Il liceo forma i futuri cittadini della comunità sociale

Le riflessioni sulla scelta di un liceo innescano, oggi, in molti giovani e genitori, l’idea che si tratti di una scelta difficile, quasi impossibile, in una società complessa e disordinata qual è quella attuale, dove il futuro chiude le sue porte o, se le apre, è solo per offrirsi come incertezza. Ma come è ben spiegato nelle Indicazioni nazionali dei licei (articolo 10, comma 3, del Dpr 89/2010) il complicato può essere affrontato nel sentimento che anima ciascuno rispetto al proprio compito e quando la comunità intera trova nel suo riflesso le virtù di ogni individuo.

Più indirizzi e curvature 

Il liceo è un viaggio di vita, è una scuola ideata come “madre generativa” di pensieri liberi, di democraticità nutrita di vita sociale, attenta da un lato al cambiamento profondo dei contesti e delle modalità di apprendimento, dall’altro all’evoluzione degli scenari sociali e lavorativi futuri in cui si inseriranno gli studenti. Il percorso liceale, con i suoi diversi indirizzi e curvature (scientifico, classico, linguistico, scienze umane, sportivo, biomedico, musicale, economico-sociale, artistico eccetera), grazie alle specifiche competenze in uscita, determina nei giovani frequentanti, futuri cittadini della comunità sociale, uno stile di vita e di pensiero che coinvolge giudizio, sensibilità, sentimento e ragione: l’intero essere dell’uomo, dall’intelletto ai sentimenti, dalla mente al corpo, dalla politica al lavoro. Nel liceo, creare e ricevere apprendimento significa gestire le proprie operazioni mentali. Pensare, scrivere, distinguere, classificare, confrontare, argomentare, in una logica proattiva e meta­cognitiva (imparare a imparare) che induce l’alunno a sperimentarsi continuamente, passando da uno stato all’altro e sollecitandone il passaggio per immergersi nell’esperienza della vita in maniera sempre più consapevole, apprezzando ogni aspetto del vissuto, perché nulla è inutile: è la funzione della nostra scuola. Divenire consapevoli che vivere è cercare di cambiare sempre in meglio. 

Insegnamento fatto di confronto 

In questo dialogo educativo tipico del percorso liceale, è possibile rivendicare e veder riconosciuta alla scuola la sua funzione di “umanesimo sociale e integrale” organizzata per l’uomo e per la sua esistenza. L’insegnamento liceale, fatto di confronto, di approfondimento, di osservazione, di didattica laboratoriale, di sperimentazioni, di ricerca-azione, suggerisce per gli studenti, tra l’altro, anche risposte concrete ai problemi dell’agire didattico, dimostrando consapevolmente che nel liceo in generale non esiste un metodo di insegnamento unico e migliore rispetto agli altri. La metodologica liceale è una tecnica contestualizzata fatta di continua ricerca-azione, legata a scelte connesse alle risposte individuali degli allievi che non apprendono tutti allo stesso modo, né negli stessi tempi, a causa di un insieme di fattori tra loro interagenti. Esiti di qualità, che sono quelli perseguiti dall’istruzione liceale, impongono un’alternanza di momenti centrati sull’alunno e sui saperi disciplinari, che danno agli studenti capacità per interpretare al meglio fenomeni legati alla vita e ai numerosi ambiti a essa connessi. Si tratta di ritrovare e restituire l’alto potenziale di creatività e criticità della conoscenza. 

L’interpretazione del mondo reale 

In tal senso, il liceo non viene inteso come semplice occasione di studio e formazione, come percorso obbligato della vita quotidiana, ma rappresenta una scuola che penetra nel mondo reale e lo interpreta e lo arricchisce, potenzia la capacità di giudizio umano e la stessa coscienza critica del soggetto/alunno singolo, portandolo oltre la sua stessa “umanità”, fino a esprimere la ricchezza e la complessità della sua anima dove collocare ogni forma di pensiero, di cambiamento e di crescita personale. Divenire consapevoli che vivere è cercare di cambiare sempre in meglio, rintracciando quel modo sempre nuovo di osservare attento, che permette di accedere al mondo dell’altruismo, della gratitudine, della responsabilità. In questo utopico dialogo esistenziale, il liceo rivendica la sua funzione principale di scuola pubblica, colta, umanistica e scientifica per tutti, in grado di dare e restituire ai giovani criticità, pathos, futuro, speranza nel valore della scuola, nell’incontro/confronto tra diverse versioni del mondo e dell’umanità. 

Queste sono le ragioni che ne consigliano la scelta, soprattutto in una scuola incentrata sull’essere persona per essere sempre più capaci di realizzare il proprio progetto di vita, liberi di alzare lo sguardo, di produrre idee e innovazioni; consapevoli che la difesa di questa libertà richiede coraggio, oltre che fatica, richiede cioè il rischio dell’imprevisto e della speranza oltre gli inevitabili ostacoli. Il liceo costruisce, dunque, una cultura scolastica in forma articolata, flessibile e complessa, che punta a una mente a più dimensioni, capace di stare nella complessità e che riutilizza il proprio vissuto per riprogettare il proprio disegno di vita.

L’istruzione liceale

Indirizzi di studio
Liceo classico
Liceo linguistico

 

Liceo scientifico
Liceo scientifico con opzione scienze applicate
Liceo scientifico sezione ad indirizzo sportivo 
Liceo delle scienze umane
Liceo delle scienze umane opzione economico-sociale 
Liceo artistico a indirizzo:

• Arti figurative
• Architettura e ambiente
• Scenografia
• Design
• Audiovisivo e multimediale
• Grafica

Liceo musicale e coreutico

Per la scelta giusta non basta guardare solo al futuro

Il primo punto da tenere presente nel consigliare ai propri allievi di III media il percorso futuro è che non esistono scuole di serie A e di serie B. Il liceo, l’istituto tecnico, l’istituto professionale prevedono differenti modi di imparare, di ragionare e di agire, e non certo intelligenze diverse a livello quantitativo.

Occorre allora prima di tutto aiutare i ragazzi a rispondere a due domande. La prima: «In che cosa sono realmente bravo?». La risposta può anche non essere relativa a temi scolastici: giocare a calcio, organizzare feste, cucinare dolci sono eccellenze che i ragazzi possono avere ed esprimono comunque alcuni loro talenti. La seconda domanda è allora: «Come svolgi queste attività e quali parti di te impieghi in esse?». Sei un calciatore tenace, un fantasista, un leader? Realizzi dolci usando la creatività o il rigore nel seguire perfettamente le ricette? Mescolando questi talenti (che ogni ragazzo possiede, e sarà importante soprattutto aiutare coloro la cui bassa autostima porterà a rispondere: «Non so fare niente») con le competenze emerse a scuola sarà possibile disegnare il quadro unico delle intelligenze (pensiamo alle intelligenze multiple di Gardner) di quel singolo ragazzo.

Il consiglio orientativo dovrebbe essere nient’altro che la traduzione in parole di questo disegno. Dovrebbe descrivere l’intelligenza del ragazzo e le sue qualità, sempre in positivo, e solo alla fine suggerire un percorso. È del tutto ovvio che occorre evitare frasi del tipo: «Non ha abbastanza costanza nello studio per la scuola X» o «I suoi problemi in matematica escludono il percorso Y». Le difficoltà che i ragazzi incontrano nella scelta sono acuite da questi consigli “per via di levare” come se alla fine la scuola scelta sia una specie di male minore.

Aiutare un alunno di III media a scegliere la scuola non significa pensare prima di tutto al suo futuro, ma al suo passato e al suo presente; aiutarlo a capire come e quanto è cresciuto nei tre anni di scuola media, come impara e cosa ama realmente, cos’ha nel cuore e come tutto questo ha la possibilità di tradursi in un impegno di cinque anni in una nuova scuola.

E infine, ma questa è la cosa più importante, occorre dire chiaramente che la scuola superiore è bella, è un percorso nel quale si entra ragazzini e si esce uomini e donne e si cresce insieme ad amici che resteranno indimenticabili per tutta la vita. Del resto, noi inizieremmo a percorrere una strada rispetto alla quale abbiamo sentito dire solamente quanto è dura, buia e minacciosa? Non resteremmo tranquilli a casa nostra?

Tecnici per il futuro: smart e già proiettati al mondo del lavoro

Se c’è una scuola che, probabilmente, meglio delle altre è in grado di offrire ai nostri giovani una preparazione “per il futuro” è l’istituto tecnico.

Il perché è, da anni, sotto gli occhi di tutti: Industria 4.0, innovazione, e, purtroppo, anche i mesi duri della pandemia, hanno radicalmente cambiato, lo stanno facendo, il mondo del lavoro, e c’è sempre maggior fame di “tecnici” da parte delle imprese. Anche durante questo periodo di ripresa economica l’industria è pronta ad assumere oltre 200mila periti, ma in un caso su tre, e in alcuni profili addirittura in un caso su due, non si riescono a trovare le risorse giuste (spesso, non si trovano proprio candidati). 

«In molte famiglie – ci racconta Monica Nanetti, preside all’Itis “Enrico Fermi” di Roma – prevale lo stereotipo che l’istituto tecnico fornisca una preparazione inferiore a quella dei licei e non sia adatto alle ragazze: una concezione che deriva dalla suddivisione delle scuole avvenuta in seguito alla riforma Gentile (di quasi un secolo fa!), quando la società si divideva in classi dirigenti e classi esecutive, senza alcuna possibilità di mobilità sociale, e la tecnologia si limitava all’utilizzo delle macchine da scrivere. In questi giorni, in cui tramite l’Industria 4.0 il mondo è sempre più interconnesso, la sottovalutazione dei tecnici è di fatto un errore strategico». 

Lo è per i tecnici del settore Tecnologico: «Sono istituti che vivono il presente: dai “calcolatori” che occupavano intere aule si sono dotati in pochi anni di laboratori attrezzati con pc, stampanti in 3D, microcontrollori, PLC – ha aggiunto Nanetti –. Gli studenti si occupano di domotica e di progetti IOT, utilizzano reti neurali per i loro prototipi, imparano a lavorare in project team, sono protagonisti delle manifestazioni di robotica, partecipano a competizioni dell’Agenzia Spaziale Europea, affrontano da esperti le nuove sfide della “Generazione App”. Una realtà resa possibile perché negli ITT si affrontano le basi teoriche, matematiche, fisiche delle materie caratterizzanti, a cui si affianca la realizzazione di progetti nei laboratori. Si applica insomma quello che è uno dei principi fondamentali della didattica, il “learning by doing”: che non è altro che il ritorno in chiave digitale alle grandi scuole dei maestri del Rinascimento italiano, dove l’apprendimento esperienziale era la forma principe della trasmissione dei concetti teorici».

E l’ingenerosa, quanto sbagliata e sbrigativa, sottovalutazione dei tecnici riguarda anche l’altro settore, nato dopo la riforma Gelmini, quello economico. La figura del ragioniere, oggi, è molto distante dal piccolo contabile chiuso tra i libri mastri in qualche ufficio o ministero; oggi l’indirizzo Amministrazione-Finanza e Marketing, con le relative articolazioni Sistemi Informativi Aziendali e Relazioni internazionali per il Marketing, «è invece una scuola dell’innovazione, aperta alle trasformazioni sociali ed economiche intervenute in questi anni – ha spiegato Flavia De Vincenzi, storica preside del “Leopoldo Pirelli” di Roma, oggi coordinatrice del settore dell’Istruzione tecnica dell’Anp Lazio –. Un diplomato di questo indirizzo, grazie alla preparazione specifica, sia culturale che professionale, oltre a potersi iscrivere a qualunque percorso post diploma, sia in ambito accademico che di alta formazione, troverà facilmente occupazione presso studi professionali, società, aziende, assicurazioni, banche, potrà svolgere varie attività (anche nel settore turistico e in quello sportivo-sport management) sempre molto richieste in modo trasversale in varie tipologie di settori e avrà maggiore facilità nella preparazione ai concorsi pubblici, grazie alle conoscenze e competenze acquisite in materia di diritto pubblico e privato, economia, informatica e lingue straniere. Queste sono le strade tradizionali. Ma la sfida vera che un diplomato in ambito tecnico economico è in grado di affrontare con successo è verso un futuro fatto di nuovi “mestieri”, nel mondo del digitale, del web, dell’e-commerce, settori in crescita soprattutto in questo periodo di pandemia; “professionisti” delle start up, social media manager, esperti di Blockchain e di growth hacking e digital manager». 

Insomma, gli istituti tecnici oggi possono davvero rappresentare la leva per il rilancio del Paese: esattamente come negli anni Cinquanta e Sessanta, quando dagli istituti tecnici le grandi industrie hanno attinto i loro quadri, e costruito quel rapporto stretto tra scuola e azienda che ha fatto la fortuna dell’Italia di allora. A questo spirito si aggancia il Pnrr e la sfida, messa nero su bianco dall’ex ministro Patrizio Bianchi, di rilanciare l’istruzione tecnica, per allineare i curricula alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese, sotto la spinta del 4.0 e dell’innovazione digitale. 

In fondo, storie e numeri sono chiarissimi: gli istituti tecnici, per Dna, collaborano con le realtà industriali dei territori, mettono in piedi percorsi di scuola lavoro di primissimo livello (ore e fondi sono però scesi, occorrerebbe almeno ritornare alle 400 ore della legge 107, ndr), tra il 60 e il 70% dei diplomati, a seconda degli anni, viene assunto appena terminati gli esami di Stato, in impieghi in larghissima parte coincidenti con il percorso formativo svolto. E non mancano gli attestati di “scuole da champions league”, da Bankitalia all’Ocse, solo per citare i più recenti. 

La preparazione ampia e articolata fornisce, inoltre, tutte le competenze specifiche per chi si vuole iscrivere all’università, garantendo il successo nelle facoltà di indirizzo scientifico-tecnologico, quali ingegneria e fisica. Non solo, tengono a precisare le due esperte, Nanetti e De Vincenzi. L’offerta formativa non eccede in tecnicismi a scapito della preparazione culturale più ampia e propriamente detta. Chi esce da un istituto tecnico, infatti, è «in grado di applicare la tecnologia in tutti i settori, con creatività: biblioteche con catalogazioni partecipate, tecnici del suono che affiancano i musicisti, restauri computerizzati, visite virtuali ai capolavori artistici. Parliamo di diplomati competenti su un ampio spettro di attività, ma anche e soprattutto di cittadini consapevoli in grado di dare un contributo essenziale alla crescita e allo sviluppo del Paese».

L’istruzione tecnica, indirizzi e settori di studio

Indirizzo Articolazione (Opzione)
ECONOMICO
AMMINISTRAZIONE, FINANZA e MARKETING
(Biennio)
Amministrazione Finanza e Marketing – triennio Relazioni internazionali
Sistemi informativi aziendali
TURISMO
TECNOLOGICO
MECCANICA, MECCATRONICA ed ENERGIA
(Biennio)
Meccanica e meccatronica
Meccanica e meccatronica (Tecnologie dell’occhiale)
Meccanica e meccatronica (Tecnologie delle materie plastiche)
Meccanica e meccatronica (Tecnologie del legno)
Energia
TRASPORTI e LOGISTICA
(Biennio)
Costruzione del mezzo
Costruzione del mezzo (Costruzioni Aeronautiche)
Costruzione del mezzo (Costruzioni Navali)
Conduzione del mezzo
Conduzione del mezzo (Conduzione del mezzo Aereo)
Conduzione del mezzo (Conduzione del mezzo Navale)
Conduzione del mezzo (Conduzione di apparati ed impianti marittimi)
Logistica
ELETTRONICA ed ELETTROTECNICA
(Biennio)
Elettronica
Elettrotecnica
Automazione
INFORMATICA e TELECOMUNICAZIONI
(Biennio)
Informatica
Telecomunicazioni
GRAFICA e COMUNICAZIONI
(Biennio)
Grafica e comunicazioni – triennio (Tecnologie cartarie)
CHIMICA, MATERIALI e BIOTECNOLOGIE
(Biennio)
Chimica e materiali
Chimica e materiali (Tecnologie del cuoio)
Biotecnologie ambientali
Biotecnologie sanitarie
SISTEMA MODA
(Biennio)
Tessile, abbigliamento e moda
Calzature e moda
AGRARIA, AGROALIMENTARE e AGROINDUSTRIA
(Biennio)
Produzioni e trasformazioni
Gestione dell’ambiente e del territorio
Viticoltura ed enologia
Viticoltura ed enologia (Enotecnico – Percorso di specializzazione post-diploma)
COSTRUZIONI, AMBIENTE e TERRITORIO
(Biennio)
Costruzione ambiente e territorio
Costruzione ambiente e territorio (Tecnologie del legno nelle costruzioni)
Geotecnico

 

Teaching with newspapers – Case study: US elections and transition

Teachers are always looking for authentic texts for their students and newspapers provide the best, widest and most versatile tool to teach with authentic material. First of all, newspapers are much more updated than any course book, secondly they give the possibility to speak and work on every single possible topic from science to football, matching the interests of students. Last but not least they provide material for all levels from A1 to C2.

It is commonly believed that newspapers are only for pros but in this article various activities for various levels will be presented.

WORKING WITH PICTURES

A1 – A2

For lower levels activities with pictures are one of the best ways both to practice speaking and to boost vocabulary.

Describe the picture (the Guardian 19/01/2021)

 Give 5 mins to your students to brainstorm the vocabulary the want to use to describe the picture and then let them speak. You can introduce words and expressions such as In the background/foreground; At the top/bottom of the picture; In the picture I can see; Maybe it’s a. You can also use the picture to revise prepositions.

 

B1-B2

Compare and contrast the two pictures (Washington post 14/11/2020 and Los Angeles Times 21/10/2020)Help your students boosting their vocabulary introducing expressions such as The first picture show…while the second…; On the one hand…., on the other hand; I would say it was taken when….; The photos are both similar but…; In terms of the difference between them…

This is a good exercise to practice skills for FCE exam. After describing, comparing and contrasting you can ask your students what they know about the last presidential campaign and let them speak about current affairs. You can also read some headlines with them to outline the situation.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C1-C2

 

Describe the picture (The Guardian 20/01/2020) and then answer the question. (New York Times 20/01/2020)

Let your students speak and help them revising if-clauses. Ask them to explain the reasons why they would suggest a specific issue to invest money on.

WORKING WITH ARTICLES

There are some activities that can be done for various levels such as letting your students choose an article they like, read and summarize it and choose 5 new words they want to teach their classmates. 

A1-A2

https://www.nytimes.com/2021/01/19/us/politics/field-of-flags-national-mall-inauguration.htmlField of Flags’ on the National Mall represents the people who cannot attend the inauguration. (New York Times 19/01/2020) This is a really short article that describes the way the ceremony is being organised. Start with a warm up activity such as describing the pictures given and prepare an exercise to give your students some of the new words they’ll find in the article.

After reading the article concentrate on the 50 states that form the USA. You can practice with your students expressions such as in the North/South/East/West; its capital city is…; …is bigger/smaller than…

B1 – B2

Journalist for a day

After reading articles/watching digital content write the review of the inauguration ceremony

https://www.washingtonpost.com/opinions/2021/01/21/it-wasnt-just-speech-there-were-plenty-big-moments/ (Washington post 21/01/2020)

https://www.youtube.com/watch?v=Z-2UQvaavW4 Inauguration day in 3 minutes (Washington post 21/01/2020)

Revise/Teach how to write a review and after that work on the inauguration day using the vocabulary your students have learnt in the previous exercise with pictures. This is a good exercise to practice skills for FCE exam.

C1-C2 

Read the article https://www.nytimes.com/2021/01/17/us/kamala-harris-doug-emhoff-family-inauguration.html Kamala Harris Will Make History. So Will Her ‘Big, Blended’ Family. (New York Times 17/01/2020) 

Concentrate with your students on the different “first times” for the US with Kamala Harris.

Ask your students to speak about issues with racism in the US and if you want you can speak about the movement Black Lives Matter. Here you can find more material on race and racism https://www.newyorker.com/tag/race-racism-essays-commentary in the US. (The New Yorker)

If the main goal of the lesson is improving reading skills, use the article to create a reading comprehension. If the main goal is writing ask the students to write an essay or a column on a related topic.

The New York Times offers a special section for teachers, to help them working with newspaper articles. https://www.nytimes.com/section/learning So, what are you waiting for? Tomorrow will be the perfect day to start teaching with neswpapers!

Le elezioni americane del 2020

Febbraio 2021

Dopo mesi di contesa elettorale particolarmente aspra, gli elettori americani hanno scelto il democratico Joe Biden come 46° presidente degli Stati Uniti. Dopo averci introdotto alla scoperta del sistema elettorale statunitense – fortemente ancorato alla tradizione e a consuetudini tipicamente “a stelle e strisce” – l’autore di questo articolo, William Vittore Longhi, descrive nel dettaglio quali saranno le mosse della prossima amministrazione, evidenziandone similarità e differenze rispetto alla precedente amministrazione Trump.

Registrazioni in P.D. delle operazioni relative ai beni strumentali e voci di bilancio

Secondaria di 2° grado Secondaria di secondo grado Discipline economico aziendali Organizzazione e gestione aziendale

Registrazioni in P.D. delle operazioni relative ai beni strumentali e voci di bilancio

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Le bénévolat: du cœur à l’action

Etre bénévole aujourd’hui ne doit plus rester un choix, mais le devoir le plus important de la citoyenneté active. Un devoir qui se transforme, petit à petit, en bonheur.

Voici le témoignage de Rebecca, collégienne de treize ans : « Vendredi 10 décembre, à l’occasion de la Journée internationale des droits de l’homme, mon école a organisé une collecte pour les personnes pauvres. Dans chaque classe nous avons trouvé une boite en carton à décorer et à remplir avec des objets ou des produits alimentaires. Au début, ç’a été tout simplement amusant, mais, après quelques jours, je me sentais fière de ce que, mes copains et moi, nous étions en train de faire. Le moment le plus heureux a été quand les bénévoles de la Croix Rouge sont venus prendre les boites : devant la montagne de boites et cartons multicolores ils sont restés sans voix. Je crois que, à ce moment-là, j’ai compris le véritable sens du mot bonheur ».

L’expérience de cette jeune fille ne représente pas un cas isolé ou rare : dans le monde entier il existe des millions d’associations de bénévolat. Devenir bénévole, c’est une bonne idée et c’est un geste simple. Il suffit d’être motivé. En plus, grâce à cet engagement, on acquiert de l’expérience, on se sent utile, on partage ses compétences et on fait de nouvelles rencontres.

Renseignez-vous auprès de votre mairie ou sur Internet et transformez votre vie et celle des autres.

Pour mieux comprendre :

Quelques grands réseaux associatifs :

Questionnaire pour vérifier la compréhension de la vidéo.
Scarica il questionario

Objetivo 15. Cuídalos y te cuidarás

Es necesario educar desde la infancia a los niños al respeto a los animales y el entorno en el que viven para llevar una vida sostenible, respetuosa con la naturaleza y con los animales, no solo para mejorar la calidad medioambiental, sino también para fomentar valores como la empatía, el respeto y la compasión. Valores esenciales para un buen crecimiento intelectual de nuestro alumnado. 

Por eso, aquí os dejamos algunas actividades que os ayudarán a repasar el léxico relativo a los animales, pero también a conocerlos mejor y a impulsar el respeto hacia ellos.

Vídeos

Además de los productivos mapas lexicales, la creación de murales de concienciación animal, o la lectura de artículos de prensa sobre problemas medioambientales, podéis ver los siguientes vídeos para repasar el léxico relativo a:

En cambio, si deseáis avivar el amor por los animales, os aconsejamos la visión de Gift, un documental sobre el abandono de las mascotas.

Aplicaciones

A continuación, os presentamos algunas aplicaciones que podéis usar para romper el ritmo de la clase o como tarea en casa, que ayudarán a vuestros alumnos a conocer mejor no solo a los animales sino también a su hábitat…. ¡jugando!

  • Wild Craft: esta aplicación nos permite conocer un animal y su hábitat natural, creando un entorno virtual en 3D para jugar individualmente o en equipo. 
  • Wonder Zo: esta aplicación tiene dos objetivos: salvar a los animales de los cazadores y mantenerlos a salvo en una reserva natural. Es una forma amena de vivir una aventura y fomentar el respeto mediante la empatía.

Lecturas

En esta ocasión os aconsejamos tres libros: un cómic y dos novelas.

  • Refugio: este tebeo, editado por Grafito Editorial y escrito por José Fonollosa, cuenta la experiencia como voluntario del autor en un refugio de Xátiva y nos recuerda que no debemos abandonar a nuestras mascotas y que todas ellas pueden tener una segunda oportunidad.
  • Colmillo blanco: este clásico es siempre una buena opción para fomentarla el respeto, la amistad entre el hombre y los perros. 
  • Anaconda y otros cuentos de la selva: en esta obra, publicada por Vicens Vives, Horacio Quiroga nos muestra con ternura y buen humor, como en ocasiones, los animales y los hombres pueden convivir en armonía.

Para profundizar

Recuerda: no solo tenemos que festejar a los animales el 4 de octubre, Día Mundial de los Animales, si no siempre, todos los días.

La nascita del computer

Cara lettrice, caro lettore, li utilizziamo quotidianamente, li abbiamo sempre a portata di mano e non ne possiamo più fare a meno, ma qual è l’origine dei computer? Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiederci: che cosa sono i computer?

I calcolatori

Il nome inglese indicava una professione, quella di chi effettuava calcoli. La NASA ha impiegato sistematicamente calcolatori umani fino all’inizio degli anni Sessanta, quando introdusse i primi computer. Per evitare che il team di colored computers, cioè di matematiche afroamericane addette ai calcoli, venisse licenziato, la matematica Dorothy Vaughan insegnò loro a programmare i nuovi IBM 7090.

I calcolatori automatici

L’idea di automatizzare i calcoli risale almeno al XVII secolo, quando Pascal realizzò una delle prime calcolatrici meccaniche. Due secoli dopo, Charles Babbage costruì una macchina in grado di calcolare funzioni polinomiali. Insieme ad Ada Lovelace, Babbage progettò anche un rudimentale computer, che però non venne mai realizzato.

Le macchine di Turing

Le macchine calcolatrici di Pascal e Babbage sono solo lontane cugine dei moderni computer. Il primo di essi, l’ENIAC, è stato costruito nel 1946. Prima della realizzazione pratica, però, è necessario un progetto. Ci pensò il matematico britannico Alan Turing, che nel 1936 descrisse un modello teorico di macchina calcolatrice dotata di input, output, CPU e memoria in cui immagazzinare i dati. In questa descrizione riconosciamo i componenti di base dei computer moderni.

L’origine delle macchine di Turing

Perché Turing sviluppò questo modello? Non certo per decifrare le comunicazioni militari tedesche, siccome nel 1936 la II Guerra Mondiale non era ancora scoppiata. Invece, Turing desiderava risolvere un problema matematico formulato da David Hilbert nel 1928. Hilbert aveva chiesto se fosse possibile dimostrare ogni teorema dell’aritmetica mediante delle procedure che chiamava effettive e che non aveva descritto con precisione (oggi diremmo che le procedure effettive di Hilbert sono degli algoritmi). Per dare una descrizione matematica delle procedure effettive, Turing introdusse il modello teorico delle macchine di Turing. Utilizzandolo, Turing stabilì che ci sono dei teoremi dell’aritmetica che non possono essere dimostrati con procedure effettive. Oggi diremmo che l’aritmetica è indecidibile.

Per approfondire

  • La vicenda di Dorothy Vaughan e dei colored computers della NASA è rappresentata nel film Il diritto di contare.
  • La pascalina è descritta dal Museo Galileo di Firenze Visita la pagina
  • La macchina differenziale di Babbage è descritta nel sito Matematicamente.it Visita la pagina
  • Ne è conservata una riproduzione nel Museo Leonardo da Vinci di Milano
  • Altri strumenti antichi di calcolo sono presentati nel numero 1 del 2017 di Comics&Science. Visita la pagina
  • L’articolo in cui sono descritte per la prima volta le macchine di Turing è consultabile alla pagina Visita la pagina
  • La dimostrazione di Turing dell’indecidibilità dell’aritmetica è descritta da questo video di Computerphile Guarda il video
  • Una parte della vita di Alan Turing è rappresentata nel film The imitation game.

Favorire il pensiero creativo a scuola

Secondo Teresa Amabile, eliminare ogni forma di creatività dal lavoro scolastico è semplice. Basta impostare la vita di classe in questo modo:

  1. far lavorare i bambini e le bambine per un riconoscimento;
  2. predisporre situazioni competitive;
  3. focalizzare la classe sulla valutazione;
  4. tenere i bambini e le bambine sotto stretta sorveglianza;
  5. proporre una ristretta gamma di scelte.

Visto che non si tratta di pratiche poco diffuse, si può facilmente dar ragione allo psicologo Mihály Csíkszentmihályi: la scuola ha generalmente un impatto poco positivo sulle persone creative. 

Allo stesso tempo, però, nelle biografie di singoli “creativi di successo” l’incontro con singoli maestri risultano momenti decisivi.

Qualsiasi sia la definizione di creatività, qualsiasi analisi si cerchi di approfondire, si arriva sempre a questa distinzione: l’insieme delle regole e delle richieste della scuola sono poco funzionali allo sviluppo della creatività. 

Le singole personalità degli insegnanti possono invece fare la differenza.

Questo perché il lavoro di un creativo si basa su problemi poco formulati, i cui dati e il cui processo di soluzione appaiono poco chiari. Le questioni difficili da definire o per le quali la procedura risolutiva non è evidente sono l’ambito specifico della creatività.

In termini prettamente didattici, è difficile sostenere il pensiero creativo quando si chiede di applicare un algoritmo esecutivo o l’applicazione di una regola. 

La stessa struttura della lezione composta da spiegazione- studio – interrogazione risulta essere un nonsenso in ambito creativo.

Molto più funzionale, invece, è una didattica per progetti, nella quale si propone agli alunni e alle alunne non un contenuto da memorizzare o applicare, ma una sfida cognitiva aperta e accattivante.

Si tratta, cioè, di creare situazioni nelle quali sia possibile sperimentare l’insight, il salto di qualità concettuale che porta a ristrutturare le informazioni disponibili (siano esse nuove o vecchie) all’interno di un paradigma, uno schema o una situazione nuova.

Non sfuggirà che più si scende nel dettaglio più emergono le caratteristiche fondamentali di una didattica per competenze. 

Infatti, in una didattica per competenze:

  1. i bambini e le bambine non lavorano per un riconoscimento esterno, ma per la realizzazione di un artefatto;
  2. le situazioni competitive non sono “il motore” dell’azione. Il campito si sostiene attraverso la motivazione intrinseca;
  3. la valutazione avviene in forma narrativa con l’ausilio di diari di bordo, osservazioni sistematiche e autobiografie cognitive. Quindi, in sostanza, la valutazione è percepita non come giudizio esterno ma come feedback sul lavoro che tiene conto anche del proprio punto di vista;
  4. i bambini e le bambine hanno un discreto grado di libertà di azione per svolgere il compito o la sfida;
  5. le soluzioni sono aperte: un compito di competenza ben progettato dovrebbe prevedere un ampio ventaglio di soluzioni.

La strada per favorire un atteggiamento creativo a scuola c’è ed è ben delineata da un approccio didattico basato sullo sviluppo delle competenze. 

Ovviamente questo è possibile solo con il modeling dei docenti: la creatività nella progettazione didattica, nelle richieste e nelle soluzioni che gli insegnanti propongono è un ingrediente fondamentale.