andato il lavoro di ciascun alunno e di ciascuna alunna, ascoltare le motivazioni delle loro scelte, restituire un feedback costruttivoUna fase, questa finale, importantissima: è dai loro racconti, infatti, che emergeranno tante informazioni utili per conoscere più a fondo tutte le differenze presenti in classe. Informazioni sulle dinamiche relazionali, certo, ma anche sui diversi stili di apprendimento, sulle loro preferenze, sulla loro consapevolezza di sé.

Biodiversità, un tesoro da proteggere

Il 22 maggio si celebra la Giornata Mondiale della Biodiversità, un’occasione per riflettere con bambini e bambine su cosa sia la biodiversità e su come fare per preservarla.

Ecologia e biodiversità

L’ecologia è la scienza che studia il rapporto tra gli esseri viventi e l’ambiente e quindi gli ecosistemi, che sono preziosi serbatoi di biodiversità. Il termine “biodiversità” si riferisce alla varietà della vita:

  • all’interno di un ecosistema;
  • tra le specie;
  • genetica.

Per varietà genetica si intende la varietà tra individui di una stessa specie ed è questa la più importante da preservare, in quanto la capacità di adattamento è fondamentale per la sopravvivenza e la nascita di nuove specie.

Perdita della biodiversità

Oggi stiamo assistendo alla 6a grande estinzione. Dal momento della comparsa della vita sulla Terra ad oggi si sono verificate già 5 estinzioni di massa (tra cui la più famosa, quella dei dinosauri) con la perdita del 98% delle specie viventi, e allora perché quella in corso appare così preoccupante?

Le motivazioni che dovrebbero spingerci ad agire più responsabilmente nei confronti delle altre forme di vita e del nostro pianeta sono molteplici:

  • innanzitutto l’estinzione in corso è l’unica causata da una sola specie (e non credo ci sia bisogno di specificare che si tratta di quella umana);
  • secondariamente sta avvenendo molto più velocemente delle precedenti;
  • infine la nascita di nuove specie che possano sopperire alla perdita delle “vecchie” è resa difficile sia dalla velocità del cambiamento, sia dalla penuria di nuovi habitat in cui svilupparsi: l’uomo ha infatti alterato i tre quarti delle terre emerse e i due quarti degli oceani.

Conservazione della biodiversità

La buona notizia e il messaggio di speranza che dobbiamo passare a bambine e bambini è che le soluzioni per proteggere e ripristinare la biodiversità ci sono!

Conservare e ampliare le aree protette* è una di queste ma non è sufficiente, perché gli animali che le abitano hanno bisogno di spostarsi rischiando di venire uccisi attraversando aree non protette. Per questo motivo è necessario creare una rete ecologica il più estesa possibile prevedendo dei corridoi ecologici (come piccoli boschi, canali erbosi, corsi d’acqua, sovrappassi e sottopassi per la fauna), aree sparse (le cosiddette stepping stones) e aree paranaturali.

A scuola possiamo cambiare il mondo, insieme!

Il problema ci appare di vasta portata e potrebbe indurre in ragazzi e ragazze un senso di impotenza; in realtà ciascuno di noi, per quanto piccolo sia, può fare qualcosa di concreto nella vita di tutti i giorni.

E allora perché non sfruttare la Giornata Mondiale della Biodiversità per proporre ai nostri alunni e alle nostre alunne una semplice attività in cui impegnarsi per fare così un dono al nostro pianeta e a noi stessi?

Alcune idee: ridurre l’utilizzo dei dispositivi elettronici (tv, smartphone, tablet…), ricordarsi di spegnerli sempre completamente evitando la modalità stand-by (la classica “lucina rossa”), recarsi a scuola a piedi, in bicicletta o in autobus, chiedere ai genitori di spostarsi con i mezzi pubblici piuttosto che in automobile, comprare meno vestiti o giocattoli inutili, inventare nuovi utilizzi per quelli che diventerebbero dei rifiuti (contenitori vuoti, ritagli di carta, avanzi di cartone…), bere acqua del rubinetto anziché acquistarla in bottiglie di plastica, preferire la doccia al bagno per consumare meno acqua, mangiare meno carne, ridurre gli sprechi, …

Libri e albi illustrati

Per concludere, vi consiglio alcuni testi che è possibile visionare con bambini e bambine per introdurre/approfondire l’argomento:

  • Tu puoi salvare il mondo di Angela Green, Salani Editore;
  • Terra di Giancarlo Macrì, edizioni NuiNui;
  • Sopra e sotto di Patricia Hegarty, Editoriale Scienza;
  • Dal ramo al mare di Shelley Moore Thomas, Giralangolo;
  • Uffa che caldo! di Luca Mercalli, ElectaKids;
  • 10 cose che posso fare per aiutare il mio pianeta di Melanie Walsh, Editoriale Scienza;
  • Ambiente Rodari, Einaudi Ragazzi.

Speciale Coronation Day

The coronation of Charles III and his wife Camilla as king and queen of the UK and the other Commonwealth realms in Westminster Abbey in London continues the long tradition, dating back to its roots in 973 AD, of formally investing the new monarch with regalia and crown. The most recent coronation took place on 2 June 1953 when Charles’s mother, Elizabeth II, was crowned Queen more  than year after her accession to the throne on  the death of her father King George VI.

 The other royal houses of Europe have abandoned the coronation ceremony leaving the British Royal family to be the last to keep the tradition alive. A coronation is a purely symbolic formality as it does not signify the start of the monarchs reign which commences at the moment of the preceding monarchs death, thus maintaining the legal continuity of the monarchy itself.

The ceremony itself has remained largely unchanged for the past thousand years with the sovereign being presented to the people, then swearing an oath of uphold the law and the Church and then being crowned. It is an extremely rare opportunity to see a royal family in all its pomp and circumstance taking part in it’s most important rite.

 

I festival da non perdere a maggio

MACERATA RACCONTA

Martedì 2 – domenica 7 maggio 2023 – Macerata

i mostri

Con un programma che si rinnova di anno in anno ispirandosi ogni volta a un tema diverso, sempre di estrema attualità, gli eventi del festival sono tutti gratuiti e pensati con cura per incontrare un pubblico eterogeneo appartenente a tutte le fasce di età. Una settimana con 50 appuntamenti a ingresso libero, con ospiti straordinari. Un programma che offre appuntamenti per tutte le età e con una sezione dedicata alle scuole. 

Il tema di questa dodicesima edizione è “I MOSTRI”: quegli esseri straordinari che con il loro “mostrarsi” ci invitano a varcare la soglia dell’ignoto, per abbandonare le nostre certezze e diffidenze e accrescere le nostre conoscenze e abilità.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina https://www.macerataracconta.it/wordpress/edizione-2023/.

 

EMPOLI LEGGENDA FESTIVAL

Giovedì 11 – domenica 14 maggio 2023 – Empoli

La sesta edizione del festival aprirà le porte ad alunni e studenti e a un pubblico di ogni età, con l’obiettivo di regalare giornate e serate da vivere insieme nel segno della cultura e dell’incontro. In particolare, sono oltre cento le classi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado che hanno aderito a questa edizione di Leggenda e che incontreranno autrici e autori in orario scolastico durante i giorni del Festival.

Leggenda è e rimane teatro d’incontro fra scrittori, artisti, educatori, librai e lettori-ascoltatori, per promuovere la lettura, fino dalla più tenera età, come indispensabile tecnologia “fantastica” per sognare mondi possibili, promuovere l’ascolto come attitudine all’incontro con l’altro e l’altrove e consolidare la formazione degli insegnanti e degli educatori con percorsi innovativi, laboratori e incontri con esperti.

Leggenda, sia come laboratorio permanente artistico ed educativo, sia come Festival prioritariamente rivolto alle nuove generazioni (0-14 anni), vuole essere un grande ed appassionato invito ad un ascolto multisensoriale dei libri, all’esplorazione delle loro storie che ci permettono magicamente di viaggiare nel tempo e nello spazio fino ben oltre i confini della nostra immaginazione. Un invito, perché come ci ricorda Gianni Rodari… il verbo leggere non sopporta l’imperativo.

Per maggiori informazioni, consultate la pagina https://www.leggendafestival.it/.

FESTIVAL DELLA FIABA

Venerdì 12 – domenica 14 maggio 2023 – Legnago (Verona)

La bellezza interiore è il tema di questa edizione, che, con un programma di ben 48 eventi, coinvolge tutti gli istituti scolastici del territorio, dal nido alle superiori, e vede il supporto di tutte le associazioni locali, oltre alle scuole di musica e di danza del comune.

Attraverso 8 fiabe classiche e due moderne, la manifestazione scandaglia la luce dell’anima e veicola valori importanti in una società oggi tanto complicata: semplicità, coraggio, fiducia, rispetto, solidarietà.

Teatri, cortili, parchi, piazze, musei, librerie, biblioteche, scuole, Casa di Riposo e centri diurni saranno aperti per 3 giorni per ospitare artisti, esperti, bambini e scuole. 

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina https://www.facebook.com/festivaldellafiabalegnago/.

ARF! Kids

Venerdì 12 – domenica 14 maggio 2023 – Roma

Torna a Roma ARF! Kids, il festival dei fumetti dedicato ai più giovani! Insieme ad autrici e autori di primo livello nel panorama italiano dell’editoria per l’infanzia, per partecipare a laboratori creativi di qualità, a incontri con libri e letture, con la presenza delle librerie Giufà e Ottimomassimo.

ARF! Kids maggio vi aspetta nel cuore di Testaccio, in un’area ad ingresso gratuito all’interno della nuova edizione di ARF!, il Festival del Fumetto di Roma. Più piccoli i lettori, più grande la festa!

ARF! Kids è il luogo dove sprigionare la fantasia tra centinaia di pastelli, pennarelli, personaggi e storie da inventare. Guidate dai migliori talenti dell’editoria per l’infanzia, la creatività e l’immaginazione dei giovanissimi si fanno strada tra i fogli bianchi per trasformarsi in Storie, Segni & Disegni. 

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina https://arfestival.it/kids/.

IL PICCOLO FESTIVAL

Venerdì 26 – domenica 28 maggio 2023 – Ospedaletti (Imperia)

In volo con le parole

Il Comune di Ospedaletti, Città che Legge, organizza la IV edizione del Piccolo Festival, un festival del libro per ragazzi: un programma ricco di appuntamenti, rivolti al grande e al piccolo pubblico, a ingresso libero e gratuito, con stand espositivi di librerie e case editrici. Un festival sul libro e sulla lettura come strumenti di conoscenza, di ascolto, di autonomia e di libertà di pensiero. 

Questa edizione parlerà di fantasia, di lettura e di ascolto, con incontri destinati ai ragazzi e momenti formativi rivolti al pubblico adulto, per i quali verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina https://www.comune.ospedaletti.im.it/turismo/2023/04/19/il-piccolo-festival-2/.

 

MAGGIO ALL’INFANZIA

Maggio-giugno 2023 – Bari, Monopoli e Molfetta

Bosco incantato

Scenari da fiaba, spazi in trasformazione, racconti di contemporaneità, debutti attesi, declinati in oltre 50 appuntamenti in programma per tutto il mese di maggio e a giugno tra teatri e spazi all’aperto di Bari, Monopoli e Molfetta. Le migliori produzioni di respiro nazionale e internazionale di teatro ragazzi saranno in scena durante il Festival Maggio all’infanzia, che per la sua XXVI edizione vede il Bosco incantato come tema portante della rassegna, con la direzione artistica di Teresa Ludovico, la cura del progetto di Cecilia Cangelli, consulenza di Giorgio Testa. Grande novità di un programma che unisce spettacoli, attività all’aperto, laboratori creativi e momenti di formazione per adulti e bambini, è un nuovo Comune che si aggiunge alla ‘famiglia’ del Maggio: Molfetta. Un tassello che accresce il progetto di un festival che vuole farsi spazio di sviluppo di una comunità culturale che crede in un teatro fondato sul territorio e accessibile a tutti, in particolar modo alle nuove generazioni, grazie al continuo sostegno delle amministrazioni locali. 

Per maggiori informazioni sul programma, consultate la pagina https://www.maggioallinfanzia.it/xxvi-edizione/.

Nel mondo della MISURA

Cercate una modalità concreta per presentare le diverse unità di misura, qualcosa che coinvolga attivamente bambini e bambine e permetta loro di apprendere per scopertaSe la risposta è “Sì”, leggete il percorso che ho proposto quest’anno in una classe 4a quasi completamente a digiuno di unità di misura, multipli e sottomultipli.

Primo step: diverse unità di misura

Entrando in classe, bambine e bambini hanno trovato una serie di oggetti e strumenti di misura con la richiesta di raggrupparli secondo un criterio da loro individuato. Insieme a pacchi di pasta, sale, zucchero, bottiglie e bottigliette di succo di frutta, acqua, latte, misurini, righelli, bilance, avevo preparato anche tre cartellini con le marche m, l, g.

La prima scelta operata dai bambini è stata quella di creare 4 raggruppamenti: misure di lunghezza (con il cartellino dei metri), misure di peso/massa (con il cartellino dei grammi), misure di capacità (con il cartellino dei litri) e strumenti di misura. Ho chiesto quindi di spiegarmi le motivazioni delle loro scelte, così abbiamo riflettuto sulla corretta collocazione degli oggetti e, insieme, abbiamo deciso di spostarne alcuni. Li ho poi aiutati a riflettere sul fatto che anche gli strumenti di misura potessero essere distribuiti negli altri 3 gruppi.

Secondo step: multipli e sottomultipli

A questo punto, ho suddiviso anche bambini e bambine in tre gruppi, uno per ciascuna grandezza (lunghezza, peso/massa, capacità) e ho messo a disposizione una serie di cartellini con le marche non soltanto dell’unità di misura fondamentale ma anche di multipli e sottomultipli*. Ciascun gruppo ha scelto i cartellini adatti alla grandezza che gli era stata assegnata e ha proceduto a riordinarli dall’unità più piccola alla più grande.

Avendo già lavorato in precedenza sui numeri decimali, per i bambini è stato molto intuitivo pensare al decigrammo come un decimo di grammo, al centilitro come centesima parte del litro, al millilitro come millesima parte e comprendere che il decagrammo vale 10 grammi, così come l’ettometro 100 metri e il chilometro 1000.

Terzo step: misure diverse o uguali?

Abbiamo poi osservato alcune confezioni di cibo alla ricerca dell’indicazione del peso e ci siamo soffermati in particolare su una confezione di zucchero da 1 kg e su una di sale da 1000 g per confrontarli e decidere quale fosse la più pesante. Anche con l’aiuto della bilancia, bambini e bambine sono arrivati a stabilire che i due pacchi hanno lo stesso peso e questo ci ha permesso di iniziare a comprendere che alcune misure sono scritte in modo diverso ma indicano la stessa quantità

Anche con bottiglie e botticini abbiamo fatto lo stesso lavoro attento di osservazione per scoprire anche in questo caso che 1 l = 1000 ml, 500 ml = 0,5 l e così via.

Quarto step: misure in tabella

L’ultimo passo prima di partire con le equivalenze vere e proprie è stato quello di osservare insieme una tabella che ho riportato su un grande cartellone appeso in classe e che ci ha aiutato a capire che, così come 1 centesimo può essere scritto anche come 0,01 unità allo stesso modo 1 centilitro si può scrivere anche come 0,01 litri o 0,1 decilitri (e così via), ma la quantità non cambia: la capacità, il peso, la lunghezza rimangono gli stessi anche se l’unità di misura può cambiare.

Equivalenze

A questo punto siamo pronti per affrontare il complesso mondo delle equivalenze, ma questa è un’altra storia.

 

*Per quanto riguarda le misure di peso/massa va fatta una precisazione: per portarli al confronto e alla riflessione che mi ero prefissata, ho deciso di partire dal grammo e dai suoi multipli e sottomultipli, introducendo solo in un secondo tempo il Mg e spiegando poi che l’unità di misura fondamentale è il kg.

Machine Learning con mBlock

mBlock è una piattaforma per il coding estremamente ricca, che offre moltissime opportunità di sviluppo di progetti a tutti i livelli di complessità. Si presenta come una valida alternativa a Scratch e amplia le possibilità su alcuni fronti: oltre alla grande quantità di estensioni di cui dispone, mBlock supporta diverse piattaforme hardware (in particolare alcune delle più comuni schede elettroniche utilizzate in ambito educativo, come Arduino, CyberPi o mBot) che possono essere programmate con notevole immediatezza grazie al linguaggio a blocchi, esteso con funzionalità specifiche per ciascuna piattaforma.

Classificare immagini

Una delle estensioni di mBlock si chiama Teachable Machine. Si tratta dell’interfaccia per integrare il noto applicativo di casa Google (Teachable Machine, appunto), che implementa una rete neurale e dunque degli algoritmi per l’apprendimento automatico (il cosiddetto Machine Learning). Nella sua versione più recente, lo strumento consente di classificare immagini caricate da file o da webcam, brevi audio oppure le pose di persone in immagini da file o da webcam. L’estensione di mBlock al momento consente l’addestramento della Teachable Machine solamente allo scopo di classificare immagini provenienti da una webcam collegata al PC. Si tratta quindi di utilizzare uno strumento in grado di associare autonomamente una categoria di immagini preimpostata alla scena inquadrata dalla webcam. Ciascuna categoria viene individuata e caratterizzata durante la cosiddetta fase di training della rete neurale.

L’interfaccia per la fase di training della Teachable Machine si presenta come in figura: sulla sinistra l’immagine presa in diretta dalla webcam, al centro tre categorie inizialmente senza nome (che andrà specificato) in attesa della registrazione di alcuni dati e sulla destra la zona in cui viene visualizzato il risultato della classificazione dell’immagine che proviene dalla webcam in ogni istante.

Per l’addestramento della rete neurale implementata nella Teachable Machine è necessario anzitutto decidere il numero di categorie in cui classificare gli input (il programma propone inizialmente 3 categorie, ma se ne possono avere fino a un massimo di 30). A ciascuna di esse deve essere assegnato un nome e un certo numero di immagini “di esempio” (il cosiddetto training set) che ritraggono gli oggetti o le scene che fanno parte della categoria stessa. L’algoritmo infatti “impara” come sono fatti gli oggetti facenti parte di una certa categoria proprio sfruttando le informazioni fornite nel training set, che deve pertanto essere vario a sufficienza da poter distinguere con una buona accuratezza immagini appartenenti a categorie distinte e quindi contenere anche un numero sufficientemente elevato di immagini.

In figura, una rete neurale allenata a classificare le immagini in quelle con più di una penna, quelle con una penna sola o quelle con nessuna penna. Per ciascuna categoria sono state fornite 15 immagini di esempio (un numero certamente esiguo). Sulla destra la classificazione dell’immagine a sinistra, presa in diretta dalla webcam.

Overfitting e underfitting

La fase di training è certamente quella più importante e delicata, perché richiede di bilanciare esigenze opposte e trovare il giusto equilibrio.

Se si forniscono poche immagini o informazioni, la rete neurale non sarà in grado di distinguere bene gli oggetti o le scene inquadrate perché non avrà una rappresentazione sufficiente della complessità degli oggetti. Si parla in questo caso di underfitting. Inoltre la presenza di sfondi o potenziali oggetti intrusi assieme a quelli da riconoscere potrebbe inficiare il riconoscimento. Un corretto riconoscimento è infatti tanto migliore quanto più ogni nuova immagine aggiunta al training set fornisce informazioni “aggiuntive” sugli oggetti che fanno parte della categoria.

Si potrebbe allora pensare che sia bene fornire un elevatissimo numero di immagini di esempio. Le insidie del superare un certo numero di immagini sono almeno due. Da un lato il costo computazionale: tante immagini richiedono tanto tempo per essere processate e ci si rende presto conto che un numero troppo elevato rende ingestibile il training. Dall’altro lato c’è il rischio di overfitting: se infatti forniamo troppi dati relativi a un numero limitato di esempi e di contesti, la rete neurale imparerà a riconoscere come caratterizzanti della categoria anche eventuali dettagli indesiderati di quegli oggetti, che non sono caratteristiche della categoria ma solamente dell’esempio specifico.

In figura, la rete neurale non riconosce la categoria corretta: dovrebbe riconoscere la categoria “Nessuna” ma invece l’algoritmo classifica “Una” con il 70% di confidenza, pur avendo avuto come esempio per la categoria “Nessuna” anche l’inquadratura dello sfondo senza oggetti. Una delle spiegazioni plausibili è la presenza del medesimo sfondo in tutte le immagini, che rende più difficile l’emergere delle caratteristiche distintive degli oggetti.

La classificazione

Una volta ultimato il training, nel menù dei blocchi della Teachable Machine ne compaiono tre nuovi: il blocco recognition result che restituisce in ogni momento il nome della categoria individuata dalla rete neurale per l’immagine proveniente dalla webcam; il blocco confidence of che consente di selezionare una categoria e restituisce il livello di confidenza, ovvero una percentuale di quanto sia plausibile che l’immagine inquadrata possa essere ascritta alla categoria selezionata; il blocco recognition result is che consente di selezionare una categoria e restituisce il risultato del riconoscimento, vale a dire che controlla se l’immagine inquadrata possa essere ascritta alla categoria selezionata e restituisce VERO in caso affermativo, altrimenti restituisce FALSO.

Con questi blocchi è possibile utilizzare la rete neurale per interagire con gli altri comandi, integrando le possibilità di questi modelli di machine learning nei propri progetti.

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