La soia

La soia (Glycine Max L.) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Fabacee (leguminose); viene coltivata in tutti i continenti e i maggiori produttori, con il 95% circa della quantità prodotta a livello globale, sono le Americhe (Brasile, Stati Uniti e Argentina), la Cina e l’India per un totale di 371.693.592 milioni di tonnellate prodotte nel 2021 (FAOSTAT, 2023).

I semi di soia sono classificati come semi oleosi poiché presentano un contenuto medio di lipidi grezzi compreso tra il 15 e il 25% (Sucheta et al., 2014). Dall’estrazione dell’olio dai semi si ottiene come residuo la farina di soia, ampiamente utilizzata sia nel settore alimentare sia mangimistico che presenta un elevato contenuto proteico (45-50% proteina grezza). La soia può essere utilizzata come pianta foraggera essiccata come fieno o raccolta a un preciso stadio fenologico e conservata col metodo dell’insilamento. La soia insilata presenta un contenuto di proteina grezza pari a 21,6%, NDF 45,2% e lipidi grezzi 6,7%

Il gruppo di ricerca del prof. Tabacco nel 2019 ha dimostrato che da un punto di vista di efficienza produttiva, la coltivazione della soia da insilato permette di massimizzare l’energia e la proteina prodotte per unità di superficie. La successione agronomica della soia da insilato ai cereali autunno-vernini permette inoltre di produrre la massima quantità di proteina per unità di superficie (kg/ha) rispetto ad altre colture raggiungendo i 2474 kg di proteina grezza per ettaro. La soia silo può essere aggiunta alla razione in quantità pari a 8 kg di sostanza secca andando in parte a sostituire la farina di estrazione di soia come fonte proteica. Questa strategia è importante per contenere le spese di acquisto dei mangimi e, in particolar modo, l’acquisto della farina di soia che, secondo il bollettino della borsa granaria di Milano di marzo 2023, è pari a 62,3 €/q. Gli autori che hanno svolto questa ricerca hanno evidenziato che l’utilizzo di soia silo nelle razioni per vacche da latte permette di aumentare l’ingestione (+1 kg di sostanza secca) e, a fronte di una diminuzione di 1 litro di latte prodotto quotidianamente per capo, sono aumentati positivamente i tenori di grasso e proteina (+0,27% e +0,15% rispettivamente). Il vantaggio economico ottenuto dalla dieta con la soia silo si evidenzia in un risparmio del costo giornaliero della razione per capo di 0,14 € e un maggiore ricavo dalla vendita del latte pari +0,34 € per vacca/giorno. 

La granella di soia integrale contiene diversi fattori antinutrizionali come, per esempio, i fattori antitripsinici che inibiscono la degradazione della tripsina a livello intestinale. Questa caratteristica comporta la diminuzione dell’assorbimento di questo importante aminoacido che si ripercuote su una diminuzione dell’efficienza nel sintetizzare le proteine a livello metabolico con il conseguente calo delle performance produttive. I fattori antitripsinici sono termolabili per cui, un trattamento termico della granella integrale come la tostatura, è necessario per l’utilizzo della soia nelle razioni per gli animali, in particolar modo per i monogastrici.

La coltivazione della soia ha un impatto positivo sul suolo in quanto è una leguminosa azotofissatrice in grado di fissare a livello radicale l’azoto atmosferico in azoto ammonico. Tuttavia, grazie alle sue eccezionali caratteristiche in termini di produttività e contenuto energetico e proteico, viene ampiamente coltivata dai grandi produttori mondiali principalmente come monocoltura. Questo comporta un depauperamento del suolo, una maggiore incidenza delle fitopatologie e una conseguente diminuzione della fertilità dei suoli e della biodiversità.

Non da ultimo per ordine di importanza, la soia coltivata dai principali produttori mondiali, contribuisce in modo importante al land grabbing e alla deforestazione (Steinfeld et al., 2006). La coltivazione di soia a livello nazionale, invece, potrebbe risultare una strategia vincente per aumentare la redditività degli allevatori in quanto presenta costi di produzione decisamente inferiori rispetto alla coltivazione del mais (-42% €/ha) con vantaggi non solo economici ma anche agronomici e ambientali, evitando in questo modo la dipendenza dalle importazioni.

La seconda prova dell’esame di Stato negli Istituti professionali di nuovo ordinamento

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Il brutto anatroccolo – il manifesto gentile per parlare di diversità e accoglienza

All’inizio di febbraio si celebra la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo. Questo argomento, in realtà, ha bisogno di essere affrontato con costanza durante il corso dell’intero anno scolastico e non di essere affrontato in una semplice giornata.  Sul vocabolario online di Treccani il termine bullo viene così descritto: “Atteggiamento di sopraffazione sui più deboli, con riferimento a violenze fisiche e psicologiche attuate specialmente in ambienti scolastici o giovanili.

Partendo da questa definizione, la nostra azione educativa dovrà essere volta a lavorare con i bambini su diversi aspetti tra cui:

  • la psicologia e le motivazioni del bullo;
  • le emozioni della vittima;
  • gli altri attori del binomio: i compagni che osservano in silenzio;
  • l’importanza di fare gruppo per contrastare il bullo.

Tutti questi aspetti, ugualmente importanti, possono essere affrontati insieme o uno alla volta. Il nostro consiglio è quello di utilizzare delle storie stimolo che possano aiutare i bambini e le bambine a immedesimarsi nelle situazioni e ad empatizzare con le varie situazioni.

L’anno scorso, avevamo trattato l’importanza di fare gruppo per contrastare il bullo attraverso la storia “Il bullo citrullo” di Alberto Pellai che proponeva la rabbia verso le ingiustizie come motore per l’aggregazione dei bambini. Quest’anno invece vogliamo porre l’accento sui sentimenti di tristezza, inadeguatezza e vergogna che prova il bambino o la bambina vittima di atti di bullismo. Per farlo abbiamo scelto la fiaba “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen e lo stile grafico dei futuristi.

Il video qui proposto è suddiviso in tre parti:

  • prima parte: lettura espressiva della storia;
  • seconda parte: presentazione del lavoro;
  • terza parte: video tutorial con i passaggi per realizzare il manifesto gentile.

Video

MATERIALI AGGIUNTIVI

LE AUTRICI

Ginevra G. Gottardi
Esperta di attività storico -artistiche, insieme a Giuditta Gottardi ha fondato il centro di formazione Laboratorio Interattivo Manuale, un atelier dove creatività e didattica si incontrano.

Giuditta Gottardi
Insegnante di scuola primaria, insieme a Ginevra Gottardi ha creato il sito Laboratorio Interattivo Manuale, una piattaforma digitale di incontro e discussione sulla didattica attiva per migliaia di insegnanti.

Entrambe sono autrici Fabbri–Erickson.

“Latin” Lovers | “Ora brucio con tre punte in una di tre cantiche”: Ulisse fra Aeneis ed Infernum

Per concludere questa piccola carrellata non poteva mancare Ulisse: Ora brucio con tre punte in una di tre cantiche”: Ulisse fra Aeneis ed Infernum. Non si tratta del πολύτροπος omerico ma dello scelerum inventor virgiliano, che, assieme al personaggio evocato da Macareo nelle Metamorfosi ovidiane, ha dato spunto all’Ulisse dantesco.

Invero l’idea dell’approfondimento è nata un po’ “al contrario” rispetto alle altre, direi dallo “spin off” al nucleo originario. Mi è capitato infatti di dover trattare l’Ulisse dantesco e i suoi influssi nella letteratura italiana soprattutto di fine Ottocento, inizio Novecento. Ne sono scaturiti una presentazione in slide e un articolo pubblicato sulla rivista “Ideas” 7 (2021), liberamente scaricabile da internet, che fornisco appunto nei materiali. In essi si segue l’evoluzione della figura dell’eroe caratterizzato dalla sete di conoscenza in autori quali Graf, ispiratosi a Tennyson, D’Annunzio, Pascoli, Gozzano e Saba. Al fascino della sua irrequietezza, tuttavia, non è rimasta immune nemmeno la musica leggera, come attestano cantautori quali Guccini, Claver Gold e Murubutu. 

Nella proposta centrale, invece, si prende in esame il personaggio descritto nell’Eneide di Virgilio e interpretato dalla sua esegesi, che, come detto, ha delle caratteristiche decisamente meno positive: nel secondo libro compare infatti come l’artefice dell’inganno del cavallo, ma viene presentato nel falso racconto di Sinone, che invero ne costituisce una sorta di alter ego, come un nemico personale, falso e malevolo. Nel terzo, invece, lo cita Achemenide, senza rancore, come infelix: nelle peregrinazioni dopo la caduta di Troia Enea si trova in prossimità dell’isole dei Ciclopi e salva il Greco dimenticato dai compagni sul posto, dopo l’accecamento di Polifemo.

Ovidio nelle Metamorfosi rivisita secondo il suo stile il personaggio, emulando sicuramente l’Eneide, ma nella prospettiva di un’innovazione anche del codice epico. Così Ulisse, che parla in prima persona nell’armorum iudicium contro Aiace, non rinnega la sua sagace eloquenza ed anche la sua capacità ingannatoria: sono queste le doti fondamentali che hanno sostituito la virtus muscolare dei nuovi eroi. Nel racconto di Macareo, poi, Ulisse appare come l’ultor, colui che ha liberato i compagni dalla bestialità cui li aveva condannati la maga Circe, ma, di fronte alle ancipites vias preconizzate dalla maga stessa prima della partenza (e forse alla base del viaggio divergente cantato da Dante), anche Macareo ha rinunciato alla sete di avventura dell’Ulisse omerico, per cercare un porto sicuro.

Obiettivi

Nell’ambito delle competenze di latino:

  • In un’opera fondamentale del periodo augusteo, l’Eneide virgiliana, analisi di un personaggio secondario che tuttavia ha influenzato la letteratura successiva, per esempio la Divina Commedia di Dante.
  • Prima ripresa dell’opera e del personaggio in un autore quasi coevo, Ovidio: punti di contatto e differenze in una presentazione di Ulisse che a sua volta ha influito sulla figura dantesca.
  • Excursus sulla letteratura tecnica latina tardoantica, Servio e Tiberio Claudio Donato che solitamente non vengono trattate nella programmazione.
  • Utilizzo dei commentari in latino per comprendere meglio il testo di Virgilio.
  • Nell’ambito delle competenze digitali: reperimento di fonti on line tramite motori di ricerca e utilizzo corretto delle fotografie disponibili sul web.
  • In un’ottica di una didattica integrata, tramite lo “spin off”: approfondimento della figura di Ulisse in Dante e nella letteratura italiana fra fine Ottocento e prima metà del Novecento.

Da scaricare

 

La scuola buona come il pane

Chissà se ci avete mai riflettuto, ma l’inclusione ha un compleanno: il 4 agosto. 

Il 4 agosto del 1977, infatti, una legge (la 517) ha stabilito che la scuola deve accogliere tutte le diversità. Sono passati 46 anni da allora e, se ci guardiamo indietro, possiamo gettare un occhio sulla strada percorsa. Abbiamo superato la ghettizzazione delle scuole speciali, abbiamo rivisto e corretto il concetto di disabilità, ampliato l’inclusione includendo (scusate il gioco di parole) neurodiversità, complessità etniche, differenze sociali.

Fatto, quindi? Siamo a posto? No. Perché vale per noi, per la scuola, quello che ha scritto Walt Whitman sul delicato rapporto che lega la natura alla poesia: il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuire con un verso. Il prossimo passo da compiere è fare in modo che entrando in classe, tutti i giorni, ognuno di noi si ponga la seguente domanda: la mia lezione è sufficientemente universale?

Non, quindi, se quello che ho preparato è troppo facile o troppo difficile, in media, per la classe. Non solo se il carico dei compiti sarà insufficiente o, all’opposto, eccessivo. Dovremmo iniziare a porre a noi stessi domande diverse per intercettare le diversità di tutti i bambini e di tutte le bambine. 

Alcuni esempi:

  • ho predisposto l’aula affinché ognuno trovi il supporto necessario per svolgere le attività?
  • ho proposto materiali sufficienti per impegnare tutti e tutte? Chi ha bisogno di un aiuto in più e chi rischia di annoiarsi?
  • ho fatto in modo che durante l’attività la classe si senta libera di cercare aiuto, suggerimenti, stimoli?

Sono tre esempi, altri se ne potrebbero fare, ma per iniziare possono essere sufficienti. Prendetelo come un test: provate a rispondere a queste tre semplici domande per riflettere. Per confermare la vostra progettazione o per metterla in discussione. Quando si parla di diversità, soprattutto a scuola, non sempre vengono in mente i batteri e i lieviti. Eppure, è proprio la diversità di lieviti e batteri che, nel giusto ambiente, dà sapori diversi al pane, alla birra o al formaggio. 

Ecco, concludiamo così: la didattica universale rende la scuola buona come il pane.

Siate come bollicine! Un’esperienza per riflettere sull’importanza del supporto degli altri per stare bene

Cari colleghi e care colleghe, 

v’è mai successo di incontrare lo sguardo di qualche vostro bambino o bambina e di vederlo svuotato, malinconico, forse addirittura rassegnato? E v’è mai capitato – di fronte a quello sguardo che risuona come un grido d’aiuto – di non saper bene cosa fare o cosa dire? Beh, a me sì. Accade, talvolta, che qualche mio alunno o mia alunna sia – come si suol dire – un po’ giù di morale.  Così, un giorno, ho deciso di proporre loro un’esperienza che sapesse riportare il sorriso e che suscitasse qualche riflessione.

Sono arrivata a scuola con questo materiale:

  • Bicarbonato di sodio
  • Aceto
  • Barattolo di vetro
  • Cucchiaino
  • Ciotola
  • Semi per pop-corn
  • Acqua a temperatura ambiente

Ho sistemato i semi dei pop-corn sulla cattedra e ho chiesto ai bambini e alle bambine di avvicinarsi per osservarli attentamente. Insieme abbiamo concluso che – purché molto simili e quasi interscambiabili – ognuno di essi aveva una forma e una sfumatura di colore diversa dagli altri: insomma, era unico! Così ho chiesto loro di scegliere un seme che li rappresentasse e di inserirlo in una ciotola.

Successivamente, abbiamo svolto insieme questi passaggi:

  1. anzitutto abbiamo inserito un po’ d’acqua in un barattolo di vetro;
  2. poi abbiamo aggiunto un cucchiaino colmo di bicarbonato di sodio e mescolato finché non è diventato invisibile;
  3. successivamente abbiamo inserito nella soluzione i chicchi di pop-corn e controllato attentamente cosa accadeva;
  4. infine, abbiamo versato dell’aceto e osservato il “balletto dei pop-corn”.

Incredibilmente sembrava che questi semi fossero sul punto di precipitare sul fondo del barattolo, poi – come per magia – venivano prontamente abbracciati da un gruppo bollicine che li riportavano in superficie.

“Vedete bambini e bambine – ho detto loro guardandoli negli occhi – noi siamo i chicchi di pop-corn. Ogni tanto, nella nostra vita, sembra che stiamo per sprofondare nelle difficoltà, soprattutto quando siamo chiamati ad affrontare delle sfide complesse. Vi è mai successo? Per fortuna, però, non siamo soli: quando siamo giù di morale, abbiamo attorno a noi qualcuno che – come le bollicine con i chicchi – ci abbraccia e ci sostiene. Secondo voi, chi sono – nella nostra vita – le bollicine?”. I bambini e le bambine – senza esitare – mi hanno risposto “la mamma”, “il papà”, “la maestra”, “i nonni”… “Ecco, ragazzi, anche voi potete essere le bollicine per i vostri compagni e le vostre compagne… Non dimenticatelo! Se li vedete un po’ giù, sosteneteli!”. 

Alla fine, ho presentato loro la spiegazione scientifica dell’esperimento a cui avevano appena assistito: “Le bollicine sono anidride carbonica. Poiché questo gas è meno denso del liquido dove si trova, si attacca ai pop-corn e li trascina verso l’alto. A contatto con la superficie, il gas si stacca e si disperde nell’aria”. Da ultimo, come degna conclusione di questa esperienza, abbiamo cotto i restanti chicchi di pop-corn e ce li siamo mangiati, tra chiacchiere e sorrisi.

Il procedimento

L’autrice

Gloria Ragni
Insegnante di scuola primaria, formatrice e autrice di testi scolastici, promotrice del fare per apprendere e sostenitrice dell’utilizzo integrato del digitale nella didattica. Ha un blog didattico www.maestraglo.it e condivide su Instagram le sue avventure da maestra (la trovate come @maestraglo).

Speciali principianti – Grammatica divertente

Molto spesso lo scoglio delle regole grammaticali impedisce ai nostri studenti di assaporare fin da subito il bello della lingua. Quello che risulta loro difficile è sopportare il quantitativo di esercizi ripetitivi. Questo mese vi proponiamo attività mirate per principianti per rafforzare le competenze grammaticali divertendosi.

ENGLISH – FUN WITH GRAMMAR

PRESENT SIMPLE

TABOO
Material: Taboo cards

  • Divide the class into two teams.
  • Team A chooses one of their players to be their first Clue-giver. The Clue-giver draws a card. The word at the top is the Guess Word and the words below are the TABOO words that can’t be pronounced. 
  • The first team that shouts out the correct word gets a point.

APPLE – RED, FRUIT, ROUND

BED – SLEEP, TIRED, BLANKET

FAMILY – MOTHER, FATHER, BROTHER

MILK – WHITE, COLD, BREAKFAST

ZOO – ANIMAL, CAGE, TICKET

SUMMER – SEASON, SPRING, WINTER

PIE – SLICE, DESSERT, BAKE

EGG – BREAKFAST, YELLOW, SCRAMBLED

DECEMBER – MONTH, COLD, CHRISTMAS

YES/NO QUESTIONS

DO YOU …?
§Material: Paper, pen

  • List your students’ names in the left column or ask your students to write them.
  • Instruct students to circulate and find one thing they have in common with each other student on the list. They must find a different thing for each student.

Examples: Do you like pizza? Do you play volleyball?

  • Once they find something they have in common, your students will write a sentence on the piece of paper

Examples: We both like pizza. We both play volleyball.

FREQUENCY ADVERBS

TOSS IT!
Material: soft ball

  • Arrange students in a circle.
  • Ask a question using a frequency adverb and toss the ball to another student.
  • The student who catches the ball answers using a frequency adverb.
  • When a students makes a mistake, he/she will write the sentence o the blackboard and the rest of the class will help with correction.

PAST SIMPLE

STATIONS
Material: activities for each station

  • Create 5/6 stations in your classroom.
  • Divide the students into 5/6 groups 8same number of the stations).
  • Each group has to complete the activities of each station. The one with more correct answers, wins.

Activity 1: Alphabet challenge game – write a past simple for each letter

A (ate)

B (began)

C (cooked)

D…

Activity 2: Mixed up sentences – Put the words in the correct order

You movie did a yesterday watch ?

Pizza you did Tuesday on eat?

Didn’t I No ate I soup a

Christmas last mountains I to went the

Activity 3: Find the mistake

Did Susannah drove to work this morning?

I wanted to went to Milan two years ago.

Was you hungry after dinner yesterday?

Did they has a good time at the party?

Activity 4: Create a funny story using past simple (max 150 words)

PRESENT CONTINUOUS

MIMES
Material: none

Students mime Present Continuous sentences until the other students say the whole correct sentence. It is important they don’t stop until people guess to give the idea of an action in progress.

SPAGNOLO

FORMAZIONE DEL PARTICIPIO PASSATO REGOLARE E IRREGOLARE
Participios regulares e irregulares en español
(Nivel A1-A2)

  • Explica la regla para formar participios regulares utilizando esta imagen:
  • Cada alumno debe completar la tabla con los participios regulares de los siguientes verbos:

amar; beber; conocer; dibujar; escuchar; florecer; gritar; introducir; 

levantar; mentir; nacer; ofrecer; producir; sentir; traducir;

  • Ahora divide los alumnos en grupos o equipos: cada uno tiene cinco minutos para buscar más verbos con participios regulares; gana el grupo o equipo que encuentra más verbos y que forma todos los participios de manera correcta.
  • Explica la regla para formar participios irregulares utilizando esta imagen:
  • Cada alumno debe formar el participio irregular de los siguientes verbos:

describir:

descubrir : 

proponer:

resolver:

satisfacer: 

  • Explica a los alumnos que hay verbos que pueden tener un doble participio:
  • Cada alumno debe formar dos frases con estos verbos, utilizando las dos formas de participios.

(ej. Me gusta mucho el pescado frito; Esta es una tortilla freída en mucho aceite)

  • Explica a los alumnos los usos de los participios a través de estos ejemplos:
  • Ahora los alumnos divididos en grupos tienen diez minutos para formar frases con los diferentes usos de los participios; gana el equipo que forma más frases correctas.

(B1)

Se pueden hacer en clase, todos juntos o divididos en grupos o equipos, o también se puede utilizar como actividad en casa o durante las vacaciones.

L’energia fa girare il mondo

L’energia è un concetto fondante che coinvolge diversi ambiti disciplinari. Come trattarlo nella scuola secondaria di primo grado?

Nel libro di testo Tra le dita – Scienze da esplorare, l’Unità che studia l’energia è introdotta da un’immagine suggestiva – lampadine a forma di fiore (vedi fig.1 – in copertina)  – accompagnata da un testo che invita a riflettere sulla dipendenza dell’umanità dall’energia, il cui approvvigionamento crea conflitti sociali e politici.

La produzione e il consumo di energia hanno un costo elevatissimo per l’ambiente in termini di sfruttamento di risorse e di inquinamento. Si sottolinea l’urgenza di ridurre gli sprechi e di incentivare la diffusione di forme di energia poco inquinanti e poco impattanti, anche in previsione dell’esaurimento dei combustibili fossili. Attualmente è in atto una fase di transizione dalla cosiddetta energia “nera”, prodotta dai combustibili fossili (carbone, petrolio e gas), verso l’energia “verde”, come quella solare o eolica, prodotta da fonti rinnovabili. Per completare tale processo sarà però necessario un periodo abbastanza lungo, dell’ordine di alcuni decenni, anche perché occorrerà contemporaneamente sostituire un gran numero di tecnologie e infrastrutture che utilizzano le fonti tradizionali. Servirà inoltre una grande attenzione alle tematiche ambientali: per una energia sostenibile occorre infatti pensare a una forma di sviluppo economico che consideri anche la salvaguardia dell’ambiente per le future generazioni. 

Nella doppia pagina che chiude l’Unità sull’energia, si approfondisce il tema dell’importanza dell’energia per la vita sulla Terra; si mette altresì in evidenza come le tappe più importanti del progresso dell’umanità siano legate alle scoperte di fonti di energia e di tecnologie per il loro uso, a partire dalla scoperta del fuoco.

Il termine energia dal punto di vista etimologico indica un’azione (εν “dentro, in” e  έργον “lavoro, azione”), esprime ciò che si deve spendere per trasformare qualcosa, ad esempio riscaldare, spostare, sciogliere.  

Nel libro Tra le dita abbiamo ritenuto opportuno introdurre il concetto di energia proprio a partire dalle sue trasformazioni fornendone una iniziale definizione intuitiva come la capacità di un corpo o di un sistema di produrre cambiamenti; l’energia non è qualcosa che si può vedere, toccare o sentire, essa si manifesta ovunque intorno a noi attraverso gli effetti dovuti al suo trasferimento da un corpo a un altro”. 

Secondo l’approccio IBSE, su cui è impostato il testo Tra le dita, la lezione che riguarda l’energia parte da un esempio emblematico e spettacolare di conversione dell’energia: le montagne russe. I carrelli della giostra solo inizialmente vengono portati nel punto più alto del percorso da una catena azionata da un motore; successivamente essi continuano la loro corsa senza bisogno che ci sia un motore a fornire energia. Come è possibile? 

Attraverso un Kahoot che viene lanciato in classe, e precede il momento della spiegazione, i ragazzi – individualmente o a squadre – rispondono ad alcune domande che aiutano l’insegnante a capire le idee e le probabili misconoscenze di studenti e studentesse su questo argomento (figura  2A). La ricerca didattica ha messo in evidenza che il concetto di energia è spesso confuso con quello di forza, potenza e, a volte, anche con lo stesso movimento. L’energia è per alcuni come un “ingrediente” che può essere usato quando se ne ha bisogno.  Attraverso una discussione, si conduce quindi la classe alla definizione intuitiva di energia precedentemente enunciata. A fine unità la classe sarà in grado di rispondere alle domande poste inizialmente e di completare il testo dell’esercizio (figura 2B).

Fig. 2A Fig. 2B 

 

L’energia è un tema ricorrente e fondamentale anche in biologia: un esempio è quello dell’endotermia che, pur essendo molto dispendiosa dal punto di vista energetico, nel corso dell’evoluzione animale si è affermata perché ha portato enormi vantaggi, come la possibilità di vivere in ambienti dal clima freddo dove molti ectotermi non potrebbero sopravvivere. La temperatura corporea degli animali endotermi, uomo compreso, viene regolata attraverso meccanismi di dissipazione e conservazione del calore come la sudorazione, i brividi, l’innalzamento del metabolismo legato a un maggior consumo di cibo; tutti complessi meccanismi, in gran parte automatici, che compensano l’aumento o la diminuzione della temperatura esterna.
Per facilitare la comprensione dei meccanismi omeostatici, il libro di testo Tra le dita propone una riflessione sul funzionamento del ferro da stiro o di qualsiasi altro apparecchio dotato di termostato con spia luminosa (figura 3).

 
Fig. 3

 

I vincoli energetici hanno influenzato numerosi percorsi evolutivi come l’incremento delle dimensioni e della complessità dell’encefalo durante il processo di ominazione, che ha comportato un aumento del consumo dell’energia metabolica, che si aggira intorno al 20% delle calorie introdotte. Per compensare l’enorme dispendio di un cervello così affamato di energia (come di tutte le strutture altamente specializzate), la specie umana ha alleggerito rispetto agli altri mammiferi il costo energetico di altre funzioni, come la digestione, anche grazie alla pratica di cuocere i cibi. In termini di sopravvivenza i vantaggi di un cervello sviluppato sono evidenti: lo sviluppo delle capacità cognitive, della comunicazione attraverso il linguaggio e del comportamento sociale sono alla base della straordinaria evoluzione biologica e culturale dell’uomo moderno (figura 4). 

 
Fig. 4 . Gli studenti confrontano i crani di alcuni ominidi. Il cervello di un australopiteco, nostro antenato estinto, era grande poco più di quello di uno scimpanzé, facendo ipotizzare capacità cognitive analoghe a quelle delle scimmie viventi; la fronte era sfuggente, mentre la mascella era sporgente. Nel corso dell’evoluzione, aumenta progressivamente il volume del cervello, il cranio diventa rotondeggiante e la fronte più ampia, mentre la mascella si riduce. 

Per approfondire

Scopri l’opera

  • Tra le dita – Scienze da esplorare, di A. Alfano, V. Boccardi, E. De Masi, G. Forni – Fabbri Editore – Rizzoli Education, 2022 – Testo di scienze per la scuola secondaria di primo grado