Grandi predatori e allevamenti zootecnici

Sin da quando l’evoluzione ha portato l’uomo a basare il suo sostentamento sull’agricoltura e sull’allevamento, la convivenza tra animali allevati e grandi predatori rappresenta un aspetto cruciale per la salvaguardia delle specie zootecniche. L’uomo, sin dall’antichità, ha sempre messo in atto diverse strategie per contrastare i numerosi attacchi dei predatori.

Negli ultimi due secoli, con l’avvento delle rivoluzioni industriali che inevitabilmente hanno modificato gli equilibri ambientali, ecologici e sociali, in alcune aree del territorio nazionale i grandi predatori sono scomparsi o il loro numero si è ridotto a pochi esemplari. Questo ha ridotto le criticità sopra citate ma ha comportato anche la perdita di conoscenze e di strategie di difesa che nei secoli hanno permesso agli allevatori di trovare un equilibrio tra fauna selvatica e fauna domestica.

I principali predatori presenti in Italia sono il lupo, l’orso e la lince (anche se quest’ultima è presente con una popolazione di pochi esemplari). Con il ritorno del lupo nell’arco alpino negli ultimi 10 anni il problema si è quindi ripresentato cogliendo di fatto gli allevatori impreparati. Molte ricerche sono state condotte per trovare soluzioni che potessero incontrare le diverse esigenze mitigando l’impatto tra gli allevatori (salvaguardia del patrimonio zootecnico) e l’opinione pubblica (salvaguardia della biodiversità), in accordo con le normative comunitarie (direttiva “habitat” 92/43/CEE).

Nelle regioni del nord Italia è stata documentata la presenza di circa un migliaio di lupi (www.lifewolfalps.eu, 2021/2022). Nella parte occidentale dell’arco alpino la presenza del lupo è dovuta alle migrazioni provenienti dalla Francia dove, peraltro, il numero di capi è di gran lunga maggiore. Nelle Alpi orientali, invece, attualmente sono presenti pochi capi legati alla recente migrazione di una coppia di lupi provenienti dagli stati confinanti (Austria e Slovenia) che si sono insediati nella fascia prealpina tra Veneto e Trentino-Alto Adige (Marucco et al. 2014).

In periodi recenti le numerose e crescenti predazioni da parte dei lupi nei confronti delle specie zootecniche ha creato un forte contrasto tra allevatori, istituzioni e opinione pubblica; se da un lato il contesto sociale e il mondo della ricerca si pongono a favore della presenza e al ritorno del lupo, dall’altra il mondo degli allevatori si pone nettamente a sfavore. Gli allevatori affermano che i lupi causano pesanti danni al comparto zootecnico, mentre società e ricerca la pensano in modo nettamente opposto (Bele et al., 2022). I dati scientifici danno ragione a questi ultimi, infatti, il numero di predazioni da parte del lupo nelle Alpi orientali (Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) nel periodo che va dal 2012 al 2020, non supera l’1% del patrimonio zootecnico di ogni singola regione attestandosi anche a valori nettamente inferiori (Bovolenta et al., dati non pubblicati).

Per quanto riguarda le predazioni a carico dell’orso, la situazione è ben diversa in termini di presenza del plantigrade nel territorio alpino e in termini di casi segnalati. Nel periodo che va dal 2012 al 2020, le predazioni a carico di animali allevati nelle Alpi orientali (Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia), sono esigue e addirittura in diminuzione. Alla luce di quanto detto, quali sono le possibili misure di mitigazione da implementare e quali sono gli attori coinvolti per arrivare a un contenimento efficiente del fenomeno?

Il prof. Ramanzin dell’Università degli Studi di Padova suggerisce delle linee guida per mitigare gli impatti e i conflitti sorti dalla presenza dei predatori. Il presupposto iniziale è che il contenimento numerico ottenuto a seguito di abbattimenti autorizzati, è impraticabile in quanto espressamente in contrasto con le norme comunitarie (direttiva “habitat” 92/43/CEE). Servono quindi dialogo e sinergie tra i diversi attori coinvolti.

Le istituzioni politiche dovrebbero mettere a disposizione finanziamenti che non solo coprano l’acquisto dei sistemi di protezione del bestiame e dei pascoli ma soprattutto dovrebbero garantire un supporto alla gestione delle strategie adottate dando indicazioni e linee guida chiare. Inoltre, dovrebbero garantire rimborsi adeguati e tempestivi che non richiedano complicazioni burocratiche per gli allevatori.

La ricerca dovrebbe supportare ed essere supportata dalla governance politica per diffondere una corretta conoscenza dei sistemi ecologici e dei comportamenti del lupo, fornire un supporto per garantire sistemi di protezione efficaci monitorando costantemente gli impatti e, infine, ricercare strategie di adattabilità e resilienza dei diversi sistemi di allevamento.

La realtà evidenzia come le popolazioni del lupo si siano insediate e adattate a questo “nuovo” ambiente e siano ancora in continua espansione. Occorre pertanto trovare soluzioni di convivenza implementando soprattutto opere di prevenzione ma anche di difesa al fine di limitare e contenere i danni. Una vera e propria soluzione, al momento non esiste in quanto gli stakeholders coinvolti sono molteplici e tutti presentano motivazioni, ragioni e sensibilità nella comprensione del fenomeno diverse ma al contempo tutte fondate e ragionevoli. La strada da percorrere per tutti gli attori è quindi il dialogo aperto, al fine di beneficiare degli aspetti ecologici, ambientali e sociali che apporta la biodiversità.

Per approfondire lo studio delle produzioni zootecniche consulta il corso di Produzioni animali di A. Veggetti, F. Tesio, F. Cagliero.

La desconocida tregua de Navidad de 1936

Nochebuena 1936, monte Kalamua, País Vasco, España – 

En julio de 1936 había estallado la Guerra civil española y en diciembre del mismo año los dos bandos seguían luchando en todo el país. Los combatientes que estaban en el Kalamua en la Nochebuena de 1936 protagonizaron algo que seguramente pasó en todos los frentes  ese día, en esa guerra y en otras guerras, en un episodio muy similar al ocurrido en la Primera Guerra Mundial  conocido como “La tregua de Navidad de 1914”. 

Los dos grupos se encontraron a la mitad justa de los parapetos y se dieron la mano; los milicianos ofrecieron a los requetés intercambiar sus periódicos; echaron un trago de vino y cambiaron cigarillos. 

¿No sería mejor que se marcharan todos, cada uno a su casa? Pues sí, pero estaban en guerra.

ACTIVIDADES

COMPRENSIÓN Y ANALISIS DE un ARTÍCULO de PERÍODICO

Antes de leer el artículo sobre la tregua de Navidad de 1936, comparte con tus compañeros las informaciones que ya tenéis y pregunta a la profesora lo que no sabéis con respecto al contexto histórico de este acontecimiento, y en particular:

  • el estallarse de la Guerra civil española;
  • los milicianos/los requetés;
  • el socialismo español;
  • los carlistas.

Ahora lee el artículo La desconocida tregua de Navidad de 1936 en el monte Kalamua (abc.es) y contesta a la siguientes preguntas:

  •  ¿En qué zona de España tuvo lugar este acontecimiento histórico?
  • ¿Qué pasó ahí entre milicianos y nacionalistas la Nochebuena de 1936?
  • ¿Qué objetos intercambiaron los dos bandos?
  • ¿Tenemos hoy alguna evidencia de lo que pasó ese día?

En clase, todos juntos o divididos en grupos, comentad las siguientes frases, explicando qué aspectos subrayan de la guerra civil y de sus protagonistas: Entre los requetés había algunos que iban a volver a Pamplona y que se ofrecieron a llevar una carta a la madre de Goñi , que él escribió enseguida para entregársela. Echaron un trago de vino, le obsequiaron con un puro y cambiaron cigarrillos”.

Sin darse apenas cuenta, Goñi se encontró en un grupo de entre unos veinte requetés, a un paso de sus posiciones. «¡Y pensar que en Pamplona me hubieran fusilado como a un perro!», pensó este miliciano socialista achacando la ideología de estos muchachos del campo, a haber nacido en pueblos de solera carlista «donde merced a la intransigencia de los caciques carlistas y a la imbecilidad de gobernadores republicanos era casi imposible dejar oír la voz de nuestras ideas.

Lentamente se alejan los requetés. Al verlos marchar se agolpan muchas ideas en mi cerebro. Tantas que para no armarme un lío sentimental, a cuenta de las crueldades de la guerra, acelero el paso para devorar la comida que, humeante y suculenta, me aguarda al otro lado de nuestras trincheras”.

A mí aquello no me parecía bien, era un disparate, media hora después podíamos estar matándonos y esas cosas creaban desánimo y desconcierto entre la gente», confesaba el voluntario carlista, que le dijo a Ureta: « Mi capitán, después de esto, ¿no sería mejor que dejásemos esto y nos marcháramos todos, ellos y nosotros, cada uno a su casa? ».«Y me contestó: « pues sí, sería mejor… pero es que estamos en guerra”.

ANALISIS DE LOS DOCUMENTOS

Busca en la Bibioteca foral de Bizkaia el artículo de José Goñi Urriza sobre la tregua de Navidad, en la sección “Hemeroteca” – Periódicos – “La lucha de clases: semanario socialista obrero” – 26/12/1936

Lee los títulos de los artículos y comenta la posición política de este períodico en el contexto de la época: 

  • ¿Qué bando apoyaba en la guerra civil?
  • ¿Las noticias que aparecen cómo describen el conflicto y a sus protagonistas?

Lee el reportaje de José Goñi en la página 6:

  • Resume con tus palabras la escena que describe el autor, de la que ha sido protagonista.
  • ¿Cómo describe en sus recuerdos la situación política y social de su “querida Navarra”?

En la última parte del artículo, ¿qué opinión da el autor con respecto a:

  • la guerra;
  • sus protagonistas que luchan en las trincheras;
  • los que están en la retroguardia?

COMENTARIO DE FOTOGRAFÍAS

Observa las fotografías de los “Combatientes de ambos bandos en el frente del Kalamua el 24 de diciembre de 1936.” que se publicaron en su día en el artículo de José Goñi Urriza  y describe qué hacen los soldados y cómo se relacionan entre ellos los dos bandos.

C’est bientôt Noël, prenons nos responsabilités !

Eh bien oui, notre imaginaire de Noël risque d’être compromis et notre planète aussi. Cette période de l’année qui nous fait tant rêver pourrait se transformer en menace pour notre environnement. Alors comment faire pour devenir un écocitoyen (c’est-à-dire se sentir concerné par le respect et la préservation de l’environnement et agir en conséquence dans sa vie quotidienne) ? Voici quelques idées.

Un sapin pas comme les autres 

Qui n’a jamais eu envie d’ouvrir ses cadeaux auprès d’un vrai sapin, au bon parfum de forêt ? Oui, joli, mais pas très écologique, vous me direz. Et bien, sachez qu’aujourd’hui il est possible de louer son sapin de Noël naturel et de le replanter ensuite ! On le sait, les sapins artificiels sont en plastique et donc fabriqués à partir de produits dérivés du pétrole non biodégradables. Certaines entreprises (par exemple Ecosapin) ont lancé sur le marché un nouveau service : vous choisissez votre sapin en ligne, ils vous le livrent dans un pot et après Noël, ils viennent le reprendre pour le replanter. Voilà une initiative écoresponsable à encourager. Et pour ceux qui ont déjà acheté un vrai sapin, pas de panique : vous pouvez appeler des services de collecte qui le transformeront en compost (transformation des déchets organiques en nutriment naturel pour les plantes). Intéressant n’est-ce pas ? Regardez cette vidéo et laissez-vous convaincre ! 

Du plastique, toujours du plastique : quoi faire côté déco ?

Pourquoi ne pas choisir des décorations en matières naturelles ? Nous avons tous un parc près de chez nous pour aller ramasser des dizaines de petits trésors : morceaux de bois, feuilles, écorces, petits cailloux ou encore pommes de pin. Tout le nécessaire pour fabriquer de belles décorations, naturelles et surtout originales.

Et pour le menu ? Bien composer les assiettes : repas sain et environnement sauf !

Manger moins de viande, éviter le gaspillage alimentaire : Noël devient l’occasion pour se poser quelques questions concernant nos choix alimentaires. Prendre conscience de ce que nous consommons et jetons à la poubelle va permettre de contribuer au changement de mentalité que réclame la planète. Consommer des produits locaux, ne pas acheter trop d’aliments pour ne pas les jeter après les fêtes ou encore proposer des plats végétariens sont de bons points de départ. Et que faire si nous avons des restes malgré tout ? Pensons à composter, bien-sûr ! Nos plantes nous remercieront et nous éviterons ainsi d’augmenter les émissions de méthane à la décharge (lieu où l’on jette les déchets).

D’accord, mais concernant notre tenue vestimentaire ? Y-a-t-il quelque chose à faire ?

Là aussi, nous pouvons prendre position pour réduire l’impact sur le climat. Pensons à louer notre tenue du réveillon, à porter quelque chose que nous avons déjà en le personnalisant. On pourrait choisir des vêtements de seconde main ou bien, si l’on commande en ligne, contrôler que le service de livraison soit responsable. Beaucoup de marques sont devenues durables (elles répondent aux besoins du présent sans compromettre la capacité des générations futures à répondre aux leurs) et cherchent à consolider un modèle de mode étique. Ces dernières sont parmi les signataires de la Charte de la mode. Par exemple, Stella McCartney fait partie de ces personnalités qui ont voulu s’engager et lutter pour un changement de politique et de réglementation afin d’encourager les entreprises durables et la décarbonisation de l’industrie de la mode (ensemble des mesures et techniques mises en place en vue de limiter l’empreinte carbone). Ces actions permettront de protéger l’environnement et bien-être des humains et des animaux. 

Maintenant vous savez tout, nous pouvons vous souhaiter un Joyeux éco-Noël ! Côté moyen de transport, nous pouvons être tranquilles… le traineau et les rennes sont super green !

Sugerencias de lecturas para las vacaciones navideñas

Se acercan las Navidades y nosotros queremos celebrarlas con todos vosotros. Por eso, aquí, os dejamos algunas ideas de lecturas para profesores y alumnos. 

Las hijas de la criada de Sonsoles Ónega, Editorial Planeta (Premio Planeta 2023). Esta novela nos sumerge en un apasionante relato en un remoto pazo de Galicia, para narrarnos algunos secretos de familia. Es una historia mágica y realista, como la tierra en la que transcurre la acción, sobre hombres y mujeres que se rebelan contra su propio destino en busca de la verdad. Es un relato que atrapa al lector.

El ángel de la ciudad de Eva García Sáenz de Urturi, Editorial Planeta. Tras el éxito de El libro negro de las horas y la Trilogía de la ciudad blanca, la ganadora del Premio Planeta 2020 nos lleva a una Venecia misteriosa, donde el inspector Kraken tendrá que descubrir qué le pasó a su padre. Sin lugar a duda, esta es una de las mejores novelas para los amantes del thriller.

Mujeres en guerra de Emilio Balcarce, Gastón Vivanco y Fabián Mezquita, Desfiladero Ediciones. Es un libro sobre nueve historias reales protagonizadas por mujeres (francotiradoras, pilotos, tanquistas, espías, guerrilleras, etc.) durante la Segunda guerra mundial. Son historias insólitas e inspiradoras que ponen finalmente rostro a sus protagonistas, con frecuencia olvidadas en las crónicas y en los libros de Historia.

La taberna de Silos de Lorenzo G. Acebedo, Tusquets Editores. Es la novela revelación del año. Definida como divertida, gozosa, un hallazgo deslumbrante, es una magnífica obra detectivesca en la que Gonzalo de Berceo, poeta y copista, se empecina en encontrar al asesino de un monje en el monasterio de Silos, que entusiasmara a vuestros alumnos y a vosotros mismo y por qué no, podría ser la excusa ideal para hacerlos investigar sobre quién fue el Gonzalo de Berceo histórico y cómo eran los años en los que le tocó vivir.

Buena lectura y sobre todo feliz Navidad y un próspero año nuevo

Analisi di bilancio di un’impresa di servizi: la Funivie Pinzolo spa

Compito di realtà: voci contro la violenza

I recenti violenti fatti di cronaca fanno interrogare tutti noi, ma in particolar modo chi è investito di una responsabilità educativa: famiglie, scuole e altri attori pubblici. Per questo motivo questo mese Rivista propone un nuovo video articolo dedicato al contrasto ai comportamenti violenti, dal femminicidio al bullismo e a tutte le forme di violenza domestica.

Video

Come sempre, dopo aver visionato il video, potete scaricare le schede di attività preparate per voi: un compito di realtà, da proporre alla classe, e una scheda riservata ai docenti, comprensiva di strumenti per la valutazione. Nella speranza di portare un piccolo contributo nella lotta contro ogni forma di violenza nelle nostre vite.

Materiali aggiuntivi

Latino per tanti, latino di tutti

Il professore di latino severo e lo studente svogliato

Una figura triste e minacciosa si aggira nelle fiction televisive della domenica sera. È il professore di latino: brutto, antipatico, istericamente tradizionalista, ossessivamente severo, frustrato sul lavoro e nella vita privata. Il suo corrispettivo è lo studente collettivo di latino: in conflitto perenne col docente di cui sopra, svogliato, sempre pronto a copiare la versione da Internet e che non vede l’ora di sbarazzarsi di tutto quel ciarpame ammuffito.

Attenzione, però: il latino è roba da rigattieri solo quando c’è da salvare il proprio figlio dall’esame di riparazione (“suvvia professore, in fondo a cosa gli servirà mai il latino, nella vita…”), mentre diventa bene preziosissimo quando i media gridano in coro che la Cancel culture minaccia Cicerone e Tacito perché sarebbero tutte storie di maschi bianchi morti. Cosa vogliono, questi americani, che sono stati scoperti l’altro ieri? 

La storia di un pregiudizio

In realtà, anche questa è una storia di un pregiudizio: ad oggi il dibattito statunitense non ha tanto nel mirino che cosa si studia del passato, quanto come si studiano le civiltà letterarie classiche, soprattutto – dicono alcune voci dell’accademia statunitense – là dove vengano presentate con toni trionfalistici e compiaciuti e, di conseguenza, costituiscano uno strumento utile a suprematismo bianco e imperialismi. 

In questo ambito, legittime paiono le richieste di chi vorrebbe lo studio del passato allargato in senso geografico, così come arricchito da prassi didattiche e di ricerca nuove. In effetti, se la civiltà antica che si studia a scuola contiene una pluralità geografica notevole, non è facile però uscire da quel “Roma dice / Roma fa” con cui la si impara. Ci sono imperatori romani che a Roma passarono tre volte e, parlando di letteratura, Apuleio, a cui nessuno negherebbe l’etichetta di “autore di Roma” era di Madaura e a Roma ci va forse in Erasmus, mentre per il resto del suo tempo fu attivo nel suo territorio ed è dunque lecito pensare che i suoi tratti somatici fossero quelli della sua terra. 

Apuleio era un alto uomo romano d.o.c.?

In altre parole: quando il professore in classe parla di Apuleio e Pudentilla, in realtà sta raccontando una storia che racconta di terre e persone ben a più vicine a Salima e Rashid che non a Martina e Fabio. Quindi sì, è tempo di demistificare questo film mentale per cui “il romano” è un uomo alto, bruno e muscoloso che gira per i Fori Imperiali con la toga immacolata e la grammatica sottobraccio, pronto a riprendere chiunque non usi correttamente i complementi di luogo con nomi di città e di piccola isola. 

Mistificazioni fuori dalla scuola

Attenzione, però: rarissimamente queste mistificazioni arrivano dalle scuole, dove spesso la didattica procede con grande serietà mista ad altrettanto grande realismo. Ben più facile che nascano là dove certe materie, come il latino e il greco, sono blindate tra le mura di scuole private assai costose e rappresentano quindi un elemento importante della costruzione del pedigree delle élite.

Il ruolo dei docenti, non solo del classico, per un antico non d’elite

Proprio per queste ragioni, il dibattito sul latino nella scuola ha bisogno anzitutto del contributo di chi lo insegna non solo al liceo classico, ma anche negli indirizzi diversi, ovvero i luoghi in cui il latino soffre pochissimo per le remore dello studente annoiato di cui sopra e moltissimo per la svalutazione continua di famiglie e dirigenti scolastici, che tollerano la materia a patto che non crei problemi. Per non parlare, poi di chi ritiene la sua presenza ormai temporanea, destinata ad essere falciata dalle prossime riforme o morire per mancanza di inscritti alle sezioni tradizionali. Attenzione, però: quando si spinge per eliminare una cosa che prima veniva offerta gratis a tutti, solitamente questa stessa cosa ricompare a pagamento, appannaggio di chi se lo può permettere.

Di conseguenza, io dico: colleghi, fatevi sentire. Il futuro dell’antico a scuola passa anche e soprattutto da voi, dalla presenza del latino anche in luoghi diversi dal liceo classico.

Here we come a-caroling

Lingua straniera e musica sono due alleati che si stringono la mano in maniera decisa e indissolubile quando si parla di apprendimento, e danno vita ad un binomio efficacissimo che ciascun insegnante di L2 può e deve sfruttare al massimo. Quanti adulti di oggi si sono avvicinati per la prima volta all’inglese ascoltando, trascrivendo e traducendo le canzoni dei loro artisti preferiti? Per alcuni sono stati Simon and Garfunkel, per altri Michael Jackson, qualcuno ha speso lunghi pomeriggi estivi a tradurre le canzoni dei Take That… ogni generazione ha i suoi artisti.

Come insegnanti di Inglese possiamo sfruttare il canale musicale per rendere più efficace la nostra azione didattica. Il ritmo, la ripetitività, le rime, la motivazione sono elementi che favoriscono un apprendimento non solo significativo, ma anche rapido e duraturo. In particolare nel mese che precede le festività natalizie si possono utilizzare alcune semplici Christmas carols della tradizione britannica e statunitense per proporre numerose attività che aiuteranno non solo ad ampliare il vocabolario, ma anche a sedimentare alcune strutture linguistiche oltre ad offrire momenti creativi di utilizzo della lingua. Vediamo come.

The friendly beasts

Questa carola ha origini antichissime, pare risalga addirittura al XII secolo. Il suo testo si lega in maniera esplicita alla tradizione cristiana, narrando come ciascun animale presente al momento e nel luogo della nascita di Gesù abbia “fatto la sua parte” aiutando in qualche modo. 

A titolo di esempio, riportiamo la prima strofa:

Jesus our brother, strong and good
Was humbly born in a stable rude
And the friendly beasts around him stood
Jesus our brother, strong and good.

Come si può notare, il testo si compone di numerose quartine di versi ottonari, a quattro a quattro terminanti con la stessa rima. Proprio la struttura così costante e semplice del testo, permette di lavorare in maniera molto efficiente sul vocabolario.

Farm animals

Poiché i protagonisti della carola sono gli animali della fattoria, partendo dal testo si possono collegare molte attività su questo tema.

  • Per i più piccoli, ogni quartina può essere riscritta usando i versi degli animali, e ripetendo quattro volte lo stesso suono (es: “Moo, said the cow, moo moo, moo moo!”). Oltre ad utilizzare gli animali presenti nel testo si possono aggiungere tutti quelli che non vengono citati, creando una vera e propria canzone dei versi degli animali. Questa attività permette, da un lato, di consolidare il vocabolario relativo ai nomi degli animali, dall’altro, ancora più curiosamente, di scoprire che, in diverse lingue, gli stessi animali emettono suoni diversi – il gallo, che in Italiano fa CHICCHIRICHI’, in Inglese, fa COCK-A-DOODLE-DOO; la rana, che in Italiano fa CRA-CRA, in Inglese fa RIBBIT.
  • Utilizzando delle riproduzioni di plastica o cartoncino, si potrà ricreare la scena narrata nella canzone, rispondendo alla domanda WHAT DOES THE (…) DO? (es: the donkey carries Mary, or the cow breathes on Jesus). In questo modo si costruiranno alcune semplici frasi che, poste una in fila all’altra, formeranno un riassunto del contenuto della carola.

Past Tense discovery

  • Poiché la carola è narrata interamente al tempo passato, essa può essere un ottimo testo per partire all’esplorazione del Past Tense Inglese. L’insegnante chiederà ai ragazzi di riportare sul quaderno tutti i verbi presenti nel testo; essi non sono molti, ma possono essere un punto di partenza per lavorare in particolare sulla differenza tra verbi irregolari e regolari, poiché ve ne sono di entrambi i tipi. Questa attività è propedeutica alla creazione di nuove strofe, che potrà essere messa in atto in seguito.

Writing new lyrics

  • Dal momento che, come è stato già notato, non tutti gli animali sono rappresentati nel testo, si potranno creare insieme nuove strofe per gli animali mancanti. L’insegnante proporrà uno studio della struttura delle strofe già presenti (per esempio si noterà che il primo e il quarto verso di ogni strofa sono uguali) e, a partire da quello, in grande gruppo, si proverà a inventare nuove strofe. Questa attività è importante perché permette di ricollegarsi ad alcuni argomenti, come la metrica e il sistema delle rime, che si affrontano anche in Lingua Italiana.

Vocabulary building

  • Per scrivere nuove strofe, sarà necessario trovare parole che rimino tra loro. Gli studenti potranno utilizzare un motore di ricerca di parole rimate come RhymeZone (https://www.rhymezone.com) che, data una parola in inglese, elenca tutte le possibili rime. Gli studenti tradurranno le varie opzioni proposte, riporteranno sul quaderno quelle che ritengono più significative e “promettenti” e proveranno ad usarle per creare i nuovi versi che completeranno la carola.

Non solo Inglese!

Lavorare sui testi in rima in L2 permette di collegarsi facilmente allo studio della metrica, dei suoni, delle rime anche nella lingua base delle conoscenze già acquisite dagli studenti in altre materie. L’analisi del sistema di sillabe, di accenti e di suoni può diventare facilmente un lavoro interdisciplinare che coinvolga più insegnanti e più testi, tradizioni letterarie e culturali che possono essere messe a confronto per un approccio più globale al linguaggio poetico nelle diverse lingue del mondo.

La carola The Friendly Beasts può essere ascoltata qui di seguito.