Cosa dovresti studiare per lavorare nella cybersecurity?

La cybersecurity è una delle sfide più importanti del nostro tempo, con una presenza dell’informatica sempre più capillare nelle nostre vite. Dall’utilizzo dei sistemi di home banking ai social media, le minacce informatiche sono diventate un aspetto da tenere ogni giorno sempre più in considerazione. 

È importante, quindi, per aziende, governi e singoli individui, proteggere i dati ed i sistemi digitali.

Ma cosa bisogna studiare per entrare in questo settore? Quali percorsi di formazione ti permettono di diventare un esperto o un’esperta di sicurezza informatica? E soprattutto, quali sono le competenze che dovrebbe avere un esperto di cybersecurity?  Scopriamolo insieme partendo dalla definizione di cybersecurity!

Cos’è la cybersecurity e perché è così importante?

La cybersecurity riguarda la protezione di reti, dispositivi e dati dagli attacchi informatici. Questi attacchi possono assumere molte forme, dai malware che infettano i dispositivi ai tentativi di phishing per rubare informazioni personali, fino ai sofisticati attacchi hacker contro grandi organizzazioni. 

Ti sarà sicuramente capitato di vedere dei messaggi in cui un malintenzionato, vestendo i panni di un figlio, chiedesse soldi alla propria madre o al proprio padre, inscenando un incidente o il furto del telefono. Questo è il più famoso esempio di phishing dei nostri anni. O ancora, quante volte avrai giustamente rinunciato a scaricare illegalmente un videogioco online da un sito poco affidabile, anche per paura che questo contenesse un virus o malware?

Proteggere il cyberspazio significa garantire la sicurezza delle informazioni, prevenire furti di dati sensibili, come quelli che inseriamo sui nostri social network quando ci iscriviamo, e mantenere la stabilità delle infrastrutture digitali che costituiscono la spina dorsale della nostra società.

Oggi la sicurezza informatica è fondamentale in qualsiasi settore: dalla finanza alla sanità, dalle telecomunicazioni alle istituzioni pubbliche. Le aziende cercano sempre più esperti/e capaci di proteggere i loro sistemi, e questo rende la cybersecurity un campo ricco di opportunità lavorative.

Quali sono le principali aree?

Dire “cybersecurity” spesso significa poco o nulla, perché questo mondo sta diventando sempre più variegato. Il settore della sicurezza informatica è infatti molto vasto e comprende diverse specializzazioni. Vediamo insieme le principali:

  • Sicurezza delle reti: protezione delle reti aziendali e dei dati che vi transitano.
  • Analisi delle vulnerabilità: identificazione e correzione delle falle nei sistemi informatici, debolezze nei software che permettono agli attaccanti di insinuarsi.
  • Crittografia e sicurezza dei dati: sviluppo di algoritmi per proteggere le informazioni sensibili.
  • Informatica forense: indagine sugli attacchi informatici per risalire ai colpevoli.
  • Ethical hacking e penetration testing: simulazione di attacchi per testare la sicurezza dei sistemi.
  • Cyber intelligence e threat hunting: monitoraggio delle minacce e prevenzione degli attacchi.

 

Che cosa studiare per lavorare nella cybersecurity?

Se vuoi entrare nel mondo della sicurezza informatica, esistono diverse strade che ti forniscono le competenze e conoscenze necessarie. 

  1. Informatica o Ingegneria Informatica

Uno dei percorsi più diretti è una laurea in Informatica o Ingegneria Informatica. Questi corsi ti forniscono le basi della programmazione, della gestione delle reti, dei sistemi operativi e della sicurezza informatica. Durante il percorso, potrai approfondire temi come la crittografia, l’analisi delle vulnerabilità e la difesa da attacchi informatici, svolgendo esami specifici. Ci sono inoltre diverse facoltà di Informatica o Ingegneria Informatica che prevedono degli orientamenti verticali proprio sulla cybersecurity, quindi un carico didattico potenziato con esami riguardo questo ambito.

  1. Matematica o Ingegneria Matematica

Se ti appassionano i numeri e gli algoritmi, anche una laurea in Matematica o Ingegneria Matematica può essere un’ottima scelta per lavorare nella cybersecurity. I matematici sono fondamentali nello sviluppo di algoritmi di crittografia, il cuore della protezione dei dati digitali. La sicurezza delle comunicazioni, le firme digitali e i protocolli di autenticazione si basano infatti su concetti matematici avanzati, rendendo questa disciplina molto richiesta nel settore.

  1. Ingegneria delle Telecomunicazioni

Questo percorso di studi ti permette di specializzarti nella protezione delle reti di comunicazione, un aspetto essenziale della cybersecurity. Studierai protocolli di rete, crittografia applicata e sicurezza delle infrastrutture digitali.

  1. Cybersecurity come corso specifico

Negli ultimi anni, molte università hanno introdotto corsi di laurea e master specificamente dedicati alla cybersecurity. Questi percorsi combinano elementi di informatica, crittografia, sicurezza delle reti, competenze legali e di economia aziendale, formando professionisti altamente specializzati, in grado di operare nella progettazione, sviluppo e gestione della sicurezza informatica di sistemi informativi complessi. Al Politecnico di Torino, ad esempio, partirà nell’anno accademico 2025/2026 una vera propria laurea Magistrale in Cybersecurity Engineering

  1. Master e certificazioni professionali

Oltre alla laurea, esistono certificazioni che possono arricchire il tuo profilo e migliorare le tue prospettive lavorative. Online troverai una vasta scelta di corsi gratuiti o dal costo davvero esiguo. Questi rilasciano un certificato o sono propedeutici al conseguimento di apposite certificazioni, che dimostrano le tue competenze nel settore e sono spesso richieste dalle aziende che operano nella sicurezza informatica. Il mio consiglio è di informarti online per trovare quella che fa più al caso tuo!

Saper programmare è indispensabile? 

Nonostante molti processi di sicurezza siano ormai automatizzati, imparare uno o più linguaggi di programmazione ti permette di acquisire una mentalità più analitica, di comprendere meglio le eventuali minacce, di personalizzare o creare da zero tool di sicurezza e automatizzare i test di vulnerabilità.  I linguaggi più utili da conoscere sono Python, innanzitutto, che è molto versatile, e anche JavaScript, per comprendere la natura di molte minacce che colpiscono i siti web.

Una professione in continuo aggiornamento

Oltre agli studi accademici, per diventare un esperto o un’esperta di sicurezza informatica è soprattutto importante tenere a mente che la cybersecurity è figlia dei tempi in cui è richiesta ed è quindi un ambito in continuo aggiornamento.

Mai, come nella cybersecurity, la formazione deve essere continua. Quello della cybersecurity non è un lavoro che si impara una volta e si ripete per sempre, al contrario! Si impara ogni giorno, tenendosi al passo con l’innovazione tecnologica, seguendo corsi di aggiornamento e acquisendo di volta in volta sempre più certificazioni possibili. 

Ti consiglio di considerare questo ambito, soprattutto se sei una persona molto curiosa, sempre aggiornata sulle nuove scoperte tecnologiche e pronta a imparare ogni giorno! 

Se sei interessato a una carriera in questo settore, il mio consiglio è di iniziare a sperimentare fin da subito: segui corsi online, partecipa a competizioni di cybersecurity e cerca opportunità di stage in aziende di sicurezza informatica.

Che tu scelga un percorso in informatica, matematica, ingegneria o un master specifico, ciò che conta è la passione per la tecnologia e la voglia di proteggere il mondo digitale.

La cybersecurity è un campo in cui puoi davvero fare la differenza. Sei pronto a proteggere il futuro digitale? Buona fortuna!

 

Rubrica a cura di Generazione Stem

 

Biografia autrice 

Serena Aprano è una studentessa magistrale di Ingegneria Informatica,al Politecnico di Torino. Parallelamente lavora con i media digitali: dopo essere stata speaker e autrice radiofonica per diversi anni, oggi realizza video di divulgazione scientifica sui social (@serseebo su Instagram) e per Generazione STEM. 

E’ segretaria di produzione presso un importante teatro di Torino rivolto alle nuove generazioni, per cui idea, realizza e coordina podcast e video-podcast rivolti ai ragazzi. Tiene incontri nelle scuole di ogni ordine e grado, in cui fa orientamento STEM e insegna ai ragazzi come pensare, scrivere e registrare podcast e format radiofonici.

La seconda prova dell’esame di Stato per gli Istituti professionali

La seconda prova dell’esame di Stato per gli Istituti professionali
Indirizzo Servizi per la sanità e l’assistenza sociale

Anche quest’anno Olimpia Capobianco e Simona Diani propongono alcuni esempi pratici per lo svolgimento della seconda prova dell’esame di Stato per gli Istituti professionali di nuovo ordinamento, declinate per l’indirizzo “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale”. Argomento di questo articolo sono due esercitazioni per le tipologie C e D, per le quali vengono offerte alcune indicazioni pratico-metodologiche e le griglie di valutazione.

La seconda prova dell’Esame di Stato

La seconda prova dell’esame di Stato per il liceo delle scienze umane – Opzione economico sociale

In vista dell’imminente esame di Stato, questo mese Rivista propone un’esercitazione per la seconda prova per il liceo delle Scienza umane, opzione economico sociale. L’autrice di questo articolo, Anna Licchelli, sviluppa pertanto un tema di economia politica da sempre al centro della riflessione teorica e dell’analisi dei policy maker: il ruolo dello Stato nell’attività economica.

Introduzione a Pytch: Un Ponte tra Scratch e Python

Nell’unità 9 del volume 1 del testo “Informatica bit a bit” (edizioni Tramontana, adottabile per i licei scientifici delle scienze applicate), abbiamo avuto l’opportunità di esplorare il potenziale di Pytch, una piattaforma progettata per rendere l’apprendimento della programmazione un’esperienza intuitiva e coinvolgente. L’analisi condotta in questa sezione del libro ha evidenziato come Pytch possa rappresentare uno strumento educativo innovativo per avvicinare i giovani al mondo dell’informatica in modo divertente ed efficace.

Nel mondo dell’educazione alla programmazione, il passaggio dai linguaggi a blocchi come Scratch a quelli testuali come Python rappresenta spesso una sfida. Pytch si propone come una soluzione innovativa, agendo da ponte tra questi due mondi. Questa piattaforma consente agli studenti di familiarizzare con la sintassi di Python, mantenendo al contempo l’approccio intuitivo della programmazione a blocchi.

Il Divario tra Scratch e Python

Con la sua interfaccia drag-and-drop, Scratch permette ai principianti di creare programmi visivamente, senza preoccuparsi della sintassi. Questo approccio è eccellente per introdurre i concetti fondamentali della programmazione.

Python invece è un linguaggio testuale ampiamente utilizzato nel mondo professionale, richiede una comprensione precisa della sintassi. 

Il passaggio diretto da Scratch a Python può risultare ostico per i neofiti.

Pytch: La Soluzione Perfetta

Pytch colma questo divario offrendo un ambiente in cui:

  • È possibile creare programmi utilizzando blocchi, proprio come in Scratch.
  • Il codice Python corrispondente viene generato automaticamente.
  • Gli studenti possono esaminare e modificare il codice Python, imparando gradualmente la sintassi.

Pytch è una piattaforma basata sul web, accessibile tramite il sito https://www.pytch.org/app/.

Gli utenti possono scegliere tra due possibilità: iniziare facendosi guidare da un tutorial o avviare un nuovo progetto da zero. I tutorial sono strutturati come esercitazioni che guidano l’utente passo per passo fino alla scrittura del programma completo.

L’area di lavoro di Pytch è analoga a quella di Scratch, la parte superiore della finestra è dedicata alla scrittura del programma, mentre la parte inferiore ospita il tutorial. Quando non si conoscono le istruzioni, è possibile cercarle nella categoria giusta e vedere la sintassi, copiarla e incollarla nel programma oppure leggere un help in inglese che aiuta ad applicarla.

Pytch fornisce quindi strumenti per cercare istruzioni, visualizzare la sintassi e accedere a documentazione di aiuto.

Vantaggi di Pytch

  • Transizione Graduale: Facilita il passaggio dalla programmazione a blocchi a quella testuale.
  • Apprendimento Interattivo: Gli studenti imparano facendo, con feedback immediato.
  • Accessibilità: Piattaforma online gratuita e facile da usare.
  • Tutorial Guidati: Rende l’apprendimento più semplice e strutturato.
  • Visualizzazione del codice: Permette di vedere in tempo reale la trasformazione dei blocchi in codice python.

Conclusione

Pytch è una piattaforma potente che facilita la transizione dai linguaggi di programmazione a blocchi a quelli testuali, rendendo il processo di apprendimento più accessibile e intuitivo. Con i suoi tutorial guidati e la struttura simile a Scratch, Pytch rappresenta un ottimo punto di partenza per chi desidera approfondire le proprie competenze di programmazione.

Scopri il corso Informatica bit a bit.

 

 

 

 

 

 

 

DIDACTA 2025 innovazione e formazione

Dal 12 al 14 marzo 2025 si è svolta a Firenze la fiera DIDACTA: è uno degli eventi più importanti nel campo dell’educazione e della formazione in Italia. Organizzata annualmente, questa fiera rappresenta un punto di incontro per docenti, dirigenti scolastici, studenti e professionisti del settore educativo, questa edizione ha registrato un incremento del 20%, in termini di partecipazione rispetto all’anno precedente.

Quest’anno, Didacta 2025 ha offerto una panoramica ricca e variegata, con i suoi 2.000 eventi dei quali ben 483 nel programma scientifico, occupandosi come sempre dell’innovazione della didattica e degli ambienti di apprendimento e mettendo in evidenza in particolare l’importanza dell’intelligenza artificiale nell’educazione.

Data sempre la premessa che l’AI rimane un argomento controverso soprattutto per i suoi risvolti etici e la necessità di essere consapevoli dei rischi associati, è innegabile che i docenti devono avere la possibilità di imparare ad utilizzare l’intelligenza artificiale in modo positivo, come affermato dalla presidente del Comitato Organizzatore, Anna Paola Concia.

In questo articolo ho scelto di descrivere alcune novità che ho visto in fiera e che per me sono state le più interessanti.

Dopo un’iniziale distribuzione gratuita degli strumenti generici di AI, le aziende hanno cominciato a concentrarsi nella specializzazione delle applicazioni per soddisfare le esigenze particolari di chi la utilizza rispetto al proprio settore di occupazione.

Anche per quanto riguarda gli insegnanti quindi, rimane gratuito l’impiego dei chatbot “generici” come chatGPT, Gemini, Claude o Perplexity, seppure con alcune limitazioni nel numero di prompt, nel tempo di utilizzo o nella versione, ma la maggior parte delle applicazioni più specifiche richiedono il pagamento di una licenza o di un abbonamento.

Un’applicazione molto interessante del mondo Google è NotebookLM, basata su Gemini, che rappresenta la risposta ad un’esigenza particolare del settore della didattica: i chatbot sono addestrati con informazioni non controllate e quindi sono inaffidabili per definizione, per questo è necessario sempre un controllo approfondito della risposta per evitare incongruenze.

NotebookLM genera le risposte ai prompt dell’utente riferendosi solo alle fonti fornite dall’utente stesso, mettendo nella risposta la precisa indicazione sulla fonte da cui ha tratto l’informazione per produrre la risposta, questo rende l’output sicuramente affidabile.

L’aspetto interessante è che si possono fornire fonti di varia natura, dai consueti documenti pdf a link a siti o a video sul web o schemi o addirittura immagini di appunti presi a mano.

La versione gratuita di notebookLM è ancora molto accattivante, essendo la limitazione nel numero di notebook per utente e fino a 50 fonti per notebook.

Un notebook si può poi anche condividere con i colleghi o con gli studenti, anche se in quest’ultimo caso la regola di Gemini che limita l’utilizzo delle applicazioni di AI agli utenti maggiorenni crea un problema con la maggioranza degli studenti della scuola secondaria.

Altre novità interessanti del mondo Google Workspace però sono legate all’abbonamento Google Workspace for Education, che permette di creare in modo davvero veloce video interattivi (Google Vids, Edpuzzle), quiz con domande a risposta multipla o breve per le esercitazioni formative (più performanti dei soliti moduli Google) e un’utilissima applicazione che controlla la pronuncia e la comprensione nella lettura di testi (Google Read Along).

Tutti questi strumenti sono integrati in Google Classroom e riutilizzabili e condivisibili con i colleghi.

Un aspetto cruciale nell’utilizzo dell’AI è la garanzia della privacy, nella maggioranza dei prodotti a pagamento, per esempio Gemini o Copilot, i materiali personali (testi o immagini) caricati in un chatbot vengono tenuti privati, mentre occorre porre molta attenzione nel caricare documenti riservati in chatbot ad uso gratuito perché il rischio è che vengano poi condivisi per l’addestramento.

Per quanto riguarda Copilot, presente in tutte le applicazioni Microsoft365, esso accede a informazioni personali ma non le condivide, permettendo anche di partecipare a riunioni Teams su richiesta dell’utente. Questa funzionalità si estende alla trascrizione delle conversazioni, facilitando la stesura di minute e la creazione di presentazioni attraverso la suite 365, inoltre oltre a corsi gratuiti, come quelli offerti sulla piattaforma Skills Navigator per i docenti, si evidenziano opportunità come il corso specifico per Copilot, una risorsa innovativa progettata per semplificare il lavoro degli insegnanti.

Un altro tema centrale è il podcasting, dove la narrazione gioca un ruolo fondamentale. Durante eventi di questo tipo, si possono presentare strutture narrative innovative, come inchieste o documentari, che utilizzano strumenti come appunto NotebookLM per pianificare episodi e creare scalette. La creazione e il montaggio di contenuti audio sono facilitati da applicazioni come GarageBand e Riverside, permettendo una post-produzione di alta qualità.

L’evento “Carta contro Pixel: il futuro dell’apprendimento si scrive o si clicca?” ha invece messo in luce, attraverso un dibattito particolarmente stimolante tra i due relatori, le contraddizioni tra l’uso di libri di testo cartacei o digitali, o addirittura di soli materiali autoprodotti, e la necessità di ripensarne il ruolo nell’ambito scolastico.

Didacta 2025 è stata per me un laboratorio di idee, il mondo dell’istruzione si è incontrato con la tecnologia per plasmare il futuro dell’apprendimento. 

Le 1er avril: pourquoi aimons-nous faire des blagues?

Attention, poisson dans le dos! 

Tu es déjà tombé dans un piège le 1er avril? Une blague de ton frère, un faux contrôle surprise de ton prof ou, pire… un énorme poisson en papier collé dans ton dos sans que tu t’en rendes compte? Pas de panique, tu n’es pas le seul! Mais pourquoi fait-on des blagues ce jour-là? D’où vient cette drôle de tradition? Et surtout… quelles sont les meilleures farces à tester cette année? Accroche-toi bien, on plonge dans le monde des blagues et des fous rires!

Pourquoi dit-on “poisson d’avril”?

D’abord, une question: pourquoi un poisson et pas un éléphant d’avril? Un panda d’avril? Un hamburger d’avril? L’histoire la plus connue remonte à plus de 400 ans! À l’époque, en France, le 1er avril était le premier jour de l’année (eh oui, pas le 1er janvier!). Mais en 1564, le roi Charles IX a décidé de tout changer et de commencer l’année en janvier. Le problème? Certains n’étaient pas au courant (ou refusaient le changement). Alors, pour se moquer d’eux, d’autres ont commencé à leur faire des blagues… et l’habitude est restée!

Et le poisson dans tout ça? En avril, la pêche était interdite car les rivières étaient pleines de petits poissons. Les gens offraient donc de faux poissons en cadeau pour rire. Aujourd’hui encore, en France, on accroche des poissons en papier dans le dos des gens. Alors, regarde bien derrière toi le 1er avril! Et chez toi? Y a-t-il une tradition spéciale pour le 1er avril?

Pourquoi aimons-nous faire des blagues?

Faire des blagues, c’est super drôle (surtout quand c’est toi qui pièges les autres). Mais savais-tu que c’est aussi bon pour la santé? Le rire nous rend plus heureux. Quand on rit, notre corps produit de la dopamine, une hormone qui nous met de bonne humeur. De plus, les blagues rapprochent les gens. Un bon fou rire avec des amis ou des proches, et hop! On se sent plus proche d’eux. Et puis, le stress disparaît. Rire aide notre cerveau à oublier les soucis. C’est un peu comme une pause bonheur. Et toi? As-tu déjà remarqué que tu te sens mieux après un gros fou rire?

Chaque année, des médias, des entreprises et même des gouvernements participent au jeu et inventent de fausses infos totalement absurdes. Attention, la Tour Eiffel va être démontée! Une radio française a annoncé en 1986 que la Tour Eiffel allait être déplacée à… Marseille. Des milliers de personnes y ont cru! Ou encore, en 2018, une entreprise a annoncé la création d’un GPS pour les poissons pour les aider à retrouver leur chemin dans l’océan. Qui sait, peut-être qu’un jour ça existera vraiment! As-tu déjà été piégé par une fausse info? (Et oui, attention aux fake news, même en dehors du 1er avril!)

Et toi, quelle blague vas-tu faire cette année?

Bon, c’est bien beau de parler des blagues des autres, mais maintenant… c’est à toi de jouer! Voici quelques idées (promis, elles sont gentilles):

Dire à un ami: “Oh non, ton lacet est défait!” et voir s’il regarde.

Changer la langue du téléphone d’un ami en chinois ou en russe.

Remplacer la crème des Oreo par de la mayonnaise (attention, sois prêt à courir après!).

Évidemment… coller un poisson en papier dans le dos d’un ami. (Discret, efficace et 100% traditionnel!)

Mais attention,  il faut toujours respecter la règle d’or suivante: une bonne blague, c’est une blague qui fait rire tout le monde! Si quelqu’un est gêné ou triste, ce n’est plus une blague, mais une mauvaise plaisanterie. Alors choisis bien!

Le 1er avril, c’est une journée pour rire, s’amuser et partager de bons moments. Cette tradition existe depuis des siècles et continue encore aujourd’hui, car le rire, c’est la vie! Alors, quelle blague vas-tu tester cette année? Et surtout… regarde bien derrière toi! Qui sait, un poisson pourrait s’y cacher… 

WRW | Mappare un romanzo

Il piacere della lettura

Nell’ottica di educare al piacere di leggere, mi sono sempre scervellato su come rendere attiva e condivisa la lettura integrale di romanzi, che è una delle attività autonome più comuni nella nostra pratica didattica. 

È opportuno trovare un’alternativa alla classica scheda libro, un compito che, in base alla mia esperienza, è più adatto alla schedatura di testi utili alla stesura di un testo espositivo-argomentativo. La vita in classe insegna che la scheda è meno adatta alla condivisione dell’esperienza di lettura, come la intende Louise Rosenblatt in The Reader, the Text, the Poem: una costruzione condivisa tra scrittore e lettore, unica e irripetibile. Questa proposta si inquadra coerentemente in una didattica laboratoriale della lettura e ne rinforza le strategie e gli obiettivi.

Creare una mappa letteraria

Mi sono imbattuto in un’intuizione di Carla Colussi: creare una mappa letteraria. Me ne ha dato la cornice teorica Peter Turchi in Maps of the Imagination: “la creazione artistica è un viaggio nell’ignoto”. L’obiettivo diventa quindi la navigazione dei  testi come sostiene Frank Serafini ma, per farlo, serve ricostruire la mappa condivisa tra scrittore e lettore. Un esempio pratico è la strategia “La mappa della narrazione” che ci viene presentata in Leggere, comprendere, condividere da Linda Cavadini, Loretta De Martin e Agnese Pianigiani.

Ricostruire le coordinate spazio-temporali della narrazione, non solo fisiche ma anche simboliche, all’interno di una mappa diventa così un’azione attiva, che costringe il lettore a relazionarsi profondamente con il testo, a visualizzare, a immergersi per esplorare e orientarsi: tutto questo diverte, stimola, valorizza competenze come il disegno (a mano o digitale), include gli studenti che faticano con le parole e simpatizzano con le immagini.

Uno strumento utile è Plotted di Andrew DeGraff: 19 “classici” mappati graficamente come, per esempio, l’Odissea o l’Amleto. Andrew De Graff ha realizzato alcune mappe grafiche che rappresentano anche trame di film famosi. Un altro esempio possibile è questa mappa dei Promessi Sposi. In alternativa l’insegnante stesso può realizzare degli esempi da presentare alla classe.

Ti proponiamo un laboratorio per allenare la classe (preferibilmente a partire dal secondo anno della scuola secondaria di secondo grado) a mappare un romanzo. Tieni presente che:

  • si può proporre l’attività come lavoro individuale o collaborativo, con ruoli precisi per ogni membro del gruppo;
  • si può lavorare in chiave interdisciplinare collaborando con i docenti di  disegno e storia dell’arte (discipline grafico pittoriche), di tecnologia e di tecniche della comunicazione visiva;
  • se si è molto innovativi e la scuola ha una superdotazione tecnologica, si può organizzare una mostra virtuale con applicazioni che permettono di creare ambienti virtuali.

 

Al termine dell’attività potrai valutare gli elaborati prodotti da studenti e studentesse utilizzando questa rubrica di valutazione. 

1 2 3 4 5
Individuazione delle coordinate spazio-temporali Confusa, fraintesa Incerta, parziale Essenziale, superficiale Adeguata, coerente Esaustiva, organica
Interpretazione Vaga, generica imprecisa, limitata Elementare, consapevole Definita, anche simbolica Precisa, interiorizzata (anche a livello simbolico)
Rappresentazione grafica Poco coerente Approssimativa Semplice, funzionale Creativa, efficace Complessa e originale
Esposizione orale Confusa, incerta, poco comprensibile Monotona, con alcune incertezze, non sempre comprensibile Comprensibile, semplice Chiara, funzionale Scandita, coinvolgente

Per approfondire

  • Sitografia:

 

  • Bibliografia:
  • Andrew DeGraff, Daniel Harmon, Plotted: A Literary Atlas, Zest Books, 2015
  • Peter Turchi, Maps of the Imagination: The Writer as a Cartographer, Trinity University Press, 2007
  • Louise M. Rosenblatt, The Reader, the Text, the Poem: The Transactional Theory of the Literary Work, Southern Illinois University Press, 1994
  • Frank Serafini, Lessons in Comprehension: Explicit Instruction in the Reading Workshop, Heinemann, 2004
  • Linda Cavadini, Loretta De Martin, Agnese Pianigiani, Leggere, comprendere, condividere. Guida all’analisi del testo narrativo, Pearson, 2021
  • Umberto Eco, Storia delle terre e dei luoghi leggendari, Bompiani, 2013

Un manuel qui vous donne la parole: découvrez le Nouveau InstaFrance!

Apprendre le français, ce n’est pas seulement mémoriser des règles de grammaire et des listes de vocabulaire. C’est aussi découvrir une culture, s’exprimer librement, débattre, et surtout, trouver sa voix. Avec le Nouveau InstaFrance, c’est exactement ce que vous allez faire!

Vous êtes-vous déjà demandé pourquoi apprendre une langue? Pour discuter avec des amis étrangers? Voyager? Regarder des films sans sous-titres? Oui, mais pas seulement. Apprendre le français, c’est aussi comprendre le monde qui vous entoure, développer votre esprit critique, et vous ouvrir à de nouvelles perspectives. Et si votre livre de français devenait un véritable espace d’expression, où vous pouvez donner votre avis sur des sujets qui comptent pour vous?

Des sujets qui vous concernent

On parle souvent de la citoyenneté active, mais que signifie-t-elle concrètement? Cela veut dire être acteur du monde dans lequel on vit. Dans ce manuel, vous allez découvrir des thèmes actuels et engagés, qui vous touchent directement:

  • Journée européenne des langues et devise européenne: Que signifie la devise “Unis dans la diversité” pour vous? Pourquoi est-il important de célébrer les langues en Europe?
  • Vies instantanées avec les réseaux sociaux: Comment les réseaux transforment-ils nos relations et notre perception du monde?
  • Les ados et le boulot: Est-il facile de trouver un job étudiant? Quelles compétences faut-il pour entrer dans le monde du travail?
  • Esprit critique à travers le rap français: Pourquoi le rap est-il un puissant outil de dénonciation sociale? Comment décrypte-t-on un texte engagé?
  • Jeunesse et mobilité pour une ouverture d’esprit: Quels sont les programmes qui permettent d’étudier ou de voyager à l’étranger? Comment cela change-t-il notre vision du monde?
  • L’amitié et le volontariat sans frontière: Pourquoi s’engager pour les autres? Comment le volontariat peut-il être une expérience enrichissante?
  • Green Deal et nucléaire: Comment l’Europe envisage-t-elle son avenir énergétique? Peut-on réellement atteindre une transition verte?
  • L’éco-anxiété: Comment gérer la peur du futur climatique? Peut-on agir sans se sentir submergé?

 

Et ce n’est qu’un aperçu! Chaque thème est abordé à travers des débats, des témoignages, des vidéos et des podcasts, pour vous permettre d’exprimer votre point de vue et d’enrichir votre réflexion.

Exprimez-vous en français (vraiment!)

Vous trouvez parfois difficile de parler en classe? Vous avez des idées, mais ne savez pas toujours comment les formuler en français? Bonne nouvelle: InstaFrance est conçu pour vous aider à prendre confiance à l’oral. Dans ce manuel, vous trouverez:

  • Un apprentissage social, émotionnel et éthique: Grâce au podcast La voix des jeunes, vous explorerez vos émotions à travers des témoignages sincères et engageants.
  • Des activités de médiation linguistique: vous apprendrez à reformuler, résumer et expliquer des idées de façon claire et efficace. Ces compétences vous aideront dans vos traductions, vos synthèses et vos relectures.
  • Des vidéos inspirées des réseaux sociaux: Parce que le français se vit aussi en dehors des manuels, sur TikTok, YouTube et ailleurs!

 

Un manuel qui vous accompagne dans vos projets

Apprendre une langue, c’est aussi préparer son avenir. Que vous souhaitiez étudier à l’étranger, travailler dans un domaine international ou simplement voyager, le Nouveau InstaFrance vous aide à développer des compétences utiles:

  • Comprendre le monde du travail: Comment trouver un job étudiant? Quelles sont les valeurs du travail civique et du volontariat?
  • Partir à l’étranger: Erasmus, volontariat, mobilité… quelles sont les options pour vous?
  • Se préparer au DELF: Avec des ressources adaptées pour obtenir une certification reconnue dans le monde entier.

 

Un français vivant, un apprentissage qui a du sens

Avec le Nouveau InstaFrance, vous ne vous contenterez pas d’apprendre le français, vous le vivrez. Vous développerez votre réflexion, échangerez avec les autres et vous préparerez votre futur. Alors, prêts à prendre la parole?

 

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Falsos amigos entre el italiano y el español: ¡cuidado con las trampas lingüísticas!

El italiano y el español son lenguas hermanas, ambas derivadas del latín. Esta similitud trae consigo muchas ventajas, pero también algunas trampas: los falsos amigos. Se trata de palabras que, aunque similares en su forma, tienen significados diferentes. Estos términos pueden generar malentendidos fácilmente, especialmente para quienes están comenzando a estudiar español.

Un falso amigo es una palabra que, aunque tiene una forma parecida a otra en un idioma diferente, no comparte el mismo significado. Estas palabras pueden parecer inofensivas, pero son una de las principales causas de errores al aprender un idioma extranjero. En el caso del italiano y el español, estos errores pueden variar desde divertidos malentendidos hasta situaciones embarazosas, sobre todo en contextos formales o profesionales.

Aquí hay algunos ejemplos de falsos amigos comunes:

“Burro”

En italiano: burro es la grasa derivada de la leche que usamos para cocinar.

En español: burro significa asino. Así que, si pides burro en España, puede que no obtengas lo que esperas. La palabra correcta para burro en español es mantequilla.

“Tavola”

En italiano: tavola es el objeto sobre el que comemos, o la superficie en general.

En español: tavola no existe, pero “tabla” se utiliza para referirse a una tavola en sentido físico, como una tabla de madera o una tabla de surf. Para decir tavola como lo entendemos en italiano (es decir, la tavola dove mangiamo), en español se usa mesa.

“Firma”

En italiano: firma es la marca escrita que se coloca en un documento oficial.

En español: a parte del mismo significado que tiene en italiano, firma se refiere también a una empresa o marca. Por ejemplo: Loeve es mi firma de moda preferida.

“Largo”

En italiano: largo se refiere a algo ancho o espacioso.

En español: largo significa lungo. Si quieres decir largo, en español tienes que usar ancho.

“Ropa”

En italiano, roba es un término general que se usa para referirse a objetos o cosas en general. En español, “ropa” significa vestimenta. Por lo tanto, no confundas “ropa” con roba en italiano: si estás en España y deseas hablar de objetos en general, utiliza “cosas”.

Conocer los falsos amigos es fundamental para evitar malentendidos, especialmente en contextos más formales o profesionales. Además, entender estos falsos amigos contribuye a mejorar la precisión en el uso del lenguaje y a prevenir que las similitudes entre ambos idiomas se conviertan en una trampa. Si aprendemos a identificar estas palabras y sus significados correctos, podremos comunicarnos con mayor claridad y eficacia.

L’autrice

Alba di Egness, madrelingua spagnola, laureata in economia e con un master in marketing, si trasferisce in Italia nel 2016 e si specializza nell’insegnamento dello spagnolo per studenti di madrelingua italiana. Content creator e Fondatrice dell’Accademia Egness, la prima scuola online di spagnolo per italiani.

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Imparare divertendosi: come farlo durante l’estate?

L’ Italia è tra i Paesi europei dove la pausa estiva per gli studenti si protrae più a lungo. Ad esempio, in Germania e in Danimarca la pausa estiva per gli alunni della scuola primaria e secondaria è di circa 6 settimane; in Olanda, Norvegia e Francia è inferiore a 8 settimane. Nella gran parte delle regioni italiane, invece, raggiunge le 13 settimane.

L’impatto delle sospensioni scolastiche sugli apprendimenti e sul benessere di bambine, bambini e adolescenti è ancora oggi poco approfondito: per questo motivo, nel 2024, Save the Children e Fondazione Agnelli hanno pubblicato il rapporto L’estate è arrivata…e i bambini?. Nella crescita dei minorenni la pausa estiva è un momento cardine e l’eventualità spesso frequente che in quei mesi manchino opportunità socioeducative a loro beneficio, pesa sul vissuto presente e sul lungo periodo, da un lato, facendo trascorrere loro il periodo estivo in modo meno lieto e stimolante, e dall’altro, accrescendo il rischio di perdita di competenze per chi non riesce ad accedere ad iniziative di qualità.

Per questo motivo, nel 2020 nasce il progetto Arcipelago Educativocome intervento di contrasto al summer learning loss, con l’obiettivo di lavorare sul consolidamento delle competenze di base e trasversali e la relazione tra pari, secondo il principio dell’“imparare giocando”. Il progetto prevede laboratori didattici di gruppo, tutoraggi personalizzati e attività di outdoor education. “Arcipelago Educativo” inoltre mette a disposizione l’omonima piattaforma digitale, con oltre 500 risorse educative e didattiche sperimentate sul campo.

Arcipelago Educativo” è stato sottoposto ad una rigorosa valutazione di impatto: l’analisi (che è possibile approfondire qui) dimostra per i partecipanti una crescita di apprendimenti in matematica e italiano, equivalente rispettivamente a 2 e 3 mesi e mezzo di scuola.

Anche per l’estate 2025, Save the Children vuole sostenere le scuole che si impegnano per garantire a bambine e bambini un’estate ricca di opportunità educative. Per approfondire la proposta e candidarsi entro il 15 aprile, visitate la pagina dedicata.